What the hell is performing art?

Domenica 16 dicembre duplice appuntamento al centro OMA (viale dei Mille 90) per il progetto “White Box”

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
15 dicembre 2012 22:04
What the hell is performing art?

Domenica 16 dicembre alle ore 21 presso il centro OMA - Officina movimento arte di Firenze (viale dei Mille 90), diretta da Noemi Abrignani, duplice appuntamento del progetto “White Box”, manifestazione dedicata alle arti contemporanee, tra danza, teatro e video arte. Al grido di “What the hell is performing art” (cosa diamine si intende per arte performativa), sarà una riflessione sui tempi moderni; domenica in programma due spettacoli, il primo con la compagnia fiorentina di danza Maktub Noir, in scena con “Selected realities”, su coreografie di Pietro Pireddu, e a seguire la compagnia di Marco De Meo, nello spettacolo ”DarkRoom”. Le due compagnie si esibiranno in una cornice completamente bianca (White box), spazio neutro da cui far nascere un nuovo pensiero artistico.

In “Selected Realities” gli interpreti creeranno il proprio percorso sviluppando un personale linguaggio, in cui tre diverse realtà s’incrociano nello spazio, unico elemento che li accomuna e li mette in relazione. La performance è stata presentata a New York per la prima volta nell’aprile 2012 con musiche originali di Robert Boston, che ha partecipato alla creazione del progetto in collaborazione con Pietro Pireddu. “Darkroom” di Marco De Meo è invece una performance di teatro, danza e visuals, che indaga l’essere nel tempo, attingendo al vivere quotidiano per raccoglierne e capire l’essenza della verità e della sua brutale bellezza.

E’ un viaggio parallelo, visionario, e al tempo stesso suggestivo, che riporta alla luce il ruolo e l’importanza dell’essere umano in un momento storico così topico come quello dell’attuale cambiamento che tutta l’umanità sta vivendo (ingresso euro 5 intero, 3 ridotto. Info e prenotazioni officinamovimentoarte@gmail.com; 055 571150). “L’idea di White Box”, dice Noemi Abrignani, “nasce da un’esigenza reale, ovvero di creare per i ragazzi del corso di formazione di OMA e per le compagnie italiane uno spazio performativo dove presentare il lavoro svolto in sala sotto forma di work in progress, una specie di test sulla reazione del pubblico.

Un luogo artistico bianco, neutro, un quadro pittorico dove entrare e dedicarsi all’arte, che si muove con un tempo diverso. Da gennaio il progetto si allargherà ulteriormente ospitando giovani compagnie di tutta Italia, che hanno in comune con OMA gli intenti artistici”. OMA è stato fondato nel 2009 da Noemi Abrignani, Angela Mugnai, Monica Baroni e Samuele Cardini. Ha attivi oltre 20 corsi diversi, rivolti a tutti, dagli amatori ai professionisti, che vanno dal giocodanza per i più piccoli, avviamento alla danza sotto forma di gioco, a corsi specialistici di danza classica e contemporanea, fino a danza jazz, hip hop, zumba.

Attualmente è frequentato da circa 300 allievi di tutte le età. In programma anche seminari con artisti internazionali. Il prossimo, a febbraio, con la danzatrice e coreografa di Parigi Sou Sou Nikita, guru della danza moderna e astratta.

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