Confcommercio Firenze 'Urgente defiscalizzazione per ridare spinta a consumi'

Sos credito al consumo a Firenze. Se il pagamento a rate resiste nel settore auto, e in parte anche in quello degli elettrodomestici e dell’elettronica per il resto è in drastico calo

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
22 gennaio 2014 12:51
Confcommercio Firenze 'Urgente defiscalizzazione per ridare spinta a consumi'

Firenze, 22 gennaio 2013 – Sos credito al consumo a Firenze. Se il pagamento a rate resiste nel settore auto, e in parte anche in quello degli elettrodomestici e dell’elettronica (basti pensare che per certe aziende rappresenta il 6% del volume dei pagamenti, per un totale di decine di milioni di euro), per il resto è in drastico calo. E questo nonostante i tassi di interesse siano scesi rispetto al passato. “I fiorentini non amano certo indebitarsi, specialmente in un periodo come questo dove a farla da padrona è la mancanza di fiducia nel futuro.

Tra spese obbligate, pressione fiscale in aumento e reddito disponibile tornato ai livelli di 27 anni fa, le famiglie preferiscono rimandare gli acquisti non necessari”, afferma il presidente provinciale Confcommercio Firenze, Jacopo De Ria. Confcommercio Firenze calcola che nella nostra provincia il credito al consumo è calato del 7%. Dati in linea con quelli nazionali. È da cinque anni, fanno sapere da via Palagio degli Spini, che le famiglia hanno progressivamente diminuito il ricorso a varie forme di finanziamento per soddisfare le proprie necessità.

“E non poteva essere altrimenti, dal momento che si sono ridotti i consumi – riflette De Ria -. Tra la fine degli anni Novanta e l’inizio del Duemila c’era stato un vero e proprio boom. La gente pagava a rate qualsiasi cosa, dalle vacanze al frigorifero, con interessi ben più alti di ora, ovvero ben oltre quella soglia del 10% che oggi invece non viene quasi mai superata”. Come invertire il trend? “L’unica strada da percorrere è la defiscalizzazione – non hanno dubbi da Confcommercio Firenze -.

Offrendo al lavoratore medio 100 euro in più in busta paga si ridarebbe un po’ di fiato ai consumi e, quindi, al mercato interno. Oltretutto dalla manovra di defiscalizzazione trarrebbe beneficio anche lo Stato”. (basti pensare che per certe aziende rappresenta il 6% del volume dei pagamenti, per un totale di decine di milioni di euro), per il resto è in drastico calo. E questo nonostante i tassi di interesse siano scesi rispetto al passato. “I fiorentini non amano certo indebitarsi, specialmente in un periodo come questo dove a farla da padrona è la mancanza di fiducia nel futuro.

Tra spese obbligate, pressione fiscale in aumento e reddito disponibile tornato ai livelli di 27 anni fa, le famiglie preferiscono rimandare gli acquisti non necessari”, afferma il presidente provinciale Confcommercio Firenze, Jacopo De Ria. Confcommercio Firenze calcola che nella nostra provincia il credito al consumo è calato del 7%. Dati in linea con quelli nazionali. È da cinque anni, fanno sapere da via Palagio degli Spini, che le famiglia hanno progressivamente diminuito il ricorso a varie forme di finanziamento per soddisfare le proprie necessità.

“E non poteva essere altrimenti, dal momento che si sono ridotti i consumi – riflette De Ria -. Tra la fine degli anni Novanta e l’inizio del Duemila c’era stato un vero e proprio boom. La gente pagava a rate qualsiasi cosa, dalle vacanze al frigorifero, con interessi ben più alti di ora, ovvero ben oltre quella soglia del 10% che oggi invece non viene quasi mai superata”. Come invertire il trend? “L’unica strada da percorrere è la defiscalizzazione – non hanno dubbi da Confcommercio Firenze -.

Offrendo al lavoratore medio 100 euro in più in busta paga si ridarebbe un po’ di fiato ai consumi e, quindi, al mercato interno. Oltretutto dalla manovra di defiscalizzazione trarrebbe beneficio anche lo Stato”.

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