Il dato comparato tra Gennaio e Novembre 2012 segna un aumento della cassa integrazione complessivo del 10,64% portando il totale delle ore richieste a 49.444.740, ormai sui livelli 2010 che costituirono il massimo storico nella nostra regione. Impressiona il dato tendenziale della cassa straordinaria, usata per le crisi strutturali, pari 19.934.550 ormai su livelli doppi dell'ordinaria e che segna da Luglio un aumento tendenziale a 3 cifre. Le province più in difficoltà sono Lucca con un + 118,64% nel periodo Gennaio Novembre 2012 - 2011che segna addirittura un (+ 479 % per la straordinaria) Livorno con un +73,05 % complessivo e un (+ 162,75 % la straordinaria) Siena + 36,20 ( 86,27 % la straordinaria). Nei macro-settori il commercio supera ormai, in questa terribile classifica, un comparto tradizionalmente in crisi come l'edilizia con oltre 6.111.000 ore su base annua, con una crescita percentuale del 18,31 % sul 2011 e di ben il 56% sul 2010.
Evidente in questo caso la crisi dei consumi e il peso della riduzione della produzione di merci che è evidenziata dal dato dei servizi e della logistica che segna un +2 4 % sul 2011 e addirittura un + 84,59 sul 2010. Paradossalmente il manifatturiero che cresce “solo” del 9,46% sembra meno colpito, ma non bisogna dimenticare che è stato il segmento investito per primo e più pesantemente dalla crisi sin dal 2009 ed ha perduto per strada migliaia di imprese soprattutto piccole. Secondo Daniele Quiriconi, responsabile Mercato del Lavoro della CGIL Toscana, “questi numeri, nella loro crudezza, testimoniano la brutalità della crisi, quanto sia stata improvvida la scelta di ridurre le risorse e la durata degli ammortizzatori sociali con la riforma del luglio scorso e quanto sarebbero necessarie misure selettive sul piano fiscale per restituire a lavoratori e imprese un po' di ossigeno.
Sono scelte ormai che ci sentiamo di dover chiedere al prossimo Governo dopo averle invano chieste a quello Monti. La durezza delle cifre, fa apparire inoltre francamente risibile, qualsiasi discussione sulla produttività intesa come maggiore prestazione di un lavoro che non c'è, come viatico per contrastare la crisi stessa.”