Mettere in sicurezza corsi d'acqua e territori a rischio, come fare?

L’assessore regionale all’Ambiente ha parlato dell'Arno, ma la Toscana resta in ginocchio tra frane e smottamenti resta ancora da capire quale sia la parte dell'uomo e quale quella della natura negli effetti dei fenomeni eccezionali

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
05 dicembre 2012 15:39
Mettere in sicurezza corsi d'acqua e territori a rischio, come fare?

La Toscana resta in bilico passata la pioggia ed in attesa del gelo perché il territorio non è sicuro. "Fenomeni eccezionali" li chiamano perché il clima sta cambiando, e la crisi non c'entra. Oppure sì, ma solo quando si arriva a parlare di messa in sicurezza e di manutenzione. Piove, tanto, si attiva la macchina dei soccorsi, si contano i danni, si valutano le responsabilità, si torna a parlare dei grandi progetti mancati e tutto si ferma quando si arriva alla fattibilità delle idee proposte.

Burocrazia, impedimenti, mancanza di denaro. “Bravo il ministro Clini. Mi fa davvero molto piacere che abbia accolto il nostro suggerimento di adottare a livello nazionale l’esperienza toscana. Bloccare le costruzioni in tutte le aree ad elevato rischio idrogeologico, e quindi a rischio di esondazione, è una forma di prevenzione efficace e a costo zero”. E’ questo il commento del presidente Enrico Rossi alla proposta contenuta nella bozza sulle “Linee strategiche per la tutela del territorio” che il ministro dell’Ambiente, Corrado Clini, ha inviato al Comitato interministeriale per la programmazione economica.

“Noi lo abbiamo già fatto in Toscana dopo le alluvioni del novembre 2011 – afferma il presidente - vietando con la legge n. 21/2012 ogni forma di intervento edificatorio in oltre 1000 km quadrati di territorio, pari al 7% della superficie pianeggiante della regione. Insieme al divieto di edificazione negli alvei, nelle golene, sugli argini e nelle fasce laterali per una larghezza di 10 metri dall’esterno dell’argine, abbiamo previsto anche il divieto di tombamenti dei corsi d’acqua, dei restringimenti e rettificazione di alvei, impermeabilizzazioni e tutte le trasformazioni che possono restringere e ostacolare il deflusso delle acque.

Questa è vera prevenzione. Sono contento che il ministro abbia preso la Toscana come esempio”. “I cantieri non sono bloccati e i lavori sono attualmente in corso”. Così l’assessore regionale all’Ambiente Anna Rita Bramerini ha risposto all’interrogazione presentata da Dario Locci (Gruppo Misto) in merito allo stato dell’arte dei cantieri per le casse di espansione valdarnesi. “L’attività commissariale – ha detto Bramerini – è stata diretta, oltre che a dare impulso a quanto già avviato, anche a risolvere quegli aspetti che impedivano il regolare svolgimento delle altre lavorazioni.

La maggior parte di queste criticità sono state risolte”. Dall’assessore, anche la conferma della “conclusione dei lavori per la data riportata nell’atto di nomina del commissario, ossia fine giugno 2014” con “qualche difficoltà a garantire, per la stessa data, la conclusione delle operazioni di collaudo”. Sulla “copertura finanziaria” del primo lotto della cassa di espansione di Pizziconi, l’assessore ha chiarito che è stata “garantita tramite l’accordo di programma sottoscritto il 12 novembre 2009.

L’importo previsto è pari a 14 milioni”. Il consigliere, nella replica, ha ricordato le dichiarazioni rese dal governatore Rossi che indicano il 2016, “ossia il cinquantesimo dall’alluvione” come la data per la messa in sicurezza della città di Firenze. Quella di ieri è stata un'altra giornata di apprensione, in particolar modo per il torrente Mugnone, oltre che per l'Ombrone Pistoiese e il Bisenzio. A causa delle intense piogge, è stato superato il primo livello di guardia su tutti e tre i corsi d'acqua.

Per quanto riguarda il Mugnone, uomini e mezzi del Servizio di Piena e della Protezione Civile della Provincia di Firenze sono stati dislocati in corrispondenza del tratto che va da Piazza Puccini al Ponte del Barco, interessato dai cantieri di RFI. In concomitanza del picco della piena, esauritosi intorno alle 17, è stata disposta la chiusura di Via Tartini, della passerella che collega via Tartini alla ex Manifattura e del ponte del Barco stradale. Particolare preoccupazione, come il martedì precedente, ha destato la tenuta del tratto interessato dal cantiere RFI, nonchè la situazione del ponte del Barco stradale.

Si è avuta la conferma che quest'ultimo, essendo stata ampliata la sezione idraulica a monte, in caso di piena costituisce una strozzatura che determina un rigurgito a monte con aumento dei carichi sulle arginature, e quindi il rischio di un loro cedimento. Inoltre il ponte provoca altri effetti collaterali, quali in particolare l'aumento della velocità della corrente con effetti dannosi sulle arginature e sulle opere provvisionali a monte e a valle del ponte stesso. Per queste ragioni la Provincia di Firenze ha emesso ieri un'ordinanza con cui si dispone a RFI entro 25 giorni dalla notificazione l'abbattimento del ponte, peraltro già prevista nel progetto approvato. "L'esperienza di questa settimana - afferma l'Assessore provinciale all'Ambiente e Difesa del Suolo Renzo Crescioli - conferma quanto più volte detto da noi, e cioè che la presenza di quel tipo di ponte in quel punto non è più compatibile con le esigenze di messa in sicurezza del Mugnone, peraltro in un'area urbana densamente abitata.

Non si può aspettare ancora, magari a rischio di un'altra piena che potrebbe risultare fatale". «Chiediamo alla Ue, al Governo attuale e a quello che avremo fra pochi mesi, alla regione e agli enti locali, un impegno a difendere e valorizzare il patrimonio verde-rurale, non come museo o retaggio del passato ma come parte viva ed essenziale di una economia sociale basato sul bene comune. La ‘green economy’ siamo noi, è l’agricoltura il cuore verde dell’economia». Con queste parole il presidente della Cia Toscana Giordano Pascucci ha concluso il suo intervento di fronte al ministro delle politiche agricole alimentari e forestali Mario Catania, al convegno organizzato dalla Cia oggi a Firenze “Più agricoltura.

Valorizzazione del territorio, sviluppo dell’economia, crescita del Paese”. Al convegno fiorentino hanno partecipato oltre 600 agricoltori provenienti da ogni provincia toscana, con la presenza degli assessori regionali all’agricoltura Gianni Salvadori e all’urbanistica Anna Marson. «E’ necessario incentivare il presidio del territorio – ha affermato Cinzia Pagni, vicepresidente Cia nazionale -, se gli agricoltori non hanno reddito sono costretti a lasciare l’attività, e con l’abbandono si arriva al degrado del nostro territorio.

Ci vuole un’inversione di tendenza». Intanto si allagano intere aree e crollano muretti: per le copiose e forti piogge cadute nelle scorse ore, in via Farnocchia, a Luco di Mugello, un muretto di una proprietà privata ha ceduto franando sulla viabilità comunale, che allo stato attuale risulta non transitabile in condizioni di sicurezza. E' stato perciò istituito un divieto di transito per tutti i veicoli a partrire dalle ore 24 di oggi, 5 dicembre, "per l'intero tratto di strada interessata dalla caduta del muro e di tutta la porzione pericolante a monte e a valle del cedimento".

Nelle restanti porzioni della viabilità è consentito l'accesso carrabile ai soli residenti e con carico inferiore alle 3,5 tonnellate. Transenne e segnaletica di avviso sono state sistemate all'ingresso della via. Solo ieri è franata una porzione di muro in via Bolognese a Firenze causando gravi ritardi alla circolazione dei pendolari nel rientro a casa.

Notizie correlate
In evidenza