Intrecciando passato e presente per raccontare come le storie individuali possano trasformarsi in eredità collettive, a Firenze torna la 23a edizione di Florence Queer Festival, la principale rassegna toscana che celebra il meglio della cinematografia LGBTQIA+ con proiezioni, incontri e focus tematici, in programma dal 26 al 30 novembre al cinema La Compagnia.
Con il tema R/Esistenze, l’edizione 2025 invita alla consapevolezza politica, alla cura reciproca e alla solidarietà, celebrando quelle vite che continuano a ridefinire i confini della libertà e dell’umanità condivisa.
Nato all’interno dell’associazione Ireos di Firenze, il festival presenta un programma ricco e trasversale che intreccia attualità, memoria storica e sperimentazione visiva: 22 film tra lungometraggi, documentari, corti e animazioni, suddivisi nelle categorie Miglior Lungometraggio, Miglior Cortometraggio, Premio Queer Animation e Premio Pride. Un viaggio che spazia dall’attivismo alle narrazioni trans e non binarie, fino ai temi dell’intersessualità, senza rinunciare a momenti di leggerezza e ironia, come l’originale closing in chiave horror queer.
Come hanno dichiarato Barbara Caponi e Manu Mancuso, direttrici artistiche del festival: “La ventitreesima edizione del Florence Queer Festival è dedicata agli atti di resilienza, di lotta e di cura che, dal passato al presente, hanno contraddistinto la nostra comunità. A essere protagoniste della rassegna di quest’anno sono persone queer che ogni giorno, tramite piccole forme di resistenza personale o anche grandi azioni che diventano parte della storia collettiva, affermano la propria esistenza, a dispetto di società sempre più ostili”.
“Attraverso la cultura si possono veicolare messaggi importanti e il Florence Queer Festival ne è uno degli esempi più concreti – ha detto l’assessora alle Pari Opportunità del Comune di Firenze Benedetta Albanese - Questa rassegna è un appuntamento importante per la città di promozione della cultura LGBTQIA+ e noi siamo orgogliosi di supportare un festival incentrato sulla sensibilizzazione in tema di diritti e sulla valorizzazione delle differenze all’interno della nostra comunità. L’obiettivo è quello di offrire spazi di espressione e confronto per tutte le identità di genere, celebrando così il diritto di ciascuno di essere pienamente e liberamente se stesso”.
Opening e closingIl festival si apre con “Orgoglio e Pregiudizio” del regista Marco Falorni, a 25 anni dal primo World Pride svoltosi a Roma durante il Giubileo, il docufilm racconta le battaglie che la comunità LGBTQIA+ ha dovuto affrontare fino ad oggi per la conquista dei diritti civili. A introdurlo in sala sarà il regista stesso insieme al co-sceneggiatore Andrea Frassoni e ad alcuni dei suoi protagonisti: Imma Battaglia, Simone Alliva e Vladimir Luxuria. A precedere il doc ci sarà il corto “I never promised you a jasmine garden” della regista palestinese Teyama Alkamli, preceduto dalla performance Arte drag: rivoluzione e resistenza della drag queen e attivista Priscilla, che tratta del legame tra queerness e resistenza.
La chiusura del Festival è affidata a “Queens of the Dead” di Tina Romero, figlia d’arte del maestro dell’horror George A. Romero, che reinterpreta lo zombie movie reso immortale dal padre in chiave queer, mantenendo così lo spirito iconoclasta e politico. Nel cast anche Dominique Jackson, tra i volti della celebre serie “Pose”.
I titoli in concorsoTra i lungometraggi in concorso, troviamo: “Dreamers” di Joy Gharoro-Akpojotor (Inghilterra) sulla storia di Isio, giovane donna nigeriana che vive sospesa nel limbo di un centro migranti nel Regno Unito, finché non conosce la sua nuova compagna di stanza, che le offre conforto e un’ inattesa intimità. Dreamers segue con delicatezza l’incontro fra due donne che trovano la forza di sognare lo stesso futuro, nonostante tutto (proiezione 27/11). In anteprima italiana “Really Happy Some Day”, film drammatico canadese diretto da J Stevens.
Una storia poetica su come affrontare i cambiamenti che la transizione porta inevitabilmente alla propria vita. Al centro della trama troviamo Z, attorə e cantante trans*, che si scontra con i profondi cambiamenti fisici legati alla terapia ormonale, che mettono in discussione non solo la sua identità, ma anche la sua capacità artistica (proiezione 28/11). Dal Messico arriva “The silence of my hands” di Manuel Acuña, sulle vicende di Rosa e Saira, due giovani sorde e queer, che vivono separate da un confine ma unite dalla stessa lotta: farsi spazio in un mondo abilista che continua a ignorarle.
Attraverso la lingua dei segni, il corpo e l’attivismo, cercano di affermare il proprio diritto a esistere (proiezione 29/11). Ci spostiamo in Corea del Sud con “Manok” di Yujin Lee, alla presenza in sala della regista. Una commedia divertente e visionaria sulla ricerca di sé. Manok, donna forte e orgogliosamente lesbica, torna nella sua cittadina natale, sconvolgendone gli equilibri (proiezione 29/11). E infine in prima nazione “Beautiful Evening, Beautiful Day” di Ivona Juka, lungometraggio proposto dalla Croazia come candidato all'Oscar per il miglior film straniero 2024, incentrato su un gruppo di ex partigiani gay nella Jugoslavia omofoba di Tito (proieizione 29/11).
Tra i fuori concorso: “3670” di Joonho Park sulla storia di Cheol-jun, un giovane disertore nordcoreano, che fa i primi passi nella comunità gay di Seoul. Nella sua ricerca per un legame profondo, stringe amicizia con un ragazzo che lo aiuterà a combattere la disperata solitudine della sua nuova vita.
Per i cortometraggi in concorso “Maximina” di Blu Diego Fasoli, sulla storia in prima italiana di una sex worker di 56 anni irriverente e senza peli sulla lingua, che si racconta con delicatezza e forza, descrivendo la sua giovinezza e il suo lavoro, sfidando ogni categorizzazione (proiezione 27/11). Si parla di rappresentazione queer nei media e stereotipi narrativi nell'anteprima italiana di “Bury your gays” di Charlotte Serena Cooper, in cui Grace è un’attrice che interpreta sempre personaggi queer destinati a morire.
Nell’aldilà incontra una misteriosa agente che le rivela che la morte obbligata è il destino di ogni personaggio LGBTQ+ nelle serie TV. Riuscirà a sopravvivere a questo cliché narrativo per provare a riscrivere il suo finale? (proiezione 28/11). Dalla Spagna “Lu & Feña” di Lucifer Benedetti, sullo sfondo di baci appassionati, esplora la relazione queer, trans e poliamorosa della coppia Lu & Feña, con le difficoltà della discriminazione e la gioia di essere sè stessə (proiezione 28/11).
Un coming of age queer quello al centro di “First time in drag” di Pietro Macaione, sulla storia di Rico, persona non binaria, che ha costruito nella propria casa un rifugio sicuro, circondatə dall’affetto della madre e dellə amichə. Il sogno di fare drag lə accompagna da tempo, ma il futuro fa paura. Un racconto intimo e delicato su cosa significa trovare il coraggio di mostrarsi al mondo per la prima volta (proiezione 29/11). E infine “Le prime volte” di Giulia Cosentino e Perla Sardella.
Attraverso materiali d’archivio e le lettere tra Emilia e Caterina, il film ricostruisce una storia queer ambientata in un collegio degli anni ’50. Un racconto che interroga il confine tra la vita scelta e quella immaginata (proiezione 30/11). Fuori concorso la proiezione di “Essere Valérie” di Simone Cangelosi, ritratto intimo di Valérie Taccarelli, figura storica della comunità trans e dell’attivismo LGBTQIA+ in Italia, in prima fila per la lotta dei diritti della comunità sin da giovanissima.
Alla presenza di Valerie Taccarelli (proiezione 27/11).
Per la categoria Premio Pride, oltre al film in apertura, troviamo: “Queer, broke and amazing!” di C. A. Griffith e H. L. T. Quan, in anteprima nazionale, un documentario vibrante e politico che racconta l’energia creativa e la resistenza economica delle comunità queer indipendenti. Tra testimonianze, performance e momenti di vita reale; “Avant-drag” di Fil Ieropoulos, un documentario pieno di ironia sulla forza dirompente dell’arte performativa che crea comunità, in cui dieci artisti drag decostruiscono genere, identità, nazionalismo, transfobia, razzismo e religione dimostrando come il drag può essere ancora una forma espressiva di militanza politica e di resistenza; “Tre canarini” di Nicola Pignatale, documentario sul poliamore a partire dalla storia di Davidson, Marco e Gianluca, i primi tre uomini in Italia uniti in un matrimonio a tre.
Una serie di testimonianze su cosa voglia dire avere relazioni oltre la monogamia in una società strutturata sulla coppia come suo elemento fondante. E infine “Newborn” di Alejandro Zuno, che apre alla tematica dell’intersessualità: quando una giovane coppia messicana dà alla luce il proprio bambino, i medici non riescono a individuarne il sesso. I due si ritrovano dunque a dover scegliere tra adottare l’approccio interventista consigliato dai medici o accettare il loro figlio così com'è.
Queer animationFiore all’occhiello della rassegna è la sezione dedicata al cortometraggio animato queer con differenti approcci artistici. Un viaggio tra punti di vista e scorci sulle identità LGBTIQIA+ attraverso una prospettiva multiculturale e intersezionale con focus specifico su politica, storie personali, micro-labels e identità marginalizzate, curata da Giacomo Guccinelli e ideata in collaborazione con The Sign Comics & Arts Academy.
Eventi extra tra presentazioni di libri e matinée per le scuoleTra gli eventi extra del festival, mercoledì 26 novembre alle 19.30 inaugura la mostra QUEERIOSITY, un percorso artistico che trasforma spazi e comunità attraverso emozioni e poesia. La mostra, realizzata nell’ambito del progetto ARTE IN AZIONE di La Mosca APS e Associazione Co-Co presso Spazio CO-STANZA con il contributo di Regione Toscana Giovanisì, sarà visitabile per tutta la durata del festival nel foyer del cinema.
Giovedì 27 alle 9.30 si terrà la Matinée per le scuole, intitolata Quando l’amore diventa visibile. L’evento, organizzato da Ireos Scuola e Lanterne Magiche, offrirà agli studentə uno spazio di confronto su identità sessuale, consenso, coming out, comunità LGBTQ+ e omonegatività, partendo da personaggi di Heartstopper e altre rappresentazioni cinematografiche e seriali. La discussione sarà guidata dai responsabili dei progetti educativi delle due associazioni. Nel corso della stessa giornata, alle 19.45, si svolgerà Memorie in movimento, presentazione del fondo di Nerina Milletti donato al Centro di Documentazione di Ireos, in occasione della mostra Fatti più in là – Storie e Lotte Queer in Toscana dal 1969 ad oggi.
L’incontro vedrà la partecipazione di Nerina Milletti e sarà introdotto da Mirco Zanaboni e Mena Simone dell’associazione Ireos. Venerdì 28 alle 10.30 è previsto l’incontro Liberare lo Spazio: Arte, Corpi e Narrazioni Queer nel Mediterraneo, un seminario ad inviti che riunisce attivistə LGBTQIA+ da Tunisia, Francia, Albania, Palestina e Italia. Il dibattito si concentra su come arte e cultura possano diventare strumenti di rivendicazione, resistenza e costruzione di reti solidali oltre i confini nazionali, nell’ambito del progetto europeo DREAM.
La giornata prosegue alle 19.45 con la presentazione del libro “Senza legge. Perché l’educazione sessuo-affettiva è una questione politica” di Celeste Costantino, Giulia Minoli e Monica Pasquino. Il libro esplora l’urgenza politica e sociale dell’educazione sessuo-affettiva nelle scuole e ne denuncia le strumentalizzazioni. L’incontro sarà moderato da Margherita Accornero di COSPE. La serata si conclude alle 23.30 con No FQF no party!, il party del Florence Queer Festival nel foyer del cinema, con La SANTAVIOLA e il dj set di Leblond.
Premi e giurieProsegue la collaborazione con l’Accademia di Belle Arti di Firenze, per la realizzazione dei premi per le quattro categorie in concorso, che saranno consegnati domenica 30 novembre. Quest’anno a realizzare le opere è stata la scultrice, Giorgia Petrone. A valutare i film in concorso delle quattro categorie, altrettante giurie. La giuria lungometraggi composta da Daniel N. Casagrande, giornalista e critico cinematografico, membro del Sindacato Nazionale Critici Cinematografici Italiani; Nico Isa Borrelli, attivista militante trans/femminista e Ph.D student in Gender Studies-Scienza Politica all'Università degli Studi di Bari Aldo Moro e Nicole De Leo, attrice attivista del mondo lgbt, oltre ad altre esperienze lavorative maturate nel MIT di Bologna (Movimento Identità Trans) di cui è stata anche presidente, inizia la sua carriera di attrice nel 1979 in Puglia, sua terra di origine.
La giuria cortometraggi composta da Astri Amari, un progetto che usa l’astrologia come strumento politico per evidenziare tensioni e forme di potere nella vita quotidiana; Luchadora, nome d’arte di Alessandra Marianelli, illustratrice dallo stile giocoso che lavora tra editoria, poster art, interventi urbani e pittura e infine Lalique Chouette, drag queen e attivista che alterna performance e impegno politico nella comunità queer toscana. Ad assegnare il premio Queer Animation, che valorizza il miglior corto animato a tematica queer una giuria speciale composta da studenti, docenti e staff di TheSign, l’accademia di arti visive di Firenze e dal Collettivo Moleste, che riunisce professionistə del mondo del fumetto, con l’obiettivo di costruire uno spazio dove i talenti queer possano emergere e essere riconosciuti.
Infine, il Premio Pride, assegnato agli audiovisivi che meglio hanno saputo raccontare le tematiche legate all’attivismo, all’orgoglio e alla visibilità è composta da Lou Ms. Femme Attivistə non-binary e transfemministə e consulentə su genere e diritti trans/non-binary, che ha partecipato alla campagna Italy Needs Sex Education e all’organizzazione del primo Non-Binary Pride italiano; Luca De Santis sceneggiatore e scrittore, esperto di rappresentazioni LGBTQ+ in videogiochi e fumetti e Massimo Prearo, ricercatore in scienza politica all’Università di Verona e responsabile del Centro PoliTeSse che studia movimenti e mobilitazioni LGBTQIA+.
Il manifesto dell’edizione 2025L’artwork di questa edizione nasce dalla collaborazione artistica tra Giacomo Guccinelli (La teogonia illustrata), Emma Celeste Donato (Sassoraviolo) e Lorenzo Raimondo (Foglie gialle): artistə e attivistə attivə in diversi ambiti dell’editoria e dell’intrattenimento. La loro poetica intreccia mitologia, fiabesco e politica, attraverso la rappresentazione di corpi fuori-norma e identità non conformi, creando immagini dove l’immaginario queer si fa epifania necessaria. È un corteo queer che risponde all’erosione dei diritti e degli spazi di esistenza, intrecciando storie, identità e margini in un atto di resistenza e di cura. Il cinema, qui, è pellicola viva: spazio che accoglie, protegge e amplifica le voci non conformi, unendo desideri personali e collettivi in una narrazione condivisa di lotta e rinascita.
Florence Queer Festival fa parte dell'iniziativa "50 giorni di Cinema a Firenze", ideata e coordinata dall’Area Cinema di Fondazione Sistema Toscana, e si realizza grazie al Protocollo d’Intesa tra Comune di Firenze, Regione Toscana, Fondazione Sistema Toscana, Fondazione CR Firenze e Camera di Commercio di Firenze. Con il sostegno del Comune di Firenze, inserita nell’offerta culturale del Festival dei Diritti. Con il contributo di Publiacqua. Informazioni: www.florencequeerfestival.it