Stella (FI): “Renzi liberalizza i centri commerciali dentro il centro storico”

Borselli: “La modifica recepisce la normativa regionale. Ma stiamo lavorando per nuove tutele nel Regolamento urbanistico”

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
01 ottobre 2013 19:24
Stella (FI): “Renzi liberalizza i centri commerciali dentro il centro storico”

“Se dovesse passare la modifica al Piano del commercio così come presentata oggi in commissione sarebbe una sciagura per le nostre attività storiche -interviene il capogruppo di Forza Italia Marco Stella- Renzi con questa delibera liberalizza l’apertura delle medie strutture di vendita fino a 2.500 mq all’interno del centro storico, una rivoluzione per la città di Firenze e per il commercio del nostro territorio. Fino ad oggi l’apertura di nuove strutture di vendita di medie dimensioni era possibile soltanto per l’accorpamento di precedenti esercizi, ma solo se complessivamente non superano i 400 metri quadri di superficie di vendita: cambiare questa regola significa uccidere il nostro tessuto commerciale fatto da esercizi storici ed attività artigianali.

Disciplinare l’insediamento commerciale nel centro storico significa evitare che le strutture si trasformino in veri e propri supermercati “dell’uguale” dove le vendite di merci avvengono in modo standardizzato, in una completa ed assoluta omologazione. Siamo consapevoli che stiamo vivendo una fase di grande evoluzione normativa per quanto riguarda il commercio e le liberalizzazioni, abbiamo i due provvedimenti del governo Monti, la legge ‘Salva Italia’ e il decreto ‘Cresci Italia’ che intervengono in modo incisivo nel settore delle attività produttive, per questo occorre agire attraverso gli strumenti urbanistici. Non possiamo abdicare al concetto delle liberalizzazioni, chiediamo che l’amministrazione non rinunci alla propria potestà di pianificazione del territorio.

Abbiamo degli strumenti di garanzia: la legge ‘Salva Italia’ infatti prevede deroghe che riguardano la difesa della salute, dei lavoratori, dell’ambiente e dei beni culturali. Questo ci rassicura sulla validità del nuovo Piano del commercio e ci permette di utilizzare proprio la leva della tutela del patrimonio culturale per difendere le botteghe artigiane, i negozi storici e altri particolari contesti urbani. Ancora più stringenti possono essere le norme urbanistiche attraverso le quali possiamo tutelare il centro storico e mettere vincoli restrittivi anche ai nuovi insediamenti commerciali, ecco perché chiediamo all’amministrazione comunale di aspettare il regolamento edilizio che sarà discusso e votato a breve prima di prendere qualunque decisione che riguardi il commercio”. “L’obiettivo dell’amministrazione comunale non è certo quello di colpire le attività commerciali storiche e di vicinato, che viceversa sono al centro della massima attenzione per la loro tutela e valorizzazione.

La modifica al Piano del commercio che la II Commissione ha discusso oggi in realtà non fa che recepire quanto prevede la legge regionale del commercio, la 28 del 2005, modificata nel 2012 e nel 2013. Come Stella dovrebbe sapere, da quella legge è stato eliminato il punto che permetteva alle amministrazioni comunali di fissare nel Regolamento del commercio ulteriori limitazioni alla dimensione già prevista per le medie strutture di vendita (2.500 mq nei Comuni più grandi). Per essere esatti, è sparito il punto 3 dell’articolo 15, comma 1 lettera E.

Come è evidente, il Comune non può fare altro che adeguarsi”. Così il presidente della II Commissione Andrea Borselli replica a Marco Stella. “Riferendosi alla tutela dei negozi storici, Stella cita anche il decreto Salva Italia: ma è un riferimento improprio, perché qui non si parla di cambi di destinazione d’uso, ma di destinazioni commerciali già esistenti – aggiunge Borselli –. Comunque, la II Commissione si sta adoperando per lavorare insieme alla Commissione Urbanistica perché nel nuovo regolamento urbanistico si tenga conto delle osservazioni delle associazioni di categoria per la tutela dei negozi storici e di vicinato.

In particolare per limitare a 800 mq. la superficie del piano terreno, ed evitare così che una superficie più ampia, con tanti sporti e vetrine sulla strada di un unico negozio, possa avere un impatto eccessivo sul tessuto commerciale della città”.

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