Liberazione di Firenze: contestazioni pro-pal l'11 agosto

Nonostante l'intervento della sindaca Funaro. Preoccupazione dell'Associazione Amici di Israele

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
12 Agosto 2025 18:21
Liberazione di Firenze: contestazioni pro-pal l'11 agosto

"Oggi, mentre celebriamo la nostra libertà riconquistata, non possiamo voltare lo sguardo altrove. Da Firenze, città della Resistenza, che ha conosciuto l’occupazione e la ferocia del regime nazifascista, che ha visto crollare i suoi ponti e bruciare le sue case, che ha contato i suoi morti e pianto i suoi bambini, non possiamo ignorare ciò che sta accadendo nel mondo e, soprattutto, a Gaza -è intervenuta la sindaca Sara Funaro ieri mattina dall'arengario di Palazzo Vecchio in occasione delle celebrazioni per la Liberazione di Firenze- Le immagini che arrivano da lì ci spezzano il cuore. Migliaia di vite annientate, tra cui tantissimi bambini. Una popolazione stremata, affamata, privata del diritto alla cura, alla sicurezza, alla speranza. È una ferita aperta nel corpo dell’umanità.

Lo scorso 27 luglio Firenze ha aderito alla campagna nazionale “Gaza muore di fame: disertiamo il silenzio”, facendo risuonare la Campana Grande di Palazzo Vecchio, e pochi giorni fa, in segno di protesta contro il piano di Israele per il controllo militare della Striscia di Gaza, abbiamo spento per una notte le luci della Torre di Arnolfo e delle Porte Storiche della città.

Un gesto simbolico, ma forte, capace di accendere le coscienze. Per dire No a un piano di occupazione che si abbatte su un popolo già piegato da una tragedia umanitaria di proporzioni inaudite. Per dare voce a Firenze e a tutti coloro che non si rassegnano all’orrore e condannano le atroci azioni di Netanyahu e del suo governo, che stanno violando i diritti umani e compiendo un massacro che sembra non avere fine.

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Questa guerra scellerata deve fermarsi. Basta al massacro, basta alle sofferenze. Firenze sta compiendo atti concreti ospitando le famiglie palestinesi, e lo facciamo fin dall'inizio. Firenze non resterà mai in silenzio di fronte alla morte dei civili, degli innocenti, di chi non ha voce e degli ostaggi israeliani.

In occasione della Festa della Repubblica, da Palazzo Vecchio abbiamo proiettato una sola parola: “Basta”. Basta alle bombe. Basta al diritto calpestato. Basta al massacro. È il grido di pace di una città che ha conosciuto il dolore, ma ha scelto - allora come oggi - di stare dalla parte della giustizia, dei diritti e della libertà.

Ed è il grido di Firenze, la nostra città, che ha tra i suoi valori più profondi la pace, la solidarietà e il dialogo tra i popoli; una città che non si volta dall’altra parte (non l’ha mai fatto) e continuerà a farsi sentire: chiedendo il cessate il fuoco sui civili palestinesi, aiuti umanitari per una popolazione che da troppo tempo è in ginocchio, la liberazione degli ostaggi detenuti da Hamas in modo crudele e la pace, soprattutto la pace, tra palestinesi e israeliani. C’è un popolo che sta scendendo in piazza anche lì. Un popolo di palestinesi e di israeliani che protestano contro le atrocità del Governo di Netanyahu".

Ma mentre la sindaca parlava in piazza una ventina di persone hanno fatto uso improprio della Liberazione, trasformandole, come accade ormai spesso, nel megafono della causa palestinese. Persino l'Onorevole Nardella, presente ieri alle celebrazioni, ha stigmatizzato la mancanza di rispetto e le contestazioni che hanno la cerimonia di Firenze.

"Abbiamo scelto di essere, come ogni anno, in piazza della Signoria alle 07:00, con una bandiera della Palestina e abbiamo sentito le parole pronunciate a voce alta da una parte della cittadinanza che ha scelto di partecipare al corteo da piazza dell'Unità a Palazzo Vecchio -dichiara Dmitrij Palagi di Sinistra Progetto Comune- non pretendiamo che l'Onorevole Nardella e la Sindaca Funaro condividano la posizione di chi contesta al nostro Comune di non fare abbastanza per il popolo palestinese: ma dire che non si capisce e poi ribadire che in fondo si sta dalla stessa parte è una provocazione, persino una mancanza di rispetto.

Ieri in piazza della Signoria si è tenuto lontano chi non aveva diritto di sede nella zona ufficiale. È un modo sbagliato di ricordare l'11 agosto e presenteremo una mozione perché una cosa simile non si ripeta. L'antifascismo dovrebbe insegnare la capacità di capire chi ha posizioni diverse, soprattutto quando si ha un ruolo di potere sulla base di un mandato elettorale.

Pur apprezzando i suoni delle campane e le luci spente, che sono sempre più del silenzio, riteniamo inoltre importante che si agisca sui rapporti istituzionali, economici e diplomatici che il Comune ha con Israele e le aziende che sostengono il Governo Netanyahu".

L’Associazione Fiorentina Amici di Israele, attraverso il suo presidente Kishore Bombaci, esprime profonda preoccupazione: «L’11 agosto è una giornata di memoria condivisa e di unità civile per la città di Firenze – dichiara Bombaci – ma è stata trasformata nell'ennesima occasione per fare propaganda spiccia su quando accade a Gaza. Oltre al fatto che la Liberazione di Firenze fu la sconfitta del nazifascismo e di tutte le ideologie di odio, ed è fuori-luogo che sia stata oscurata e ridotta a palcoscenico dove mettere in scena l'odio contro il popolo israeliano».

L’Associazione sottolinea, tra l'altro, il grande controsenso storico, in antitesi con i valori trasmessi dalla celebrazione, dati i legami diretti fra il nazismo e leader arabi della Palestina Mandataria che avevano come comun denominatore proprio l’antisemitismo.

«Puntare sulla verità storica – prosegue Bombaci – non è solo sinonimo di onestà intellettuale. È un dovere delle istituzioni, a partire dal Sindaco, il quale dovrebbe conoscere la storia e quindi impedire che eventi simbolo dell’antifascismo diventino strumento di una propaganda che legittima, seppure indirettamente, organizzazioni terroristiche».

L'Associazione Fiorentina Amici di Israele chiede alle autorità cittadine uno sforzo maggiore per preservare la verità assicurando che ogni vittima della violenza e del terrorismo riceva pari rispetto e dignità, comprese le vittime israeliane del 7 ottobre e gli ostaggi ancora prigionieri a Gaza.

«Il messaggio della Liberazione – conclude Bombaci – è libertà da ogni oppressione e condanna di ogni totalitarismo, passato o presente. Tradire questo spirito significa tradire la memoria stessa che intendiamo onorare».

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