Green pass, questione di costituzionalità: parte un ricorso-simbolo

Cobas Scuola: quattro insegnanti si fanno sospendere per garantire il diritto costituzionale al lavoro

Girolamo
Girolamo Dell'Olio
12 ottobre 2021 19:45
Green pass, questione di costituzionalità: parte un ricorso-simbolo

Quattro membri dell’esecutivo nazionale dei Cobas Scuola hanno assunto la decisione – dopo l’introduzione dell’obbligo vaccinale di fatto attraverso lo stratagemma del Green pass - di farsi sospendere per garantire il diritto costituzionale al lavoro: “No al green pass a scuola”, scrivono. “Sì alla vaccinazione volontaria. Sì alla sicurezza attraverso test gratuiti per i non vaccinati e presidi sanitari nelle scuole per valutare l’andamento della pandemia e tutelare la salute di lavoratori e studenti”.

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Secondo i Cobas Scuola, la regolamentazione dell'apertura delle scuole deve assicurare “un delicato equilibrio tra diversi diritti costituzionali. E li enumerano, uno dopo l’altro: “Il diritto all' istruzione, che non può che essere in presenza e per tutti (art. 33 Cost.); alla salute, “come fondamentale diritto dell’individuo”, ma anche come “interesse della collettività” (art.32); al lavoro e ad una retribuzione che garantisca libertà e dignità (artt. 4 e 36); alla libertà personale (art.13)”. Ma le iniziative attivate durante la pandemia affinché le scuole fossero le ultime attività a chiudere, e si attuassero interventi concreti per garantire ambienti sicuri, non hanno prodotto i risultati sperati.

“All’apertura di questo nuovo anno scolastico – denunciano infatti i quattro obiettori di coscienza all’imposizione del green pass“ci ritroviamo nelle stesse pessime condizioni precedenti:

- personale (Docente e ATA) in numero insufficiente

- presenza diffusa delle classi pollaio

- nessun intervento significativo sull’edilizia scolastica

- mancato rispetto della distanza di un metro fra gli alunni, grazie alla possibilità di deroga quando le classi sono numerose e/o le aule piccole

- trasporti in condizioni disastrose”.

In queste condizioni, aggiungono, risulta inaccettabile che si impongano obblighi come quello del green pass, che “rompono delicati equilibri costituzionali”: si tratta infatti di un surrettizio obbligo vaccinale introdotto, col cosiddetto d.l. 111/2021, per una categoria, il personale scolastico, che volontariamente - parliamo di circa il 90% dei lavoratori - ha scelto di ricorrere al vaccino”.

Di qui la decisione, suscettibile di scardinare la normativa adottata dal governo Draghi, di affrontare le conseguenze di una sospensione dal servizio che permetta di avviare un ricorso davanti al Giudice del lavoro e sollevare la questione di costituzionalità, “con particolare riferimento alla sanzione della sospensione del rapporto di lavoro e dello stipendio dopo 5 giorni di assenza “ingiustificata”, che viola pesantemente il diritto costituzionale al lavoro e alla retribuzione, previsti dagli artt. 4 e 36 della Costituzione”.

I portabandiera nazionali del dissenso nella scuola intendono peraltro “sottolineare il carattere politico del ricorso, teso a garantire il diritto al lavoro (una rivendicazione che accomuna sia i vaccinati che i non vaccinati)”. E infatti due dei quattro esponenti “hanno già deciso che, dopo la sospensione e l’avvio del ricorso, si sottoporranno a vaccinazione”.

Significativo l’obiettivo di fondo dell’azione intrapresa: “Attraverso queste sospensioni e la prosecuzione delle mobilitazioni in difesa della sicurezza nella scuola pubblica statale, i Cobas Scuola ribadiscono il loro impegno perché la scuola torni ad essere luogo di formazione del pensiero critico e perché le ingenti risorse del Recovery Plan vengano utilizzate diversamente da come sta avvenendo, invertendo quella logica che, a partire dalla cosiddetta Autonomia, ha progressivamente impoverito la pubblica istruzione”.

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