Caccia: al via la nuova organizzazione degli ambiti territoriali

L’aula ha votato a maggioranza la legge d’iniziativa consiliare che riduce a nove gli Atc e introduce un diverso modello gestionale. Romanelli (SEL): “Dalla Regione Toscana un bel regalo di Natale ai cacciatori”

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
25 dicembre 2014 21:21
Caccia: al via la nuova organizzazione degli ambiti territoriali

E’ stata approvata dalla Regione Toscana la Finanziaria regionale e con essa un provvedimento collegato, che prevede una forte revisione della legge regionale sulla caccia e più precisamente:

- riduzione della tassa annuale regionale per esercitare la caccia, ridotta a soli 23,00 euro.

- ampliamento degli Ambiti Territoriali di Caccia, che diventano solo nove in tutta la Regione;

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- privatizzazione della connotazione giuridica dei Comitati di gestione degli ATC.

Gli ambiti territoriali di caccia (Atc) della Toscana saranno ridotti a nove e sarà introdotto un nuovo modello gestionale. Nello stesso tempo è stata aumentata invece la destinazione di risorse alle associazioni dei cacciatori, passando dal 2,5 all'8% delle tasse regionali. E’ quanto previsto dalla legge d’iniziativa consiliare, approvata a maggioranza dall’aula. Su 37 votanti 32 hanno votato a favore e 4 contro.

Come ricordato dal presidente della commissione Agricoltura Loris Rossetti (Pd) gli elementi di novità dell’atto riguardano la riduzione degli Atc, il nuovo modello di gestione e il periodo di transizione dal vecchio al nuovo regime. Insieme alla legge è stata approvata anche una proposta di risoluzione della commissione agricoltura che impegna la Giunta, in attesa che gli Ambiti territoriali di caccia si dotino di propri statuti, a garantire la più ampia partecipazione delle associazioni rappresentative presenti sul territorio con un’adeguata rappresentanza nel comitato di gestione.I confini dei nove Atc corrisponderanno a quelli delle province e saranno indicati con il nome della città capoluogo.

Firenze e Prato formeranno un solo ambito territoriale. Nel piano faunistico venatorio potranno essere istituiti dei sottoambiti, che però non potranno costituire organi di tipo amministrativo. Sarà un’assemblea dei delegati, eletti dai cacciatori, dalle aziende agricole, dalle associazioni ambientaliste riconosciute, residenti nel territorio interessato, ad approvare gli atti fondamentali, come lo statuto, il bilancio di previsione, il conto consuntivo.L’organo responsabile dell’amministrazione sarà il comitato di gestione, composto dai rappresentanti delle organizzazioni professionali agricole e dalle associazioni venatorie (60%), dai rappresentanti di associazioni di protezione ambientale (20%) e rappresentanti degli enti locali (20%).

Sarà il comitato di gestione a decidere la quota di iscrizione all’Atc, sulla base di importi minimi e massimi fissati dalla Giunta regionale. Il collegio dei revisori di tre componenti sarà presieduto da quello indicato dal Consiglio regionale.La Regione, per garantire il coordinamento delle attività di gestione, svolgerà un’attenta verifica e potrà impartire specifiche direttive, che, in caso di inosservanza, potranno far scattare il commissariamento. Per garantirne la funzionalità, la Commissione consultiva, istituita presso la Giunta regionale, potrà essere nominata in presenza di più della metà delle designazioni, fatte salve le successive integrazioni.Per assicurare la costituzione dei nuovi Atc entro aprile 2015 ed il passaggio di competenze entro il 15 giugno successivo, sono previste specifiche norme transitorie.

Per la stagione venatoria 2015/2016 la quota di iscrizione all’Atc è fissata in almeno 100 euro.Claudio Marignani (FI), dopo aver ricordato che l’atto ricalca in qualche modo una interrogazione del proprio gruppo, in merito alla valutazione di riforma degli Atc, ha annunciato il voto favorevole. “Resta da chiarire come sarà la gestione effettiva degli Atc al momento delle disparità economiche – ha affermato – dettate dai versamenti di chi ha più cacciatori; l’assessore ha comunque preso l’impegno di valutare la questione”.

Voto negativo invece per Marta Gazzarri (Tcr), “per la diversa visione sul controllo della caccia e per l’eccessivo potere riservato agli Atc”. Stessa espressione di voto anche per Gabriele Chiurli (Gruppo misto): “riduciamo gli Atc per poi fare i sottoambiti e accontentare tutti; a chi vanno i soldi pubblici, grazie all’aumento della quota di iscrizione agli ambiti?”. Il consigliere Marco Taradash (Ncd) ha espresso contrarietà alla commissione di controllo come diretta diramazione della Regione e alla “particolare disciplina riservata agli Atc”: “se volete fare lottizzazione della caccia fate voi”, ha affermato.

Di “livello di soddisfazione sufficiente” ha parlato il presidente di Forza Italia Giovanni Santini che, riprendendo l’intervento di Marignani, si è soffermato in particolare sull’importanza dei controlli e del ruolo di primo piano della Regione. “Sono soddisfatto dell’esito del provvedimento perché è un passo avanti per abbandonare una situazione scorretta”, ha concluso.

Di “buona legge e di giusta direzione intrapresa” ha detto anche Antonio Gambetta Vianna (Più Toscana), favorevole alla diminuzione degli Atc e alla gestione da parte dei cacciatori.

L’assessore Gianni Salvadori, ringraziando il Consiglio regionale per la collaborazione, ha ricordato che è stato seguito il criterio della trasparenza e della natura giuridica degli organi, in uno stretto collegamento con le professionalità presenti nel sistema delle province e con le Università. E intervenendo su un emendamento relativo ai criteri per l’acquisizione di lavori, beni, servizi e forniture da parte degli Atc, per favorire la funzionalità degli ambiti, l’assessore ha fatto presente che “il richiamo alla normativa comunitaria potrebbe determinare l’assoggettabilità di tutti gli interventi, anche a favore delle aziende agricole, a regime degli aiuti di stato, più restrittivo e cogente”.

Da qui una serie di interventi dei firmatari (Marco Remaschi, Ivan Ferrucci, Lucia De Robertis, Paolo Marini, Mauro Romanelli e Marco Manneschi) e infine il sub-emendamento di Giovanni Donzelli (FdI), approvato dall’aula, che elimina il riferimento alla descipina comunitaria.

“Ultime votazioni del 2014 e della legislatura regionale e come al solito, al primo posto senza nemmeno partita, il tema che più di ogni altro è nel cuore dei politici toscani è la caccia” - queste le caustiche dichiarazioni del Consigliere Regionale di Sinistra Ecologia e Libertà Mauro Romanelli. “Il Partito Democratico ha, infatti, portato in aula una legge di riforma degli Ambiti Territoriali di Caccia, riforma che inizialmente era contenuta addirittura nei primi articoli della Finanziaria”.

“Con tale atto, in sintesi e per andare al succo, d’ora in poi gli ATC saranno finanziati non più dalla Regione, con i proventi della tassa di concessione venatoria, ma direttamente dai cacciatori stessi, con il rischio di una gestione molto più discrezionale delle risorse”. “Durante il dibattito – continua Romanelli – sono fortunatamente passati emendamenti migliorativi, che ho firmato sostenendo proposte di alcuni colleghi del pd e di altri gruppi meno estremisti nell'ossequio al mondo venatorio, ma resta forte la tentazione da parte del partito delle doppiette di voler gestire questi enti in maniera sempre più privatistica, mal sopportando i controlli e i vincoli legati alla gestione che ordinariamente si deve fare del denaro pubblico”.

“Insomma anche oggi, per l’ennesima volta, assistiamo a un regalo alle doppiette della nostra regione, come se fossero state fino ad adesso maltrattate: il mio voto non è quindi potuto essere che contrario” termina l’esponente di SEL.

Per Legambiente e WWF si tratta di una decisione inaccettabile, con cui la Regione Toscana continua a favorire gli interessi di pochissimi (le associazioni dei cacciatori) nei confronti del bene di tutti (la tutela della fauna e dell'ambiente). In una situazione di crisi in cui la Regione taglia su tutto, anche nei settori più critici come la Sanità, alle associazioni dei cacciatori regala l'8% delle tasse regionali. Questi fondi, che la Regione ha deciso di assegnare alle Associazioni venatorie per pagare con soldi pubblici strutture private (regalie), dovevano essere destinati – continuano WWF e Legambiente – ai rimborsi e alle opere di prevenzione per i danni alle colture agricole. queste condizioni, Legambiente e WWF ritengono totalmente fallita la politica regionale di gestione dell'attività venatoria in Toscana e usciranno da tutti i comitati di gestione degli ATC.

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