Carrozza (Pd): “Necessario accordo europeo su formazione e titoli di studio”

Così l'ex ministro dell'Istruzione interviene al corso di alta formazione politico – istituzionale ospitato a Villa Morghen a Settignano. Il segretario del Partito Comunista Rizzo a Eunomia Master: “Renzi premier? Tanto decide tutto la Troika”

Redazione Nove da Firenze
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15 marzo 2014 18:11
Carrozza (Pd): “Necessario accordo europeo su formazione e titoli di studio”

Firenze, sabato 15 marzo 2014– Un accordo tra gli Stati membri sulla formazione e sull'esportazione dei titoli di studio, un sistema della conoscenza integrato per dare nuovo impulso all'Europa. Ne parla l'on Maria Chiara Carrozza, ex ministro dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca a margine della lezione “Europa e giovani: oltre la Generazione Erasmus” tenuta insieme al professore di Sociologia Mauro Magatti a Eunomia Master, il corso di alta formazione politico - istituzionale ospitato a Villa Morghen a Settignano.

“Penso che l’esperienza Erasmus – dice Carrozza - abbia cambiato totalmente il paradigma della mobilità studentesca e della formazione universitaria in Europa. In un continente come il nostro, la diversità culturale, linguistica e di metodi nell’educazione, deve essere valorizzata e utilizzata come asset formativo. Per esempio penso che andrebbe valorizzata la predisposizione per le lingue degli europei, che sono abituati al bilinguismo e al trilinguismo: si tratta di un valore aggiunto rispetto agli altri continenti”.

Inoltre, secondo l'ex ministro, sarebbe necessario “creare a livello europeo un 'compact' dell’università, ossia un accordo per un trattato educativo riguardo alle modalità formative e su come esportare i nostri titoli di studio. Un accordo mirato anche a favorire la mobilità in campo professionale grazie alla valorizzazione delle competenze”. La lezione dell'ex ministro Carrozza chiude il II weekend di lezione di Eunomia Master. Il corso torna venerdì 28 e sabato 29 marzo. “Matteo Renzi? Vedremo come governerà.

Ma tanto in realtà decide tutto la Troika”. Lo afferma Marco Rizzo, segretario del Partito Comunista, intervenendo a margine della lezione “Dimensione dell'euroscetticismo” tenuta ad Eunomia Master, il corso di alta formazione politico – istituzionale ospitato a Villa Morghen a Settignano, insieme al professor Pierangelo Isernia, direttore del Dipartimento di Scienze sociali, politiche e cognitive all'Università di Siena. “Il treno dell'Italia – dice Rizzo - ha una direzione e una velocità, agli elettori italiani è consentito verniciarlo di giallo, rosso o verde e di sceglierne il manovratore, che può essere Renzi, o Grillo o Berlusconi.

Ma in realtà la velocità e la direzione del treno la decidono la Troika, il Fondo Monetario Internazionale, la Banca Centrale Europea, l'Unione Europea. Entità peraltro mai votate da nessuno che nonostante ciò determinano il destino del nostro Paese. È chiaro che bisognerebbe far deragliare questo treno”. Rizzo spiega poi in maniera più dettagliata la sua posizione euroscettica. “Lo dico da ex europarlamentare: l'Europa dei popoli non esiste. Esiste solo quella dei mercati, del grande capitale, della grande finanza e per questo sono contro l'Ue punto e basta”.

E ancora: “Negli ultimi anni Italia, Spagna e Grecia hanno perso 5 milioni di posti di lavoro e la Germania ne ha costruito uno e mezzo in più. Potremmo dire con una battuta che quello che non sono riusciti a fare con i carri armati sono riusciti a farlo con le banche. Ma anche la classe dirigente italiana ha grandi responsabilità: ci ha fatto scegliere il meccanismo europeo di stabilità, il fiscal compact, il pareggio di bilancio in Costituzione. Un combinato disposto che ci obbligherà nei prossimi 20 anni a stornare una parte delle nostre risorse per ripianare il gap tra il debito e il Pil”.

Di parere diverso il professor Isernia. “L’euroscetticismo? In Italia – dice - è sopravvalutato. Il numero di coloro che sono pronti a lasciare la Ue, come moneta unica e come istituzione, è ancora irrisorio: si aggira tra un decimo e un ottavo della popolazione italiana”. Secondo Isernia, però, “è vero che gli argomenti euroscettici fanno presa su tutti i cittadini. I governi nazionali tendono ad attribuire i problemi della globalizzazione, dell’immigrazione e della crisi economica non alle loro mancanze ma a processi più ampi in parte legati all’integrazione europea”.

Tuttavia, “i voti che i partiti euroscettici potranno intercettare alle prossime elezioni di maggio non significano automaticamente una critica distruttiva dei processi di unificazione europea. Ma non possiamo fare finta che vada tutto bene. I partiti europeisti sia di centrosinistra che di centrodestra devono cominciare a fare sul serio e a dibattere in maniera profonda delle cause della crisi per trovare il modo in cui uscirne”.

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