Usb Firenze in piazza per tutelare diritti nella proposta del Jobs Act

In concomitanza con la Direzione nazionale del Partito Democratico, anche a Firenze alle ore 17,30 USB in presidio davanti alla sede del PD

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
16 gennaio 2014 15:54
Usb Firenze in piazza per tutelare diritti nella proposta del Jobs Act

Il 16 gennaio, in concomitanza con la Direzione nazionale del Partito Democratico, anche a Firenze alle ore 17,30 USB in presidio davanti alla sede del PD - Via Forlanini 162 - per respingere l’ennesimo tentativo di deregolamentare ulteriormente il lavoro e i diritti delle lavoratrici e dei lavoratori. Lanciata una petizione per il salario accessorio: "Facciamo caldamente appello al Segretario del PD di intercedere con il Sindaco del Comune di Firenze, affinchè non avvenga l'ennesima decurtazione di stipendio ai lavoratori e alle lavoratrici del Comune di Firenze.

Lanciamo la petizione" "Matteo Renzi, in perfetta continuità con Monti, afferma che attraverso il suo Jobs Act si creerebbe nuova occupazione. Ma la sua ricetta è la solita minestra riscaldata: con più flessibilità ed altri sconti fiscali e contributivi per le aziende non si creerà nuova occupazione ma si lascerà ancora più libera la mano alle aziende, riducendo i diritti e i salari e peggiorando le condizioni dei lavoratori. Il lavoro non si crea dal nulla o dal cappello magico di questi pifferai del 21° secolo! Le imprese non riprenderanno ad assumere quando avranno acquisito la totale certezza di poter licenziare senza intralci ma quando il contesto economico generale le convincerà che investire può tornare vantaggioso.

Quando cioè la crisi sarà passata. Nelle condizioni attuali solo un forte e diretto intervento e dello stato e del pubblico potranno garantire un rilancio dell'occupazione. Continuare a sostenere le imprese non avrà alcun effetto positivo. E' lo Stato che deve ricominciare ad indirizzare l'economia in termini di servizio ai cittadini, espandendo l'intervento pubblico, fregandosene dei diktat europei e del Fondo Monetario Internazionale, redistribuendo ricchezze, risorse e reddito dalle tasche dell'1% degli italiani a quelle del 99%". "Quando Renzi si preoccupa di ridurre il numero dei contratti, di semplificare il sistema e propone un contratto a tutele crescenti, ci sta propinando la generalizzazione del sistema “usa e getta” del lavoro: totale licenziabilità per tutti, con lo specchietto per le allodole del sussidio universale.

È il lavoro senza diritti, quello selvaggio che si è affermato in questi anni. Perchè Renzi non parla di salario minimo in un paese dove i salari stanno diminuendo paurosamente, al punto che milioni di lavoratori (i working poor in Italia hanno superato il 15% degli occupati) non arrivano alla fine del mese? Perchè non propone una riduzione dell'orario di lavoro a fronte di un abuso indecente dello straordinario e dell'allungamento della giornata lavorativa che costituiscono un macigno sulla strada dell'ingresso al lavoro dei giovani? Perchè non avanza una proposta seria di reddito garantito, diretto e indiretto, visto che l'Italia è il fanalino di coda dell'Europa su questo terreno? Anche una legge sulla rappresentanza sindacale, che noi rivendichiamo da tempo, rischia di risultare inutile di fronte ad un mondo del lavoro completamente ricattabile e sprovvisto di ogni diritto.

Chi sarà più disposto a battersi per i propri diritti in un sistema dove vige la dittatura delle imprese?"

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