Coronavirus: 91 nuovi casi e un decesso

Domenica 13 settembre 2020 33 guarigioni. 35 positivi solo nella Asl Toscana nord ovest. Gelli (Fondazione Italia in Salute) “Ora abbiamo esperienza e strumenti per affrontare la pandemia”. Studio USA sui contagi al ristorante, Confcommercio: "In quelli italiani non si è generato ad oggi alcun focolaio”

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
13 settembre 2020 18:29
Coronavirus: 91 nuovi casi e un decesso

In Toscana sono 13.114 i casi di positività al Coronavirus, 91 in più rispetto a ieri (17 identificati in corso di tracciamento e 74 da attività di screening). I nuovi casi sono lo 0,7% in più rispetto al totale del giorno precedente. I guariti crescono dello 0,3% e raggiungono quota 9.506 (72,5% dei casi totali). I test eseguiti hanno raggiunto quota 630.201, 6.737 in più rispetto a ieri. Gli attualmente positivi sono oggi 2.459, +2,4% rispetto a ieri. I ricoverati sono 97 (5 in più rispetto a ieri), di cui 17 in terapia intensiva (1 in meno). Purtroppo, oggi si registra 1 nuovo decesso: una donna di 86 anni.

L'età media dei 91 casi odierni è di 44 anni (il 20% ha meno di 26 anni, il 29% tra 26 e 40 anni, il 32% tra 41 e 65 anni, il 19% ha più di 65 anni) e, per quanto riguarda gli stati clinici, il 79% è risultato asintomatico, il 13% pauci-sintomatico. Delle 91 positività odierne, 8 casi sono ricollegabili a rientri dall'estero. 3 casi individuati grazie ai controlli attivati nei porti e stazioni con l'ordinanza n.80 della Regione Toscana, di cui 2 riferibili a cittadini residenti fuori regione. Il 42% della casistica è un contatto collegato a un precedente caso.

Di seguito i casi di positività sul territorio con la variazione rispetto a ieri. Sono 3.927 i casi complessivi ad oggi a Firenze (24 in più rispetto a ieri), 731 a Prato (11 in più), 918 a Pistoia (4 in più), 1.409 a Massa (12 in più), 1.642 a Lucca (6 in più), 1.233 a Pisa (6 in più), 638 a Livorno (11 in più), 996 ad Arezzo (10 in più), 550 a Siena (2 in più), 533 a Grosseto (3 in più). Sono 537 i casi positivi notificati in Toscana, ma residenti in altre regioni (2 in più). Sono 39 quindi i casi riscontrati oggi nell'Asl Centro, 35 nella Nord Ovest, 15 nella Sud est. La Toscana si conferma al 10° posto in Italia come numerosità di casi (comprensivi di residenti e non residenti), con circa 352 casi per 100.000 abitanti (media italiana circa 474 x100.000, dato di ieri). Le province di notifica con il tasso più alto sono Massa Carrara con 723 casi x100.000 abitanti, Lucca con 423, Firenze con 388, la più bassa Livorno con 191.

Complessivamente, 2.362 persone sono in isolamento a casa, poiché presentano sintomi lievi che non richiedono cure ospedaliere, o risultano prive di sintomi (52 in più rispetto a ieri, più 2,3%). Sono 4.101 (103 in meno rispetto a ieri, meno 2,5%) le persone, anch'esse isolate, in sorveglianza attiva perché hanno avuto contatti con persone contagiate (ASL Centro 1.566, Nord Ovest 1.830, Sud Est 705).

Le persone ricoverate nei posti letto dedicati ai pazienti COVID oggi sono complessivamente 97 (5 in più rispetto a ieri, più 5,4%), 17 in terapia intensiva (1 in meno rispetto a ieri, meno 5,6%).

Le persone complessivamente guarite sono 9.506 (33 in più rispetto a ieri, più 0,3%): 201 persone clinicamente guarite (9 in più rispetto a ieri, più 4,7%), divenute cioè asintomatiche dopo aver presentato manifestazioni cliniche associate all'infezione e 9.305 (24 in più rispetto a ieri, più 0,3%) dichiarate guarite a tutti gli effetti, le cosiddette guarigioni virali, con doppio tampone negativo.

Purtroppo, oggi si registra 1 nuovo decesso: una donna di 86 anni deceduta a Pisa. Sono 1.149 i deceduti dall'inizio dell'epidemia cosi ripartiti: 418 a Firenze, 52 a Prato, 81 a Pistoia, 176 a Massa Carrara, 148 a Lucca, 93 a Pisa, 65 a Livorno, 50 ad Arezzo, 33 a Siena, 25 a Grosseto, 8 persone sono decedute sul suolo toscano ma erano residenti fuori regione. Il tasso grezzo di mortalità toscano (numero di deceduti/popolazione residente) per Covid-19 è di 30,8 x100.000 residenti contro il 59,0 x100.000 della media italiana (11° regione). Per quanto riguarda le province, il tasso di mortalità più alto si riscontra a Massa Carrara (90,3 x100.000), Firenze (41,3 x100.000) e Lucca (38,2 x100.000), il più basso a Grosseto (11,3 x100.000).

"L'emergenza Covid ha fatto ben comprendere come la Protezione Civile, nonostante resti uno strumento fondamentale nella gestione delle maxi emergenze, si sia trovata in grande difficoltà nella gestione di una maxi emergenza non convenzionale come la pandemia. Dall'esperienza maturata in questi mesi abbiamo imparato come migliorare il nostro intervento. Il volume che oggi presentiamo può rappresentare uno dei pilastri utili a dare risposte immediate su come poter gestire in futuro situazioni analoghe a quelle recentemente vissute".

Così Federico Gelli, presidente della Fondazione Italia in Salute, venerdì mattina ad Empoli nel corso della presentazione del volume “La gestione del rischio nelle maxi emergenze. Il metodo Sismax” promosso proprio dalla Fondazione Italia in Salute con la collaborazione di Cesvot, Luiss Business School e Ordine di Malta, ha fatto il punto sulla situazione legata all'epidemia da Covid-19. “Si tratta della prima realizzazione di un testo di grande valore sotto il profilo scientifico.

Abbiamo deciso di chiamarlo manuale proprio perché tende a declinare con chiarezza le modalità con le quali si debbano gestire le maxi emergenze. Presentiamo nel volume un metodo chiamato Sismax, nato proprio in Toscana, nel quale affrontiamo anche quanto accaduto con la pandemia causata dal Covid-19. L'argomento, di stringente attualità - spiega Gelli - è stato affrontato attraverso interventi dettagliati nei quali si dà conto di come gestire il fenomeno sia dal punto di vista epidemiologico che terapeutico e della gestione dell'emergenza.

Il manuale è corredato inoltre di tape cartacei che potranno servire alla catena di comando dei vari operatori sanitari per la gestione delle competenze e per la scelta delle priorità a fronte di un qualsiasi tipo di maxi emergenza". La pandemia, conclude Gelli, “non è superata, dobbiamo stare sempre attenti, soprattutto durante i momenti di incontro e di convivialità. Penso ad esempio alla riapertura delle scuole: non c’è rischio solo nelle aule, ma anche nelle feste e nei compleanni”

 “Chiediamo agli organi di informazione senso di responsabilità e completezza di informazione, senza cedere al virus – dannoso quanto il Covid – del sensazionalismo a tutti i costi”. Così, Roberto Calugi, direttore generale di Fipe-Confcommercio, Federazione Italiana Pubblici Esercizi, ha commentato la notizia riportata da alcuni media di una ricerca statunitense secondo la quale aumenterebbe il rischio di contagio tra i frequentatori di ristoranti.

Questa ricerca – ha commentato il noto virologo Francesco Spinazzola - è stata realizzata su 150 casi: direi che non occorre essere luminari di scienza statistica per dire che 150 casi sono un campione assolutamente scarso e poco significativo sul quale non è possibile formulare alcuna considerazione di carattere generale. Inoltre, la ricerca si è svolta in alcune città degli Stati Uniti, dove la maggior parte dei ristornati è all’interno di grandi centri commerciali ed è quindi avventuroso affermare che il contagio sia avvenuto nel ristorante o in altro esercizio commerciale. Negli Stati Uniti, tra l’altro, non sono state applicate in maniera omogenea tutte le regole e le limitazioni come invece è avvenuto in Italia.

Infine – continua il Professor Spinazzola - l’unico dato certo fino ad oggi è che nei ristoranti italiani non sono stati registrati significativi casi di contagio e che, là dove sono state rispettate le regole di distanziamento, di utilizzo della mascherina, di sanificazione periodica, il virus non l’ha avuta vinta”.

I nostri ristoranti sono un luogo sicuro, lo dimostra il fatto che questa estate, in cui l’affluenza in certi luoghi è stata significativa, non si sono segnalate criticità. – conclude Roberto CalugiDel resto, sono gli stessi ricercatori che, nel commentare il loro lavoro, consigliano che per ridurre i rischi di contagio nei ristorati vengano adottate misure di distanziamento che i ristoratori italiani hanno assunto e rispettano fin dal momento della riapertura. Per questo suggeriamo ai nostri media di riportare la ricerca nella sua completezza. La rincorsa – comprensibile – al titolo acchiappa lettori non può prescindere però dalla consapevolezza che un titolo fuorviante può compromettere il lavoro di migliaia di imprenditori, di migliaia di lavoratori e delle loro famiglie”.

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