Grosseto piange don Antonio Maffucci

È morto per Covid all'ospedale di Guastalla. Apprezzatissimo come persona e come insegnante di religione nei licei. Il sindaco Vivarelli Colonna: "Sacerdote carismatico che tanto ha dato alla nostra comunità"

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
27 novembre 2020 20:41
Grosseto piange don Antonio Maffucci

Grosseto e la sua provincia piangono don Antonio Maffucci, sacerdote di origine milanese che tanto si è fatto ben volere dalla comunità anche come insegnante di liceo. Ammalatosi di Covid, è morto all'ospedale di Guastalla in Emilia. Aveva 71 anni. 

Ne dà notizia il sindaco Antonfrancesco Vivarelli Colonna, con belle parole su Facebook che riportiamo. 

"🙏L'ADDIO A DON ANTONIO MAFFUCCI🙏

È venuto a mancare Don Antonio Maffucci, parroco ed insegnante di religione di origini milanesi, che ha dato tantissimo alla comunità grossetana, soprattutto nella formazione cattolica dei giovani studenti. Don Antonio, giunto a Grosseto nei primi anni '90 con il vescovo Angelo Scola, è stato un devoto uomo di fede, nonché un sacerdote carismatico e dedito agli studi dei testi sacri. Ha dedicato molto tempo della propria vita all'insegnamento della religione nelle scuole, prestando inoltre servizio come parroco alla Chiesa della Misericordia di Grosseto. Un forte abbraccio alla famiglia. ⚪🔴#vivarellicolonnasindaco #vivagrosseto #orgogliogrossetano #grossetonelcuore". 

I funerali dovrebbero tenersi il 2 dicembre a Reggio Emilia. 

La Diocesi di Grosseto lo ricorda con queste parole:

"71 anni, don Antonio era nato a Milano, aveva frequentato il Seminario a Bergamo ed era sacerdote da 41 anni. Aveva fatto parte del nucleo originario di preti che con don Camisasca dettero vita all’esperienza della Fraternità di San Carlo Borromeo, società di vita apostolica per formare dei giovani alla missione e per rispondere al mandato che, nel settembre 1984, Giovanni Paolo II aveva consegnato a Comunione e liberazione, in occasione dell’udienza per il trentennale della nascita del movimento: “Andate in tutto il mondo – aveva detto il Papa – a portare la verità, la bellezza e la pace che si incontrano in Cristo redentore”.

Il nome di don Maffucci è legato alla storia recente della diocesi di Grosseto, dove arrivò nei primissimi anni ’90 insieme ai primi sacerdoti della Fraternità (don Anastasio, don Onofrio) chiamati dall’allora vescovo Scola. Il suo inserimento, fin da subito, è stato nella scuola. Per oltre vent’anni è stato insegnante di religione al liceo classico “Carducci-Ricasoli” e al liceo scientifico “Marconi” tirando su la prima generazione di Gs (Gioventù studentesca), ramo studentesco del movimento di Comunione e Liberazione, coinvolgendo i ragazzi in numerose iniziative. Da quella prima esperienza sono maturate anche alcune vocazioni sacerdotali di giovani grossetani che oggi, preti della Fraternità dei missionari di San Carlo, operano in varie parti del mondo.

In Diocesi ha prestato la sua opera anche in alcune parrocchie (Pian d’Alma-Punta Ala, San Giuseppe e Rispescia) e fra il 2009 e il 2012 è stato esorcista diocesano.

Maturata l’età della pensione, ha chiesto di lasciare Grosseto e di raggiungere Reggio Emilia, nella diocesi retta da don Camisasca. Lì ha vissuto gli ultimi anni della sua vita.

Chi ne tratteggia un ricordo a tuttotondo è don Gianni Malberti, parroco di Castiglione della Pescaia e suo confratello tra i missionari di San Carlo. “Ho conosciuto don Antonio – dice – negli anni del Seminario a Bergamo e la nostra vita si è intrecciata per sempre. Insieme abbiamo fatto parte del nucleo di sacerdoti che fin da principio hanno aderito alla Fraternità di San Carlo e poi ci siamo ritrovati in Maremma, dove Antonio ha fatto da apripista. Era un uomo molto generoso – prosegue don Gianni – ed entusiasta del suo essere prete. Due le sue caratteristiche peculiari: l’attenzione che sapeva prestare alla singola persona, interessandosi della sua vita e il suo spirito “zingaresco”. Era difficile – spiega sorridendo – tenerlo fermo in un posto, per la frenesia del fare che ne faceva una sorta di “girovago della fede”, ma sempre molto disponibile ai bisogni di questa Chiesa diocesana”.

“Ricordiamo fin d’ora don Antonio al Signore per il suo zelo e per tutto il bene che ha compiuto anche nella nostra Diocesi di persona, nella scuola, con i giovani, con i sofferenti, con Cl. Il Signore gli dia Pace”, dice il vescovo Rodolfo, che questa mattina ha portato telefonicamente le condoglianze della Chiesa di Grosseto al superiore generale della Fraternità di san Carlo, don Paolo Sottopietra".

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