Il cibo italiano patrimonio culturale immateriale dell’umanità

Oggi il riconoscimento dell’Unesco. Il Ricciarello “Incanta Siena” festeggiando 15 anni di Igp

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
10 Dicembre 2025 14:44
Il cibo italiano patrimonio culturale immateriale dell’umanità

Ottime notizie da New Delhi per tutta la cucina italiana che il Comitato intergovernativo dell'Unesco ha riconosciuto come espressione della cultura e dello stile di vita del nostro Paese. L'UNESCO riconosce la Cucina Italiana come un fenomeno culturale integrale, al tempo stesso diversificato e unitario. Ogni preparazione racconta una storia di territorio, resilienza e sensibilità ambientale. La candidatura, promossa dal Collegio Culinario in collaborazione con Casa Artusi e l'Accademia Italiana di Cucina, è stata valutata positivamente per il suo approccio olistico: la cucina come insieme di pratiche sociali, conoscenze artigianali e tradizioni trasmesse principalmente in forma orale.

“Esprimo la più profonda soddisfazione per il raggiungimento di un obiettivo storico: la cucina italiana è stata insignita del titolo di Patrimonio Immateriale dell’Umanità dall’UNESCO – ha dichiarato il ministro del Turismo Daniela Santanchè -. Si tratta, infatti, del riconoscimento mondiale di un modello culturale che è parte integrante della nostra identità nazionale e, allo stesso tempo, un asset strategico di grande rilevanza per il tessuto economico italiano.

Il successo delle nostre eccellenze culinarie risiede in un apparato vincente e inossidabile in cui tutti gli elementi operano in sinergia – spiega Santanchè –. Il suo cuore è la convivialità e il valore sociale, che lega famiglie e comunità e che si unisce indissolubilmente alla ricchezza dei nostri territori, promuovendo la tutela dei prodotti locali.

È proprio questa armonia tra società, territorio e qualità a costituire un vero e proprio fattore distintivo di qualità per l’intero sistema Italia e un potente strumento di promozione, tanto che ENIT ha lanciato il progetto Italia Gourmet Bus, per celebrare la cultura enogastronomica e l’attrattività turistica italiana nelle principali capitali europee, e che si concluderà questa settimana a Roma.

La tradizione enogastronomica – continua il ministro – è rimasta viva e autentica perché siamo stati in grado di preservare l’eredità culturale, assicurando il fondamentale passaggio di conoscenze pratiche e artigianali tra le generazioni, dalla tradizione casalinga all’alta ristorazione.

La nostra offerta enogastronomica è già un pilastro imprescindibile dell’industria turistica. Il comparto ha generato un fatturato di oltre 40 miliardi di euro nel 2024, segnando una crescita del 12% rispetto all’anno precedente. Inoltre, il turismo legato a questo segmento è la motivazione principale per la scelta dell’Italia come meta di villeggiatura e la prima voce di spesa dei viaggiatori, con un valore che nei primi quattro mesi del 2025 ha già toccato i 9 miliardi di euro.

Guardando alle prospettive di crescita – prosegue Santanchè –, le associazioni di categoria stimano che il riconoscimento UNESCO della cucina italiana potrebbe determinare, nell’arco di due anni, un incremento dei flussi turistici fino all’8%, pari a circa 18 milioni di pernottamenti aggiuntivi. Oltre al valore turistico diretto, la cucina italiana esercita un ruolo culturale significativo: essa rappresenta un tratto identitario condiviso da 59 milioni di residenti e da una comunità stimata fino a 85 milioni di persone di origine italiana nel mondo, consolidando così un potente legame transnazionale.

La cucina italiana – conclude il ministro – è ora riconosciuta come ambasciatrice della Nazione nel mondo, un patrimonio che abbiamo il dovere di tutelare, promuovere e valorizzare ancora di più. Il successo del traguardo raggiunto è merito dell’impegno di tutti: gli operatori del settore, le associazioni di categoria, le istituzioni locali e, non da ultimo, il Governo, che ha creduto e sostenuto la candidatura fin dall’inizio. Lavoreremo uniti per tradurre questo prestigioso risultato in crescita strutturale del comparto e orgoglio nazionale” Queste le parole del ministro del Turismo Daniela Santanchè nel commentare il riconoscimento.

“L’inserimento della cucina italiana nel patrimonio culturale immateriale dell’UNESCO è un risultato storico che premia tutta l’Italia: i nostri agricoltori, i nostri produttori, i nostri ristoratori, le nostre comunità locali, le generazioni del passato che ci hanno tramandato un patrimonio di saper fare, di tradizioni e cultura. Mi congratulo con il governo, la rappresentanza diplomatica presso l’Unesco e tutti coloro che hanno contribuito a questo successo. Ora dovremo essere tutti bravi a non far restare questo riconoscimento una semplice medaglia, rappresenta un’occasione imperdibile per promuovere il made in Italy, il turismo enogastronomico, aiutare i territori e le aree rurali a crescere, rafforzare l’immagine internazionale dell’Italia nel mondo.

La diplomazia del cibo è uno strumento portentoso che l’Italia deve usare con più determinazione e consapevolezza per accrescere la qualità e la competitività della produzione agroalimentare italiana nel mondo. Ora, la prossima tappa, collegata a questo riconoscimento, potrà essere la candidatura dei mercati storici coperti nel patrimonio UNESCO. Una candidatura che stiamo portando avanti con l’associazione internazionale dei mercati storici e che vede coinvolti anche altri paesi come Spagna e Giappone” dichiara l’europarlamentare Pd-S&D Dario Nardella.

Un lungo applauso della platea de “L’orgoglio di coltivare il Futuro” al Cinema Giunti Odeon di Firenze, ha accolto la notizia del riconoscimento.

“Il riconoscimento da parte dell’Unesco della cucina italiana patrimonio immateriale dell’umanità è un riconoscimento per la nostra agricoltura, ai prodotti della terra, semplici e sani, coltivati e prodotti dai nostri contadini ed allevatori: ingredienti che sono i pilastri della nostra Dieta Mediterranea”: ha detto la presidente di Coldiretti Toscana, Letizia Cesani in occasione dell’incontro con il Governatore della Regione Toscana, Eugenio Giani, della presidente del consiglio regionale, Stefania Saccardi, del sottosegretario, Bernard Dika e degli assessori Leonardo Marrs e Monia Monni con 300 tra dirigenti e giovani di tutta la regione.

“I piatti, le ricette che compongono la nostra cucina, sono il frutto non di processi e manipolazioni degli alimenti ma della qualità e distintività degli ingredienti agricoli. – ha spiegato ancora - E’ un grande risultato che da merito alla nostra grande e vastissima tradizione culinaria e a tutto ciò che rappresenta in termini economici, sociali, storici”.

In occasione dei 15 anni dal riconoscimento del Ricciarello di Siena come prodotto IGP, in città si accenderanno i riflettori su questo tipico dolce, primo prodotto dolciario italiano ad aver ottenuto l’indicazione Geografica Tipica nel 2010.

Da domenica 14 dicembre una vetrofania sulle porte di locali, hotel e ristoranti del centro storico indicherà che “qui puoi trovare i veri Ricciarelli di Siena Igp” per far conoscere ai turisti il suo dolce più tipico, insieme al panforte. Oltre alle vetrofanie sarà possibile trovarlo in degustazioni, menù e declinato in tanti modi diversi. Per chi vuole approfondire e provare un abbinamento inconsueto, i prestigiosi locali dell’Enoteca Italiana ospiteranno dalle 17:30 un Talk e una degustazione con l’abbinamento a un gin artigianale prodotto a Siena con una botanica che è un omaggio alla città: al posto del classico ginepro, è stato usato il dragoncello, erba aromatica e medicamentosa parte integrante dalla tradizione senese fin dal medioevo.

“Il Ricciarello incanta Siena” nasce per volontà del Comune di Siena, con la collaborazione di Coripanf (i Comitati per la promozione dei Ricciarelli e del Panforte di Siena Igp), Federalberghi di Siena e provincia, e Federazione Italiana Pubblici Esercizi.

Sarà l’occasione anche per ricordare una figura storica dell’enogastronomia senese, Giovanni Righi Parenti di cui ricorreranno nel 2026 i venti anni dalla morte. È stato uno dei più importanti studiosi e promotori della cucina senese, con numerosi libri su tradizioni, ricette, dolci e vini e proprio lui ha trascritto e divulgato la ricetta tradizionale dei Ricciarelli, contribuendo a preservarne la memoria e farla conoscere al di fuori di Siena.

“Con questo evento – spiega il Sindaco di Siena Nicoletta Fabio - celebriamo non solo un prodotto tipico, ma un pezzo della nostra identità, la storia, i sapori e la memoria di generazioni di senesi. I Ricciarelli di Siena IGP rappresentano l’eccellenza di un territorio e di una tradizione che abbiamo il dovere di custodire e condividere con il mondo. Accogliere questa iniziativa significa valorizzare il nostro centro storico come patrimonio vivente, fatto di pietre, ma anche di gusto, cultura e comunità”.

Noi diciamo grazie al Comune che ha avuto l’idea di lanciare questa attività dedicata ai Ricciarelli Igp Siena – dice Massimiliano Arnecchi, presidente Coripanf - È una sorta di edizione zero, un modo per iniziare ciò che noi vorremmo diventasse davvero un grande evento per il Ricciarello di Siena Igp nonché per il Panforte. Questi dolci hanno le loro radici qui. È qui che ci sono le aziende. È qui che possiamo far vedere come si cucinano, quali sono gli ingredienti. È qui insomma che si possono scoprire, che se ne può fare esperienza, ampliando in questo modo anche la conoscenza e le esperienze che noi stessi possiamo fare qui, nonché i tanti viaggiatori che arrivano in città. Con questo spirito abbiamo aderito volentieri a questa iniziativa in cui chiaramente prodotti e produttori sono centrali”.

“Orgogliosi di partecipare, di condividere un obiettivo comune, di celebrare i Ricciarelli di Siena Igp e di fare squadra, di lavorare insieme. L’invito che abbiamo già fatto, e che ribadiamo a tutti i nostri ristoratori associati, è quello di avere in menù domenica 14 dicembre 2025 i Ricciarelli di Siena Igp – osserva Davide Porciatti, presidente Fipe Confcommercio SienaLa valorizzazione dei prodotti tipici, Dop e Igp, è parte integrante della nostra attività al fine di promuovere, illustrare le nostre origini, il nostro saper fare, parlando così di Siena.

Facciamo parte di una storia lunga e importante, grazie alla quale sono nati prodotti oggi riconosciuti come tipici, come di qualità eccellente, coerentemente alle procedure e alle materie prime impiegate, descritte e codificate nei protocolli. La cucina tramite il cibo è il racconto più immediato che possiamo fare. Quindi, grazie al Comune di Siena, a Coripanf per questa iniziativa”.

Notizie correlate
In evidenza