Festa della Repubblica: 2 giugno di integrazione e coesione sociale

Interviene la presidente della commissione pace e diritti umani, Susanna Agostini. CasaPound: "L'iniziativa dei comuni della provincia fiorentina è una squallida iniziativa demagogica"

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
01 giugno 2013 18:59
Festa della Repubblica: 2 giugno di integrazione e coesione sociale

Domani 2 giugno, Festa della Repubblica, oltre venti comuni dell’area metropolitana fiorentina consegneranno la “cittadinanza onoraria” ad alcune centinaia di figli di immigrati nati sul territorio italiano allo scopo di incalzare il Parlamento nell’approvazione di una legge che riconosco il principio dello “Ius soli”. «Sarà un Festa all’insegna dell’integrazione e coesione sociale. Siamo grati al Presidente della Repubblica per il riconoscimento della cittadinanza italiana ai tre senegalesi feriti in piazza Dalmazia il 13 dicembre 2011 durante un attentato razzista e xenofobo: Moustapha Dieng, Cheikh Mbengue e Mor Sougou».

Lo ha detto la presidente della commissione pace e diritti umani Susanna Agostini che domani sarà in piazza della Signoria per festeggiare quest'anno il 67° anniversario della fondazione della Repubblica. Le celebrazioni saranno aperte, alle ore 10.45, dal prefetto Luigi Varratta con la lettura del messaggio del capo dello Stato. Seguiranno gli interventi dello stesso prefetto, del sindaco di Firenze Matteo Renzi, del presidente della Provincia Andrea Barducci e del presidente della Regione Toscana Enrico Rossi.

Il programma prosegue con la consegna della cittadinanza italiana a Sougou, Mbengue e Stapha. «A Firenze – ha aggiunto la presidente Agostini - salutiamo l’avvio di un percorso che, come ha sostenuto ieri il Ministro Cecile Kyenge, dovrà essere di tipo culturale, per capire e ascoltare anche le ragioni degli altri. Questo è un tema che riguarda tutto il popolo italiano non solo un Governo che ha il compito di garantire cittadinanza e rappresentanza a tutti coloro che vivono lavorano e, soprattutto, nascono sul suolo italiano».

«La Festa della Repubblica – ha ricordato Susanna Agostini – arriva a neanche una settimana di distanza dalle cerimonie per commemorare le stragi che, nella primavera-estate del 1993, seminarono morte e terrore a Firenze, Roma e Milano. E, proprio 20 anni fa, il 2 giugno 1993, una bomba venne trovata abbandonata sui sedili di una Fiat Cinquecento parcheggiata in via dei Sabini, a Roma, a cento metri da Palazzo Chigi. Un episodio avvenuto subito dopo l’attentato di via dei Georgofili e sul quale gli inquirenti non sono mai riusciti a fare chiarezza.

Senza dimenticare che i recenti processi a Firenze e a Palermo hanno confermato, se mai ce ne fosse stato bisogno, che l’offensiva di Cosa Nostra voleva sovvertire la nostra democrazia. Celebrare la Festa della Repubblica, domani, significherà anche fare memoria dei pericoli che ha corso il nostro Paese e rendere omaggio a chi l’ha difeso e lo continua a difendere». Ad avviso di CasaPound Italia Firenze la volontà di riconoscere la cittadinanza italiana ai figli di immigrati per il solo fatto di essere nati in Italia è una scelta utopica, razzista e fortemente interessata ed in quanto tale da contrastare fermamente. “A parte il fatto che la cittadinanza onoraria si dà per meriti specifici”, dichiara Saverio Di Giulio Responsabile Provinciale di CasaPound Firenze, “e questo la dice già lunga sulla stupidità dell’iniziativa, vorrei far notare ai sindaci della provincia di Firenze che hanno organizzato questa squallida iniziativa demagogica che i bambini che nascono in Italia, con le attuali norme sulla cittadinanza, una volta maggiorenni possono scegliere la nazionalità italiana ripudiando quella dei genitori o, nei casi in cui è prevista, assumendo la doppia nazionalità.

L'esempio più evidente è il calciatore del Torino Ogbonna. E, comunque, prima della maggior età godono di tutti gli stessi diritti dei cittadini italiani, anzi, se si tratta di nazionalità non della UE spesso accedono gratuitamente a servizi maggiori”. “Con l’introduzione dello ‘ius soli’ in Italia”, prosegue Di Giulio, “i figli degli immigrati diventerebbero automaticamente cittadini italiani fin dalla nascita, senza possibilità di scelta. Il che non solo non è un vantaggio, perché la legge di molti paesi esclude dai diritti d'eredità chi perda la nazionalità, ad esempio nello Sri Lanka, ma in tal modo con il ‘ricongiungimento familiare’ diventerebbero cittadini anche i genitori e, nel caso di genitori poligami, tra le altre mogli e gli altri figli diventerebbero cittadini italiani in un colpo solo anche più di trenta persone, molte delle quali magari non hanno ancora messo piede in Italia.

Ci sarà un motivo per il quale in nessun Paese europeo è stato introdotto lo ‘ius soli’? L'Inghilterra, dopo un'apertura in quella direzione, è tornata indietro perché si sono resi conto che si sarebbe trasformato in un invito per centinaia di migliaia di persone del terzo mondo a venire qui a partorire in modo da avere poi libero accesso in Europa, aggravando la già disastrosa situazione socioeconomica e lavorativa italiana e comportando la nostra esclusione dagli accordi di libera circolazione di Shengen da parte dei nostri partners costretti sulla difensiva, rendendoci di fatto un parking eurafricano”.

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