Toscana, una regione in cassa integrazione. Pagati per stare fermi

Una regione per vecchi? Mancano le risorse per pagare chi resta a casa senza lavoro. Alternative? Chi va al circolo e chi cade in depressione

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
23 aprile 2013 14:25
Toscana, una regione in cassa integrazione. Pagati per stare fermi

La Regione Toscana ha esaurito le risorse assegnate o comunque spendibili per la cassa integrazione: 49.613.564 euro, di cui la prima tranche, 33.332.743 euro, è oggetto di un accordo siglato tra Stato e Regione Toscana e la seconda invece, 16.280.821 euro, al momento è una proposta di ripartizione concordata a livello di coordinamento delle Regioni ed inviata al Ministero. Una proposta che la Toscana, al contrario di altre Regioni e in accordo con l’Inps, ha deciso di tenere presente in modo da poter autorizzare più domande possibile. Toscana, una regione per vecchi? A portare avanti intere famiglie sono le pensioni di anzianità.

Di proporsi con idee nuove nel mercato del lavoro non se ne parla. "E' difficile per tutti - lo dice anche Alessio Gramolati, segretario della CGIL - anche se per le imprese giovani c'è l'opportunità di aprire verso le nuove tecnologie ed il risparmio energetico, un settore spesso lasciato nell'ombra e mai sviluppato a dovere. Lì potrebbero essere impiegate le minime risorse per ripartire, per guardare ad una nuova agricoltura, ad una industria più ecosostenibile" “Ad oggi – spiega l’assessore alle attività produttive lavoro e formazione della Toscana, Gianfranco Simoncini – sono circa 10.000 le domande arrivate per il 2013 (oltre 8.000 di cassa integrazione in deroga e quasi 2.000 di mobilità in deroga) le quali coinvolgono 27.000 lavoratori per una spesa di oltre 116 milioni.

Per farvi fronte occorrerebbe più del doppio di quanto è a nostra disposizione”. “Le richieste di aziende e lavoratori sono aumentate fortemente rispetto agli stessi mesi del 2012: solo nelle ultime due settimane abbiamo ricevuto 1500 richieste di cassa integrazione e 200 di mobilità, che hanno fatto crescere il fabbisogno di quasi 20 milioni – prosegue Simoncini – Nonostante le ripetute sollecitazioni, il governo non ha risposto e noi siamo stati costretti a sospendere le autorizzazioni.

E’ una situazione insostenibile, che lascia senza reddito migliaia di lavoratori e rischia di determinare una forte tensione sociale. Era stato preannunciato un incontro a Palazzo Chigi tra governo, parti sociali e regioni. Ma ad oggi non risulta ancora convocato”. L'altra faccia della medaglia: pagati per non fare niente. Ed è così che gli ex operai vanno in depressione, perché il sistema, obsoleto, farraginoso ed iniquo si è dimenticato di organizzare il non-lavoro lasciando che il paradosso vinca sulla realtà quotidiana.

Una volta c'erano i circoli, adesso neanche a parlarne, troppe discussioni, meglio stare con i nipoti (ma spesso sono i figli) ed aiutare le nuove generazioni nella sopravvivenza quotidiana, come si può e con quel che si può. La Toscana ha registrato il più forte aumento di ore di cassa integrazione rispetto all’anno scorso: +41,5%, rispetto ad un aumento del 36,5% in Piemonte e del 27% in Veneto. Nel primo trimestre 2013 sono state autorizzate dall’Inps quasi 8 milioni di ore di cassa integrazione straordinaria (Cigs), 3 milioni di Cig in deroga e 14,2 milioni di Cigo.

In tutto fanno oltre 14 milioni di ore, equivalenti a 33.257 posti di lavoro a tempo pieno. I numeri confermano anche il maggior ricorso in Toscana, rispetto alla media nazionale, ai trattamenti straordinari e in deroga. Antonio Lenoci

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