Forteto, continuano le aggressioni ai testimoni delle violenze

Continuano le tensioni innescate tra vittime e presunti aguzzini all'interno dell'azienda agricola guidata da Rodolfo Fiesoli

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
18 giugno 2013 17:21
Forteto, continuano le aggressioni ai testimoni delle violenze

Tensione ancora alta a Vicchio tra i ragazzi che hanno testimoniato di aver ricevuto violenze da parte dei gestori della struttura di accoglienza e recupero, Il Forteto, e coloro che sono stati addittati dagli stessi come aguzzini nel perverso sistema che per anni avrebbe caratterizzato la comunità agricola del Mugello. Uno dei ragazzi che testimoniano contro Fiesoli & co. sarebbe stato aggredito a Dicomano dopo aver accettato un incontro con alcune persone attive all'interno della struttura che fa capo a Rodolfo Fiesoli.

Nei mesi scorsi il fratello del ragazzo che avrebbe subito l'ennesima rappresaglia sarebbe stato oggetto a sua volta di una violenta aggressione. "Esprimo tutta la mia personale solidarietà e quella del Gruppo che rappresento a Jonhatan Bimonte per il vile attacco di cui è stato vittima domenica scorsa". Lo dichiara, in una nota, Maria Luisa Chincarini, Capogruppo di Centro Democratico in Consiglio regionale della Toscana e membro della Commissione d'inchiesta sul Forteto, alla notizia che domenica è stata perpetrata l'ennesima aggressione ai danni di uno dei giovani che hanno denunciato di aver subito abusi all'interno della Comunità di Vicchio. "Non passa giorno in cui una vittima del Forteto che trova il coraggio di denunciare gli abusi non subisca un'angheria.

Una volta sono le gomme tranciate, un'altra i cavi del telefono recisi, mentre le aggressioni fisiche e verbali sono ormai all'ordine del giorno", commenta Chincarini. "Gli aggressori si stanno scoprendo per quello che sono e stanno rivelando chiaramente il carattere della vita all'interno della struttura, fatta di violenze, abusi e maltrattamenti. I responsabili di questa tragedia vengono oggi allo scoperto e, nonostante provino a sembrare vittime innocenti dinanzi alle telecamere, si mostrano sempre più chiaramente per quello che sono: dei violenti e degli aguzzini". "Se si permettono di agire così alla luce del sole e con tutti i riflettori dei media finalmente puntati addosso, con l'inizio del processo per i ventitré rinviati a giudizio ormai alle porte, mi domando di che cosa fossero capaci queste persone quando nessuno parlava di loro e si sentivano potenti e intoccabili.

Questo dato desta profonda inquietudine", continua Chincarini. "Come mai oggi assistiamo a questa recrudescenza di violenza e di aggressività? Questi picchiatori sono persone manipolate dalla setta del Forteto o fanatici delinquenti allo sbaraglio? Sorge il dubbio che alla Comunità del Forteto avvenga tutt'oggi un lavaggio dei cervelli. Il mio auspicio è che le forze dell'ordine, giacché sono noti i nomi e i cognomi degli aggressori, si attivino subito per garantire sicurezza e dignità ai ragazzi che hanno trovato il coraggio di denunciare gli abusi psicologici, fisici e sessuali subiti nel tempo da parte di Rodolfo Fiesoli e della sua cricca". "Quanto avvenuto, per l'ennesima volta domenica, mostra, quantomeno, che la giustizia sta facendo il suo corso e dimostra la bontà del lavoro degli inquirenti, dal Pm Gerolamo Gianbartolomei che ha condotto le indagini al Gup Anna Liguori che ha decretato i rinvii a giudizio e , non ultimo, dell'impegno profuso dalla Commissione regionale d'inchiesta affinché finalmente, dopo decenni di omertà e disinteresse, venisse fatta luce sui crimini e gli abusi perpetrati nella comunità del Forteto e venisseso puniti i responsabili che per anni se ne sono macchiati", conclude Chincarini.

"Adesso non dobbiamo fermarci, né a livello politico né giudiziario, affinché si possa mettere definitivamente la parola fine sul caso e si possa restituire giustizia a tutte le vittime".

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