Regione Toscana conferma 26 milioni di euro per rilanciare la cultura

Scaletti: “Cultura bene primario. Regione conferma investimenti e non taglia nemmeno un euro dal bilancio”

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
08 novembre 2012 14:09
Regione Toscana conferma 26 milioni di euro per rilanciare la cultura

FIRENZE – “La Regione Toscana non taglierà un solo euro per la cultura, confermiamo, nel bilancio che stiamo approntando, la cifra di 26 milioni di euro di spesa corrente destinata alla cultura.” Questo il messaggio che Cristina Scaletti, assessore alla cultura della Regione Toscana, ha voluto lanciare stamani a Firenze, nel salone dei 500 di Palazzo vecchio, in occasione dell’apertura di Florens 2012 , il forum internazionale dei beni culturali e ambientali che si terrà fino a sabato 10 novembre.

“Questo è il messaggio che le istituzioni devono dare – ha ribadito Scaletti – e che noi, come Regione, intendiamo dare con forza e convinzione, nonostante i minori finanziamenti che ci vengono dal governo.” Sempre in tema Scaletti ha inoltre ricordato la legge regionale della Toscana che defiscalizza gli investimenti dei privati sulla cultura e i protocolli d’intesa fra le Fondazioni bancarie, la Regione e il Ministero, a sostegno della cultura. “ Dobbiamo ribadire – ha sottolineato Scaletti – che la cultura è un bene primario, non negoziabile e non subordinabile e che va garantita a tutti a prescindere dal fatto che possa dare un ritorno dal punto di vista economico e turistico.” In proposito Scaletti ha citato l’impegno della Regione sul “Treno della memoria”, come esempio di investimento che non è legato ad un ritorno di carattere turistico, ma serve a educare i giovani “per dire no all’orrore.” Ringraziando Florens 2012 per “aver riportato al centro del dibattito attuale il grande tema della cultura”, e dopo aver sottolineato il “l’importanza degli investimenti che servono a valorizzare il connubio turismo-cultura e la valorizzazione dei brand legati alla cultura, e che rappresentano un volano per lo sviluppo”, Scaletti ha concluso ricordando come “per fortuna, in un momento come questo nel quale si registra una contrazione mostruosa dei consumi, i dati ci dicono che il consumo di cultura non è diminuito.”

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