Monterchi: esposti per la prima volta frammenti di una ‘Madonna del latte’

Assieme alla ‘Madonna del Parto’ un laboratorio didattico sui ‘segreti’ del capolavoro di Piero rivolto ai ragazzi delle scuole e alle loro famiglie

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
12 agosto 2013 09:03
Monterchi: esposti per la prima volta frammenti di una ‘Madonna del latte’

Per la prima volta esposti al pubblico alcuni frammenti rinvenuti nel 1911, in occasione dello stacco della Madonna del Parto di Piero della Francesca, di un affresco risalente al XIV secolo e raffigurante una Madonna del Latte. I frammenti sono stati distaccati e rimontati secondo una collocazione che rispetta le probabili dimensioni originali, corrispondenti a quelle della Madonna di Piero della Francesca e sono esposti al Museo della Madonna del Parto a Monterchi. L’accostamento tra le due opere può offrire interessanti spunti per nuovi riflessioni circa la primogenitura di iconografie mariane legate alla maternità in questa parte della Valtiberina ed è stato reso possibile dal progetto ‘Capolavori in Valtiberina tra Toscana e Umbria.

Da Piero della Francesca a Burri e La Battaglia di Anghiari’ promosso da Ente Cassa di Risparmio di Firenze, Regione Toscana e Regione Umbria col patrocinio del Ministero per i Beni e le Attività culturali. Esso prevede infatti, fino al 3 novembre, mostre, itinerari e, soprattutto, una serie di interventi permanenti destinati a valorizzare le ricchezze dei luoghi secondo un modello che tende a coinvolgere tutta la filiera legata ai beni culturali presente nei due territori. In questo contesto si colloca il progetto di valorizzazione dedicato alla storia e all’iconografia della Madonna del Parto con apparati didascalici in italiano e in inglese e l’allestimento, sempre nella sede museale, di un laboratorio didattico per i ragazzi delle scuole e le loro famiglie. ‘’Abbiamo provato a trasformare l’icona Madonna del Parto e la sua immobilità puramente visiva – spiega Gabriele Mazzi, coordinatore del settore musei della cooperativa culturale Toscana d’Appennino che promuove questa iniziativa – in materia viva attraverso la sperimentazione diretta.

L’opera d’arte non è più un’icona da ammirare e basta, ma diventa materia da scomporre e ricomporre attraverso le regole geometriche che l’hanno costruita. Così, forniamo i nostri allievi di compassi e righelli, spieghiamo le misure antiche e gli insegniamo qualche esercizio di equivalenze matematiche per procedere poi alla scomposizione e alla ricomposizione dell’opera. Un secondo esercizio riguarda la tecnica sulla pittura murale. La pittura su intonaco, che è quella usata da Piero della Francesca, è molto particolare e necessita velocità di esecuzione e mano sicura, oltre ad una destrezza in più: avere l’esperienza per farla divenire affresco.

L’indagine sul restauro del capolavoro di Piero favorisce così una conoscenza più diretta dell’opera e della materia di cui è composta’’. La Madonna del Parto fu dipinta intorno al 1450-5, probabilmente nella chiesa di Santa Maria a Momentana, vicino Monterchi, trasformata nel 1785 in cappella cimiteriale. Nel 1910 l’affresco fu staccato, assieme al muro sul quale era dipinto e, dopo il secondo restauro del 1993, è stato trasportato nella sede attuale, la ex scuola elementare di Monterchi, adibita a piccolo museo proprio per conservare ed esporre al pubblico il capolavoro.

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