A Firenze cittadini a caccia di cinghiali, attenzione hanno mangiato la foglia

Denunciati due cacciatori che utilizzavano un sofisticato apparecchio acustico elettromagnetico come richiamo

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
05 novembre 2014 14:13
A Firenze cittadini a caccia di cinghiali, attenzione hanno mangiato la foglia

La città teme i cinghiali, non per scarsa conoscenza dell'animale, ma perché a prescindere dai danni provocati agli agricoltori, acerrimi nemici dei "ricercati", sussiste l'alto pericolo di danni personali risultando gli ungulati tra i maggiori fautori di incidenti stradali mortali.Il cinghiale "l'insieme di agilità, forza, resistenza, tenacia e furbizia dell'animale tende a vanificare qualsiasi operazione di cattura e qualora il selvatico sia un adulto possono mettere anche a rischio l'incolumità del personale che effettua l'intervento".

Per contenere la presenza di ungulati la Polizia provinciale ha lanciato lo scorso 8 settembre l'operazione "Affrico".  Nel mese di settembre le segnalazioni telefoniche da parte di cittadini sulla presenza di selvatici sono state più insistenti, contemporaneamente è pervenuta al Comando della Polizia Provinciale e all'Ufficio Caccia della Provincia una serie di richieste di intervento per danni provocati a giardini, orti nonchè per l'incolumità pubblica, da parte di cittadini che lamentavano la presenza di cinghiali nella zona circoscritta tra Viale Augusto Righi, Via di S.

Domenico, via Benedetto da Maiano e via del Salviatino. Da una prima verifica è stata stimata una presenza di circa 25-30 unità.  Estremamente difficoltoso e inopportuno svolgere attività di contenimento della specie con l'utilizzo di armi da fuoco, pertanto è stato deciso di tentare un'attività di cattura con il metodo del trappolaggio selettivo. Trappole selettive con controllo da remoto, con fotocamera ad infrarossi; le trappole vengono monitorate direttamente dalla Centrale Operativa. Nella seconda quindicina del mese di settembre e i primi di ottobre sono stati catturati ben 36 cinghiali, che sono stati "incassettati" sul posto in casse da trasporto idonee allo scopo. Il successo dell'operazione è dovuto anche grazie alla collaborazione dei cittadini che abitano nella zona.

Basta un qualsiasi disturbo in prossimità delle trappole, anche soltanto olfattivo, perché venga vanificata l'efficienza del mezzo di cattura.Nella zona vi sono ancora dai 4 ai 7 cinghiali, che difficilmente potranno essere catturati: con la caduta delle ghiande questi trovano un'abbondante alimentazione sul terreno e quindi non sono attratti dal cibo posto all'interno delle trappole. Inoltre questi ultimi cinghiali rimasti, essendo stati probabilmente testimoni della cattura di soggetti del loro branco, sono ancor più diffidenti del solito nei confronti delle trappole. In considerazione dell'alta prolificità della specie la situazione desta comunque preoccupazione in quanto il prossimo anno, con la nascita delle nuove figliate, avremo comunque delle problematiche provocate alla presenza di questi ungulati. La Polizia Provinciale è chiamata, sempre più spesso, a svolgere interventi su fauna selvatica presente all'interno di centri abitati, aree antropizzate o in prossimità di insediamenti urbani. Le richieste di intervento giungono sia da privati cittadini sia dalle Istituzioni ed hanno sempre carattere di urgenza. Le specie maggiormente interessate dagli interventi sono: la nutria (oggi non più di competenza della Provincia), l'istrice, il capriolo e il cinghiale.

Per quanto concerne le prime due specie non vi sono grossi problemi operativi, spesso l'intervento dura pochi minuti, il tempo necessario per bloccare il selvatico con apposita strumentazione, "incassettarlo" e quindi successivamente liberarlo in luogo idoneo. Per operare in sicurezza possono essere allontanate le persone presenti e momentaneamente sospesa la circolazione stradale. La fauna di grossa taglia, particolarmente mobile, difficilmente catturabile, sia per le dimensioni che per l'agilità, il rischio che durante l'attività di cattura il selvatico possa fuggire causando incidenti è alto.

 A Prato sono stati denunciati alla Procura della Repubblica due cacciatori sorpresi dalla Polizia provinciale mentre stavano utilizzando un sofisticato apparecchio acustico elettromagnetico in un appostamento fisso a San Giorgio a Colonica. L'intervento, svolto nel fine settimana scorso insieme alle Guardie venatorie volontarie della Federcaccia di Prato, ha permesso di individuare in un appostamento fisso regolarmente autorizzato l'utilizzo di un richiamo acustico che riproduceva, in modo artificiale, il canto degli uccelli, così da attirarli e abbatterli. “Il registratore, un strumento dal costo elevato che si aggira sui 1000 euro, è munito di amplificatore del suono ed era occultato sopra una pianta posta di fronte all'appostamento fisso – spiega il comandante della Polizia provinciale Michele Pellegrini - Veniva usato attraverso un telecomando in possesso di uno dei due cacciatori”.

Vista la flagranza di reato si è proceduto al sequestro delle armi, delle munizioni, del registratore e di tutta la selvaggina abbattuta. Ai due cacciatori sono state elevate anche alcune sanzioni amministrative per l'utilizzo di richiami vivi non regolarmente detenuti. 

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