Il M5S ha arginato gli estremismi, sarà una rivolta o una Rivoluzione?

Il Prof Morlino a Eunomia Master: "Il successo di Grillo? La risposta più razionale alla sordità dei partiti". Ma sarà adatto a governare? "Se non lo è lo diventerà" Nella sua e news oggi il sindaco di Firenze: "Grillo va sfidato e non rincorso"

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
01 marzo 2013 20:28
Il M5S ha arginato gli estremismi, sarà una rivolta o una Rivoluzione?

Firenze, venerdì 1 marzo 2013 - "Il Movimento 5 Stelle? È la risposta più razionale alla sordità dei partiti sulla riforma della politica. Ha arginato gli estremismi di destra della Grecia e potrà avere efficacia di governo". Lo afferma Leonardo Morlino, professore di Scienza politica all'Università Luiss "Guido Carli" di Roma e presidente del Comitato scientifico di Eunomia, intervenendo a margine di una lezione del Master, in corso a Villa Morghen a Settignano. Sotto la lente, il risultato del voto di domenica 24 e lunedì 25 febbraio e in particolare l'exploit del Movimento 5 Stelle guidato da Beppe Grillo.

"Quella che esce dalle urne – spiega Morlino - è un'Italia sorprendente per le dimensioni del partito di protesta. Ma è un esito per certi aspetti comprensibile. Il successo del Movimento 5 Stelle è la risposta più razionale e ovvia alla sordità dei partiti tradizionali che durante l'anno del governo dei tecnici hanno disatteso totalmente gli impegni presi in materia di riforma della politica". A chi gli chiede se il Movimento 5 Stelle sia adatto a governare il Paese, il professor Morlino risponde: "Se non lo è, lo potrà sicuramente diventare.

Il Movimento 5 Stelle è un partito, è stato eletto, oggi ha molti parlamentari. L'unico problema – prosegue il professore – è che si trova in una situazione di passaggio. Ha infatti elettori sia di destra che di sinistra, che oggi si sono messi in uno spazio ambiguo, di protesta. Il Movimento è adesso di fronte a un bivio: potrà acquistare efficacia governativa o sbandare. Nei prossimi mesi si conoscerà il suo futuro". Di sicuro ai ''grillini'', secondo Morlino, va riconosciuto il merito di "aver frenato la crescita di una destra estrema radicale e gli scontri avvenuti in Grecia, con il loro carattere di movimento di protesta civile e ordinata". Con Matteo Renzi alla guida, il centrosinistra avrebbe ottenuto un risultato diverso? "E' difficile non pensare che con Renzi sarebbe andata a finire in maniera differente. Berlusconi – spiega il professore - si è presentato come un leader messo da parte dal governo dei tecnici.

Il Pdl nell'era Monti aveva infatti la faccia di Alfano. Così Berlusconi si è potuto riproporre a questa tornata elettorale come il volto di un nuovo Pdl, un 'Pdl 2'. Bersani non ha potuto fare lo stesso, perchè è stato lui a sostenere i tecnici. Quindi in questa competizione ha sicuramente avuto un handicap". Governissimo oppure no? Il Pdl e il Pd accetteranno mai l'ipotesi di un Grillo premier? Renzi nella sua enews oggi è stato chiaro: "Grillo va sfidato e non rincorso". Ma al contrario sono in molti all'interno del partitro che preferirebbe un accordo con Grillo, peraltro da lui sempre rifiutato.

"I 3 milioni di disoccupati certificati dall’Istat reclamano scelte di governo, perché nessuno può più permettersi di perdere tempo. Per questo serve un esecutivo di cambiamento reale, il cui sostegno parlamentare non può che essere garantito da Pd e M5S" dichiara l'onorevole Luca Sani, coordinatore della segreteria Pd Toscana. "Pierluigi Bersani ci ha messo faccia e cervello, indicando nel dettaglio i temi sui quali iniziare da subito a fare scelte di governo, con la priorità assoluta al rilancio di economia e occupazione, per un verso, e alla moralizzazione della vita pubblica, per l’altro.

È a partire da questi 7, 8 punti, che Pd e M5S possono assumere una comune responsabilità e dare una prospettiva di rinascita al Paese. Ogni altra ipotesi non avrebbe alcun senso politico, né potrebbe contare su una base sociale. Nessuna possibilità di accordo con Silvio Berlusconi, quindi, che anche oggi ha dimostrato quanto sia pericoloso ed eversivo per le istituzioni democratiche e la convivenza civile. Il Partito democratico non ha alcun interesse a rimetterlo in gioco, perché questo non è utile all’Itali". "Ripartiamo, insieme" è l'esortazione che invece fa il segretario regionale di SEL, Giuseppe Brogi, al Governatore toscano Enrico Rossi, attraverso una lettera aperta inviata in queste ore. In essa, Brogi non entra nel merito delle voci di rimpasto che si rincorrono da alcuni giorni, "tuttavia - precisa - questo non può essere il momento di un ordinario rimpasto", bensì "l’occasione per un ripensamento su quanto fatto e per un nuovo inizio".

Un nuovo inizio che deve prima di tutto prendere atto dei segnali arrivati dal voto di domenica e lunedì scorsi, con il quale i cittadini hanno manifestato inequivocabilmente un forte desiderio di cambiamento: "Se il centrosinistra - si legge nella lettera - vuole avere un ruolo decisivo per determinare un Governo che guardi al futuro, tanto nel Paese quanto nelle comunità locali, deve tangibilmente dimostrare di avere capito i sentimenti di tanti elettori democratici e progressisti che hanno preso altre strade, ma aspettano un segno.

Proviamo a darlo".

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