Giani: “Le zone rosse potranno riaprire il prossimo fine settimana”

Firmate le ordinanze. Stella (FI): "Il Sindaco Nardella pugnala imprese e famiglie"

Redazione Nove da Firenze
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10 aprile 2021 14:20
Giani: “Le zone rosse potranno riaprire il prossimo fine settimana”

Il presidente della Regione Eugenio Giani ha firmato oggi le ordinanze che decretano il permanere in zona rossa, fino alle ore 14 di sabato 17 aprile, di Città metropolitana di Firenze, Provincia di Prato, Comuni di San Miniato, Montopoli in Val d’Arno, Santa Croce sull’Arno, Castelfranco di Sotto, (in Provincia di Pisa ma compresi nella zona socio sanitaria Valdarno Empolese Valdelsa) e di quelli di Poggibonsi, San Gimignano, Colle di Val d’Elsa, Casole d’Elsa, Radicondoli (in Provincia di Siena ma compresi nella zona socio sanitaria Alta Valdelsa).

“Di comune accordo con il ministro Speranza e con tutti i sindaci, dopo sei riunioni svoltesi nella tarda serata di ieri per condividere ogni scelta - spiega Giani - abbiamo deciso di mantenere ancora una settimana in rosso i territori della Provincia di Prato e della Città metropolitana di Firenze, capoluogo compreso. Sono cinque giorni in più ma sono quei cinque giorni che ci servono a non ingolfare gli ospedali”.

Quanto alla decisione di mantenere in rosso anche Firenze che pure avrebbe numeri da zona arancione “Si è deciso – prosegue Giani - d’intesa con tutti i sindaci, di mantenere in rosso anche Firenze per la saturazione di posti letto e terapie intensive negli ospedali della zona e perché fortemente connessa con il resto dell’area metropolitana e con altri territori come empolese-valdelsa o il comprensorio del cuoio, dove l’indice di contagio è ancora un po’ più alto. Una scelta intelligente che consentirà di contenere i contagi e di favorirne la decrescita”.

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L’ordinanza, precisa Giani, stabilisce una scadenza per le zone che restano in rosso, quella di sabato 17 aprile alle 14. Una sorta di luce in fondo al tunnel. “Abbiamo voluto così introdurre un elemento di speranza per le attività produttive che – prosegue il presidente - tornando in arancione dal pomeriggio di sabato 17, potranno così pensare ad un fine settimana di riaperture. Credo che questo sarà un sacrificio destinato a dare i suoi frutti e che, con all’accelerazione della campagna vaccinale e all’arrivo di migliori condizioni climatiche porterà a stabilizzare la situazione. Un primo segnale incoraggiante viene già da stamani, con 1.177 nuovi casi contro gli oltre i 1600 di sabato scorso e con timidi segnali di liberazione di terapie intensive”.

“La città di Campi Bisenzio è costretta ancora oggi a rimanere in zona rossa con grave pregiudizio per tantissime attività economiche che non possono riaprire. Al riguardo, però, quante e quali sono le responsabilità dell’amministrazione comunale e delle istituzioni regionali? Diciamo le cose come stanno: quanto ha pesato aver autorizzato, senza effettuare alcun tampone preventivo anti-covid, le gare dei campionati italiani di corsa campestre e quanto sta pesando non aver chiuso tutte le aree verdi ed i giardini pubblici? Ora basta, l’amministrazione comunale assuma provvedimenti seri, ne va della salute l’intera nostra comunità”.

L’attacco, senza fronzoli, arriva da Paolo Gandola, capogruppo di Forza Italia, da Maria Serena Quercioli, capogruppo di Liberi di Cambiare, Gianni Baudo del gruppo misto e Vanessa Fiaschi, consigliera comunale della Lega che aggiungono: “nell’ultima settimana a Campi Bisenzio si sono registrati 177 positivi, si tratta di numeri record che devono obbligatoriamente sollecitare l’immediata adozione di misure serie per evitare gli assembramenti. Ed invece, mentre a Lastra a Signa ed a Signa le aree pubbliche sono stati chiuse oramai da molte settimane a Campi Bisenzio assistiamo ad un “bomba libera” tutti ed all’assenza di necessari controlli.

Non è più tollerabile assistere ad una situazione del genere – tuonano gli esponenti di centrodestra - Il sindaco del nostro Comune, quale autorità sanitaria locale, non può limitarsi a pubblicare sterili appelli sui social, serve l’adozione immediata di misure che frenino l’ondata al rialzo dei contagi. Al contempo è necessario individuare risorse certe, nei capitoli del bilancio comunale, per corrispondere, al pari di quanto fatto da centinaia di amministrazioni locali in tutta Italia, indennizzi una-tantum da riconoscere alle tante attività economiche costrette a rimanere chiuse.

Non si governa una città con i post sui social, si governa adottando provvedimenti certi, assumendo scelte forti e mettendo a disposizione risorse certe. Tutte cose che l’amministrazione comunale non è stata finora in grado di effettuare”.

"La notizia del ritorno della Toscana in fascia arancione è stata purtroppo rovinata dalla scelta folle e incomprensibile di far restare Firenze in zona rossa, pur avendo la città un tasso di contagi al di sotto dei 250/100.000 che fanno scattare la fascia rossa. Una decisione a cui il governatore Giani è stato costretto dall'insistenza del sindaco di Firenze, Dario Nardella, che dà così una pugnalata a una città che più di altre ha risentito della crisi economica legata alla pandemia, e che nel 2020 ha visto la chiusura di 350 imprese, con oltre 4.000 attività che sono sull'orlo del fallimento, come emerge da un report di qualche giorno fa redatto da Confcommercio e Confesercenti". Lo afferma il capogruppo di Forza Italia al Consiglio regionale della Toscana, Marco Stella.

"Mi chiedo se Nardella si renda conto di cosa abbia provocato, in termini economici ed occupazionali, il Covid a Firenze - si domanda Stella -. Oltre alle 350 imprese già chiuse e alle 4.000 che stanno per fallire, le associazioni di categoria prevedono che un terzo delle attività tenteranno di restare aperte, ci saranno passaggi di gestione, ma poi si arrenderanno perché non riusciranno ad andare avanti. Siamo chiusi da novembre, senza che si sia risolto nulla: non sono certo i locali e i negozi i luoghi di contagio. E allora, perché insistere con queste strategie fallimentari? Sulle decisioni di Nardella e Giani ricade la responsabilità politica dell'aggravarsi della crisi economica a Firenze, la trovo una scelta gravissima, e mi auguro in un ripensamento all'ultimo minuto".

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