Cig in deroga: arrivano i fondi

In Toscana arriveranno 16 miliioni. Proroga della Cassa integrazione straordinaria per De Tomaso. Sbloccati i pagamenti ai 42 dipendenti della Teckna Impianti di Signa. Mancano garanzie per Pirelli di Figline e Shelbox di Castelfiorentino

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
04 luglio 2013 21:58
Cig in deroga: arrivano i fondi

FIRENZE– “Siamo soddisfatti che finalmente a Roma si siano decisi a sbloccare le risorse per la Cassa integrazione in deroga. Si tratta però di fondi comunque insufficienti che non riusciranno a coprire tutte le richieste.” E’ il commento del segretario generale aggiunto della Cisl Toscana, Ciro Recce, alla firma da parte dei Ministri Giovannini e Saccomanni sul Decreto che assegna 550 milioni di euro alle Regioni per la proroga della Cig in deroga per il 2013 per i lavoratori delle aziende in crisi.

In Toscana arriveranno poco più di 36 milioni di euro. “Non possiamo continuare a ricevere risorse col contagocce –aggiunge Recce- senza alcuna certezza. In una situazione così difficile, con migliaia e migliaia di lavoratori che non hanno certezze sul proprio reddito, è necessario stabilire una regola chiara, che garantisca che le domande che arrivano siano tutte evase e in tempi certi. Il ripetersi periodico di questa ‘questua’ sulla Cig non è dignitoso né sostenibile.” Si è svolto oggi a Palazzo Medici Riccardi il tavolo dell’Unità di crisi per monitorare l’accordo raggiunto lo scorso 24 aprile sulla situazione della Teckna Impianti, azienda con sede a Signa di 42 dipendenti.

L’azienda ha informato di aver mantenuto gli impegni assunti, dato che la criticità relativa al mancato pagamento degli stipendi è stata superata. La direzione aziendale ha poi comunicato che l’azienda è stata acquisita dalla D.G. Mar Investement. Le istituzioni preso atto di quanto comunicato, incontreranno nella prossima riunione del tavolo la nuova proprietà. “Siamo soddisfatti per la decisione di prorogare di altri sei mesi la Cassa integrazione straordinaria per i lavoratori della De Tomaso.

E’ un risultato importante prima di tutto per dare qualche certezza ai lavoratori dell’azienda, che da troppo tempo vivono in condizioni di precarietà e sofferenza. Ma è importante anche perché è anche grazie alle azioni portate avanti dalla Regione se siamo potuti arrivare all’intesa”. Così l’assessore alle attività produttive lavoro e formazione Gianfranco Simoncini commenta la notizia dell’accordo raggiunto oggi al ministero del lavoro e che riguarda i due stabilimenti di Torino e Livorno.

“Fra i prerequisiti alla concessione della proroga – spiega l’assessore – c’era, oltre che l’esistenza di manifestazioni di interesse per la cessione dell’azienda, la possibilità di portare avanti percorsi formativi per il reinserimento lavorativo. Un percorso per cui era stato proposto dal ministero il ricorso al Feg, un fondo comunitario per l’adeguamento alla globalizzazione destinato alla ricollocazione dei lavoratori di aziende in crisi. La Regione Toscana non solo ha aderito al percorso, che si basa sull’utilizzo di politiche attive, cofinanziate dall’Unione Europea e alle quali la Regione Toscana compartecipa per un 50% del budget complessivo e che ammonta a oltre 558 mila euro, ma ha deciso anche di anticiparne l’attivazione”.

Il progetto operativo approvato dalla giunta prevede la definizione dell’insieme delle politiche attive per il lavoro e destinate ai lavoratori in esubero dello stabilimento De Tomaso di Livorno, oggi in corso di fallimento. Si tratta di iniziative di orientamento professionale di base, servizi specialistici e di bilancio delle competenze, out-placement e assistenza alla ricerca attiva di un’occupazione, formazione e riqualificazione attraerso voucher formativi, assistenza all’autoimprenditorialità, misure di sostegno all’assunzione con bonus a favore delle imprese che assumono, voucher di conciliazione (per favorire l’occupazioe delle donne), voucher integrativi per le spese di frequenza ai corsi.

“Nelle more dell’approvazione da parte dell’UE del progetto Feg, il progetto potrà partire a breve grazie ai finanziamenti regionali”. “Comprendiamo le strategie d’impresa, ma vogliamo che queste tengano conto di un quadro di garanzie tali da salvaguardare il mantenimento dell’occupazione e una dimensione strategica per lo stabilimento di Figline”. Così l’assessore regionale al Lavoro, Gianfranco Simoncini, introducendo una riunione tenuta oggi – nei suoi uffici di via Pico della Mirandola, a Firenze – con il responsabile relazioni industriali del gruppo Pirelli, Vittorio Biagioni, cui è seguito un incontro con tutte le rappresentanze sindacali.

Ascoltate le posizioni dell’azienda, Simoncini si è dichiarato “insoddisfatto” per quanto ascoltato (insieme a Biagioni erano anche presenti altri due manager aziendali: Marco Cipparrone e Gianluca Zonta). “Ho chiesto garanzie ma, almeno per il momento, non le ho ottenute – aggiunge Simocini facendo presente “la volontà di Regione Toscana, insieme agli enti locali, di continuare ad adoperarci per ottenerle”. Per parte pubblica all’incontro sono stati presenti Andrea Barducci e Riccardo Nocentini, presidente della Provincia e sindaco del Comune sul cui territorio è presente il sito produttivo (quasi 400 dipendenti) specializzato nella ricerca, e nella produzione di steel-cord, la cordicella metallica utilizzata negli pneumatici.

Da qualche tempo il Gruppo Pirelli (che per questa specifica produzione ha stabilimenti in Brasile, Romania, Turchia avendone recentemente chiuso uno in Germania) sta cercando un partner proprio per sostenere la produzione di questo prodotto. La multinazionale si è per questo affidata a istituti bancari. “Temiamo – ha ribadito più volte Simoncini – il rischio del depotenziamento e vogliamo capire bene che tipo di garanzie potranno esserci per l’azienda toscana e per chi vi lavora. Per adesso le risposte sono insoddisfacenti ed è per questo che proseguiamo a chiedere, nell’interesse della comunità, garanzie: i costi dei nuovi equilibri aziendali non possono scaricarsi sul territorio”.

Tali posizioni sono state ribadite durante l’incontro con i sindacati. Prosegue il periodo di assoluta incertezza per i 150 lavoratori della Shelbox, l'azienda produttrice di case mobili di Castelfiorentino. Dopo che si sono spente le speranze di un interesse da parte di imprenditori locali, all'incontro di oggi in Regione è emerso però che un soggetto industriale appena costituito mira ad accedere al mercato dei moduli abitativi con la stessa produzione. “Parte della dirigenza della nuova società è la stessa di Shelbox, pertanto auspichiamo che possa essere interessata a rilevarne manodopera e chiediamo che Regione e Curatore Fallimentare richiedano un incontro con tale soggetto affinché ci presenti il piano industriale e la possibilità di riassorbire le eccedenze della stessa” sostiene il Segretario della Fiom-Cgil fiorentina Daniele Calosi.

All'incontro erano presenti anche la Rsu ed il Consulente del Lavoro di Shelbox, Luciano Malavolti, il Curatore fallimentare Dott. Mario Marchini, Livia Marinetto e Rosa Dello Sbarba per la Regione, la Dott.ssa Carmen Toscano della Provincia ed il Sindaco di Castelfiorentino, Giovanni Occhipinti, che auspica la permanenza dell'attività in Valdelsa. L'incontro si è concluso con l'impegno da parte della Regione di contattare un referente della nuova società in tempi brevissimi. “La situazione è tale che non è più rinviabile una nuova intesa tra mondo produttivo, categorie economiche e sindacati: il dialogo e il lavoro avviati su questo nei mesi scorsi vanno ora portati a compimento e occorre siglare un nuovo Patto per lo Sviluppo al più presto, entro luglio.

La crisi si affronta con coesione e unità di intenti tra le forze sociali, solo così si potrà creare una capacità di rilancio della Toscana partendo dalla centralità della politica industriale e della tutela dei lavoratori”. Questo l’appello che lancia il consigliere regionale e coordinatore della segreteria del Pd toscano Ivan Ferrucci, a istituzioni, rappresentanti dei lavoratori e mondo economico per ridare attualità ad un accordo che mira a rilanciare lo sviluppo in Toscana.

“La Regione Toscana in questi tre anni – ricorda Ferrucci – ha adottato strumenti di programmazione economica e provvedimenti concreti per il lavoro e il sociale con un impegno altissimo di energie e risorse. Cito ad esempio le politiche attive e passive per l’occupazione, con il sostegno ai lavoratori della Cassa integrazione; la battaglia per lo sblocco dei pagamenti Inps; il rafforzamento del ruolo dei centri per l'impiego; i fondi di garanzia per i lavoratori a tempo non indeterminato o di anticipo alla Cig; il fondo unico per le imprese e per la reindustrializzazione e la formazione professionale; la programmazione per le aree di attrazione degli investimenti; il lavoro sui fondi sociali europei; l’attenzione per il ‘Sistema dei poli tecnologici’ e i distretti industriali; i provvedimenti a sostegno della piccola e media impresa e per situazioni di crisi; le iniziative per il sostegno dell’emancipazione dei giovani, l’ingresso nel mondo del lavoro e la creazione di impresa.

Non ultimo gli strumenti per l’accesso al credito. E per quanto riguarda il sociale penso ad esempio al fondo per la non autosufficienza, i contributi per garantire le scuole materne e l’edilizia scolastica, con risorse proporzionalmente ben più cospicue di quelle del governo nazionale in questi anni. In tutto questo la Regione ha posto al governo un quadro chiaro delle situazioni di criticità e degli investimenti da fare per rilanciare l’economia in Toscana. A questo punto gli elementi ci sono tutti per attivarsi a sostegno delle problematicità evidenziate e per promuovere gli investimenti individuati.

Ma questa azione non può che muoversi di pari passo con la firma del nuovo patto per lo sviluppo che includa tutti i protagonisti del ‘sistema-toscana’” conclude Ferrucci.

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