Giornata internazionale degli infermieri celebrata anche a Firenze

Bezzini: “Protagonisti della sanità del futuro”

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
12 maggio 2021 23:40
Giornata internazionale degli infermieri celebrata anche a Firenze

Firenze, 12 maggio 2021– La Giornata Internazionale dell’Infermiere che ricorre oggi e che è legata alla figura di Florence Nightingale, è stata l’occasione per meditare ancora una volta sulla centralità del personale ospedaliero nell’assistenza alla persona.

“Grazie per il vostro indispensabile e prezioso lavoro e per la forza, la professionalità e l’umanità con cui state affrontando, sul campo, questa drammatica pandemia da oltre un anno. E un invito: costruiamo insieme la sanità toscana del futuro prossimo, che sempre più avrà bisogno di competenze continuamente aggiornate e di integrazione multi-professionale”. Questo il cuore del saluto che l’assessore al diritto alla salute, Simone Bezzini, ha inviato, impossibilitato a partecipare personalmente per altri impegni istituzionali, al congresso della Federazione degli ordini professionali degli infermieri, in occasione della Giornata internazionale dell’infermiere.

“Questa lunga emergenza sanitaria – prosegue – ha dato alle figure delle infermiere e degli infermieri un pieno riconoscimento, non solo per lo straordinario impegno professionale, ma anche per il ruolo fondamentale che hanno avuto nel garantire la comunicazione con i familiari dei malati covid. Oggi è più chiaro, agli occhi della comunità, quanto l’infermiere rappresenti un punto di riferimento all’interno del sistema sanitario”.

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“I sistemi sanitari e di cura nel mondo – continua - sono stati investiti da una sfida epidemiologica straordinaria, che obbliga tutti a rivalutare i modelli di gestione adottati, per adeguarli alle incerte prospettive che abbiamo davanti. Si è molto parlato, a questo fine, del concetto di “resilienza”, che è poi entrato anche nel titolo del Piano nazionale di ripresa. Riorganizzare dunque il servizio sanitario in modo che sia capace di fronteggiare scenari diversi, anche molto critici, come quello in cui ancora ci troviamo: questo è il compito che abbiamo di fronte”.

“In questo senso – prosegue Bezzini – indico due aspetti che mi sembrano strategici in questa prospettiva ‘rifondativa’ del sistema. La Regione Toscana, diversamente da altri, ha incrementato nel 2020 il personale infermieristico a tempo indeterminato di oltre 2.000 unità e considerando anche conto delle modalità flessibili si arriva a circa 3.000 unità. Il senso è che solo puntando sull’acquisizione di professionisti in forma stabile è possibile formare operatori esperti che maturano e arricchiscono nel tempo le proprie conoscenze, grazie anche all’esperienza sul campo. Diventa quindi sempre più importante e strategico riconoscere e valorizzare l’apporto professionale dell’individuo, il capitale intellettuale rappresentato dalle conoscenze e dalle competenze possedute: se il faro è la gestione della conoscenza, allora la formazione di qualità costituisce una leva strategica”.

“L’altro aspetto che vorrei sottolineare riguarda l’attenzione che dobbiamo porre oggi sulla sanità territoriale, di cui questa pandemia ci ha mostrato l’importanza strategica. Parlare di servizi territoriali, prossimi alle persone, implica richiamare un concetto più ampio di salute cui riferirsi, che è poi quello da tempo enunciato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità. Ci dirigiamo verso le nuove frontiere della medicina: personalizzata, predittiva, partecipativa. Ritengo che la figura dell’infermiere, e in particolare dell’infermiere di comunità, sia al centro di questa partita, come una sorta di regista che soddisfa il fabbisogno di continuità dell’assistenza.”

“Sto cercando di improntare il mio mandato al dialogo ed al confronto con tutti i portatori d’interesse del sistema sanitario regionale, tra i quali gli ordini professionali rappresentano una delle componenti più importanti. Ascoltare per comprendere, confrontarsi per decidere, nella chiarezza dei ruoli: il ruolo degli infermieri in questo processo – conclude - sarà fondamentale”.

“Infermieri e infermiere sono state la nostra prima linea durante tutta l’emergenza e rimangono un presidio essenziale. Nella lotta contro la pandemia e nelle emergenze quotidiane come le malattie rare” affermano da AISLA Firenze  “Una delle figure professionali che interviene nel percorso di presa in carico e assistenza del malato grave, nel nostro caso di SLA, è l’Infermiere Case Manager che porta le sue competenze sia multidisciplinari sia specifiche a vantaggio del malato grave.

Da non dimenticare che, oltre alla grande capacità tecnica e di coordinamento tra un insieme di discipline, attori e bisogni mutevoli, visto che la cura di una malattia grave con un decorso spesso rapido lo richiede, l’Infermiere Case Manager ha sempre ottime doti relazionali che gli permettono innanzitutto di comprendere il dolore, fisico e psicologico, altrui e quindi di fornire un sostegno e stabilire una sinergia. Allo stesso modo è essenziale l’apporto degli Infermieri di Famiglia e di Comunità, una figura che si è affermata a partire dalla nostra regione e che sa essere quel trait d’union basilare con il Medico di Medicina Generale ben avendo chiare le condizioni del paziente a livello non solo clinico”. La collaborazione con gli Infermieri è, quindi, indispensabile per le persone con SLA ed è anche prescritta nel dettaglio nel PDTAS Regionale. “Le emergenze che stiamo vivendo e che potremo vivere ci impongono di ripensare ai nostri modelli e ai singoli percorsi, innanzitutto con l’obiettivo di garantire la continuità terapeutica e di assistenza e tutto questo non può prescindere dal personale sanitario che dovrà essere sempre più formato e specializzato”.

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