Bici sulle preferenziali, è polemica

Critici i sindacati di Ataf e anche Aduc per la presunta pericolosità di transito

Stefania
Stefania Guernieri
13 agosto 2014 15:35
Bici sulle preferenziali, è polemica

FIRENZE - L'assessore alla mobilità Stefano Giorgetti ha acconsentito in questi giorni tramite una determina firmata dal dirigente del traffico Vincenzo Tartaglia, che le bici possano percorrere le corsie preferenziali. Si tratta di sei strade, che era off limits e sono: via Sestese, via Guido Monaco, via del Ponte alle Mosse, via del Ponte di Mezzo, viale Gaetano Pieraccini, via della Scala. La decisione sarebbe arrivata sulla scorta di alcune richiesta fatte dalle associazioni di ciclisti, che da tempo segnalavano la pericolosità di certe strade proprio a causa della presenza delle corsie preferenziali, vietate, di fatto alle bici. 

Ma tale decisione ha già suscitato non poco scalpore, e alcuni sindacati dei lavoratori dei mezzi pubblici si sono già espressi in maniera negativa circa il provvedimento. 

"La Segreteria Aziendale FIT-CISL - si legge in una nota - in merito al provvedimento recentemente adottato dal Comune di Firenze, con il quale si autorizza il transito delle biciclette da sei corsie preferenziali, con la presente vuole esprimere tutto il proprio dissenso e tutta la propria preoccupazione. Gli evidenti problemi di sicurezza legati alla circolazione delle biciclette nelle corsie preferenziali, che di fatto avviene anche senza alcun provvedimento del Comune, sono noti al personale che lavora quotidianamente sui mezzi pubblici ed a quanto pare, visto il provvedimento, sono stati pesantemente sottovalutati dagli uffici competenti".

"Molti ciclisti - aggiunge la nota - sono attenti e rispettano in pieno il codice della strada, ma spesso a creare pericolo è il comportamento di alcuni indisciplinati che percorrono le corsie preferenziali nei modi più impensabili e rischiosi: contromano, distanti dal marciapiede, con il telefonino in mano, con gli auricolari nelle orecchie, facendo manovre improvvise". "Ricordiamo che un autobus pesa diverse tonnellate e che, pur andando a velocità ridotta, ha spazi di frenata molti lunghi avendo a bordo persone in piedi; la bicicletta invece può frenare in un metro ed il fatto più pericoloso è che non ha una luce di stop, quindi in caso di frenata improvvisa sta allo sguardo dell’autista e alla sua prontezza frenare senza fare male a nessuno.

Sorpasso. Siamo proprio sicuri che in una città come Firenze sia possibile sorpassare una bicicletta senza commettere infrazioni al C.d.S.? Prima di tutto la bicicletta deve viaggiare vicina al marciapiede, cosa per niente scontata, e poi dovrebbe rimanere uno spazio sufficiente (senza riga continua) per sorpassare in piena sicurezza, passando ad almeno un metro e mezzo alla sinistra della bicicletta. Controlli. E chi controllerà il corretto comportamento delle biciclette? Ad oggi vediamo strade molto importanti per il trasporto pubblico, vedi via La Marmora, che hanno nei pressi una pista ciclabile e che vengono letteralmente invase dai ciclisti, i quali si mettono davanti ai bus senza dar loro nessuna possibilità di sorpasso.

Vediamo piste ciclabili ignorate, diritti di precedenza solo virtuali, marciapiedi e attraversamenti pedonali usati come piste ciclabili. Senza nessun controllo da parte della Polizia Municipale. Come Segreteria FIT-CISL non ci dovremmo preoccupare di provvedimenti come questi?"

"Pertanto chiediamo non solo che il provvedimento venga ritirato al più presto, ma chiediamo anche maggiori controlli in strada per la tutela della sicurezza e della puntualità del trasporto pubblico. Che non si aspettino eventi spiacevoli per mettere in discussione un provvedimento che fa trasparire una sconcertante superficialità nel trattare la questione".  

Dello stesso parere anche Filt Cgil Ataf Gestioni che ricordando la vittoria di Nibali all'ultimo tour de France, scrive: "Vorremmo far presente al Comune e all'assessore Giorgetti che i provvedimenti presi sull'onda dell'entusiasmo, spesso non si rivelano corretti, né tantomeno funzionali. Peggio che mai, poi, sarebbe se provvedimenti come quelli di autorizzare il transito delle biciclette nelle preferenziali di via della Scala, del Ponte di Mezzo, via Guido Monaco, via Sestese, viale Pieraccini e Ponte alle Mosse, fossero stati presi dopo averci riflettuto ed averne discusso, perché sarebbe bastato che qualcuno avesse consultato i diretti interessati, che di corsie preferenziali ne sanno qualcosa, per far capire al Comune e alle Associazioni dei ciclisti, che far transitare nelle corsie preferenziali le bici ne vanifica totalmente la funzione, e soprattutto, è pericoloso per i ciclisti stessi.

Inoltre, vista la ridotta velocità alla quale si muove un normale ciclista sarebbe opportuno che nelle uniche corsie dove il bus dovrebbe trovare libero scorrimento, eviti di trovarsi invece a dover stare in coda ad una bicicletta, dato che il sorpasso, oggettivamente difficoltoso, non sarebbe neppure consentito dalla presenza della doppia striscia continua. Il servizio, che già oggi patisce notevoli difficoltà, non potrà che peggiorare. Consigliamo l'Amministrazione a seguire il buon senso dimostrato dal Governo in tema di percorrenza in controsenso delle strade a senso unico di marcia da parte dei ciclisti.

Ricordiamo che i dati dell'Organizzazione Mondiale della Sanità indicano il 50% di vittime nei cosiddetti soggetti deboli. Ci aspettiamo quindi, che dall'amministrazione possano giungere provvedimenti tesi ad agevolare il trasporto pubblico, prima ancora che a penalizzarlo, ricordando che un trasporto pubblico che funziona e che attrae utenza è funzionale a ridurre l'inquinamento quanto e più della bicicletta, ricordando all'assessore che siamo pienamente disponibili a un confronto nel merito". 

Infine, anche il parere negativo di Aduc, per una serie di motivi sotto elecanti legati sia alla sicurezza sia puntualità dei mezzi pubblici e altro, a firma del suo presidente Vincenzo Donvito. "Dallo scorso 7 agosto - si legge - il Comune ha autorizzato il transito delle biciclette su sei corsie preferenziali della città, sollevando una reazione di favorevoli e contrari dove, in termini di sicurezza, ci sembra che abbiano più ragione i contrari (pensiamo agli autobus che quando transitano in queste corsie le occupano quasi totalmente, costringendo spesso il ciclista a doversi fermare per non rischiare di essere travolto, e ai conducenti degli autobus a limitare l'andamento con - alla fin dei conti - una molto possibile riduzione di puntualità).

Ma questa è l'amministrazione fiorentina e questa è l'Italia: di fronte ai problemi, invece di affrontarli si preferisce spostarli, anche se questo comporta la creazione di nuovi problemi in altri ambiti, tanto ci vorrà un pò di tempo prima che qualcuno se ne accorga; e via con “un'altra pezza” da qualche altra parte. Inoltre, quale ciclista oggi non va contromano, su un marciapiede, su una corsia preferenziale, e quanti sono fino ad oggi i ciclisti multati per questo? Pochini, crediamo. Quindi, cosa vuole dire questo nuova disposizione se non la solita demagogia e reiterazione dell'assenza di politiche strutturali in merito?

Infatti le politiche di investimenti e realizzazione delle piste ciclabili a Firenze, vano a singhiozzo, più o meno legate alla necessità di notorietà degli amministratori di turno. Vale per tutti la vicenda della costruzione della linea tre della tramvia: biciclette ignorate e, sostanzialmente boicottate, in tutto il percorso dalla stazione a Careggi.

E che dire di quando ci sono dei lavori in corso, quando, mentre per il traffico automobilistico si indicano e prevedono percorsi alternativi, per la mobilità ciclabile c'è solo il cartello “pista ciclabile chiusa” e le alternative sono il tipico contromano o i marciapiedi.

Ci rendiamo conto che non è facile prevedere e indicare percorsi alternativi in generale, ma questo accade nell'attuale contesto dove, siccome l'amministrazione considera un orpello occasionale la mobilità ciclabile, diventa obbligatoriamente impossibile dare indicazioni alternative.

Non ci stancheremo mai di ripetere che in tutta Europa - solo per fare gli esempi più vicini a noi, visti anche i contributi economici della Ue in merito - la mobilità ciclabile è nei primi posti di tutti i progetti e di tutte le realizzazioni, poiché è lì il futuro: da Copenaghen a Berlino, da Amsterdam a Bruxelles, da Parigi a Madrid e Barcelona, passando per Praga e Vienna. A Firenze no. La mobilità ciclabile non solo è all'ultimo posto ma dobbiamo farci carico di provvedimenti - come quello dell'”apertura” delle corsie preferenziali - che peggiorano la situazione, soprattutto per la mobilità di pubblico interesse.

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