​Due milioni e 657mila voucher a Firenze nel 2016: senza precedenti

Orlandi (Cgil): “Vanno aboliti”. La storia di Elisa, pagata a voucher, che ha deciso di fare vertenza

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
20 febbraio 2017 14:57
​Due milioni e 657mila voucher a Firenze nel 2016: senza precedenti

 Da domani il “camper dei diritti” della Cgil sarà a Firenze e provincia, per tre giorni: sarà l’occasione per dare visibilità, fare volantinaggi e distribuire materiali sulla campagna per i due referendum lanciati dal sindacato (abolizione dei voucher, responsabilità solidale negli appalti). Queste le tappe del camper: domani sera dopo le ore 19 giro in centro città; mercoledì stazione di Campo di Marte (ore 7:30-8:30), mercato delle Cure (9-10), mercato di Pontassieve (10:30-12), centro commerciale I Gigli (12:30-14), zona Beccaria-Gioberti-Borgo la Croce (16-19); giovedì mercato di Empoli (ore 8:30-11:30), zona Careggi (12-14), zona stadio a Campo di Marte (18:30-20:30, in occasione della partita di calcio di Europa League Fiorentina-Borussia Monchengladbach).

Invitiamo di nuovo il Governo a fissare la data del voto per i due referendum della Cgil, e il Parlamento a discutere della proposta di legge della Cgil della Carta dei diritti universali del lavoro, il nuovo statuto dei lavoratori, spiega Paola Galgani, segretaria generale Cgil Firenze.

LA STORIA DI ELISA E IL BOOM DI VOUCHER A FIRENZE

"Qualche anno fa Elisa ha iniziato a lavorare come colf, la mattina e il pomeriggio. I primi mesi lo fa al nero, poi per qualche mese ha un contratto a tempo determinato, con varie proroghe. Dopo, lavora altri mesi pagata a voucher, sempre coprendo lo stesso orario. Francesca ha quindi detto ‘basta’ e ha deciso di aprire una vertenza, rivolgendosi a un apposito ufficio Cgil della provincia fiorentina. Il nome (Elisa) è di fantasia ma la storia è vera, e ce ne sono sempre di più analoghe di persone pagate in modo irregolare a voucher che, nel fiorentino, decidono di aprire una vertenza" racconta il sindacato.

Intanto, l’Inps ha fornito i numeri dei voucher (equivalenti 10,00 euro) che sono stati acquistati nella provincia di Firenze nel 2016: un totale di ben 2 milioni e 657mila, cifra senza precedenti. "Quasi 600mila sono stati spesi nel turismo e nel commercio, circa 300mila nei servizi (settore separato da giardinaggio, lavori domestici e agricoltura); quindi, si dimostra apertamente un uso distorto agli interessi dei datori di lavoro, senza alcun criterio di occasionalità o lavoro da considerarsi accessorio.

Nei settori del commercio e del turismo, che sul territorio fiorentino rappresentano una parte assai consistente del volume economico locale, sono a disposizione un'ampia gamma di contratti: stagionali, part time, week end, a chiamata, eccetera; tutti appositamente consentiti per far fronte ad occasioni impreviste, eccezionali, di picchi di attività ma, evidentemente, ciò che più garantisce le necessità del mercato sono giustappunto i voucher". Perché? "In primo luogo perché costano meno, in secondo luogo perché coprono legalmente una quota e un'altra buona parte può restare a nero; in terzo luogo, ultimo ma il più significativo, perché tramite il voucher non intercorre nessun rapporto.

Non c'è traccia di accettazione da parte dell'interessato, non c'è nessun legame tra titolare e utilizzatore, tu lavori per me, io ti do il voucher, domani non ti chiamo, non ti do niente, posso anche chiamarti tutti i giorni per mesi e poi stop, senza che questo implichi nessuna spiegazione, interruzione. Chi resta senza lavoro non può avvalersi della disoccupazione, d'altronde non c'è nessuno che ti ha licenziato”, spiega Barbara Orlandi della segreteria di Cgil Firenze. Che aggiunge, facendo riferimento ai due refrendum proposti dalla Cgil (abolizione dei voucher, responsabilità solidale negli appalti): “Dobbiamo abolire lo strumento dei voucher e ricondurlo ad una stringente modalità contrattuale di utilizzo, per quei lavori, saltuari, accessori e occasionali che non rientrano in nessuna altra forma contrattuale e per i quali non può più esserci il lavoro a nero.

Abolirli con un sì, insieme al sì per la responsabilità principale al committente di un appalto. Servono due sì per liberare il lavoro, liberarsi dallo sfruttamento degli impropri voucher e liberarsi dall’essere dipendenti di appalti senza la garanzia di un titolare propriamente responsabile”.

In evidenza