Comune unico del Casentino: respinta la proposta di iniziativa popolare

Il Consiglio respinge a maggioranza, voto favorevole alla proposta da parte di PdL e Lega Nord Toscana, astensione dell’Udc

Redazione Nove da Firenze
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25 luglio 2012 15:33
Comune unico del Casentino: respinta la proposta di iniziativa popolare

Firenze – Il Consiglio regionale ha respinto a maggioranza la proposta di legge di iniziativa popolare sull’istituzione del comune unico del Casentino. Hanno votato a favore i gruppi PdL e Lega Nord Toscana, l’Udc si è astenuta, mentre tutti gli altri gruppi hanno espresso voto contrario. Il presidente della commissione Affari istituzionali, Marco Manneschi (Idv), ha ricordato che la proposta è stata oggetto di un referendum, nel quale ha prevalso il voto contrario in undici comuni su tredici.

Complessivamente sono stati 8863 i voti negativi e 6843 quelli favorevoli. Manneschi ha sottolineato che, al di là dell’esito referendario, ci sono comunque perplessità nell’accorpare in un unico comune circa un quarto del territorio della provincia di Arezzo. Il presidente della commissione ha poi rilevato che con la legge attuale, il Consiglio è “oggettivamente indotto” a far svolgere il referendum, perché è difficile togliere la parola ai cittadini dopo la raccolta delle firme.

In una risoluzione approvata all’unanimità si afferma che è comunque opportuno perseguire l’aggregazione dei comuni, specie di piccole dimensioni, sia attraverso le gestioni associate, sia con le unioni dei comuni. Secondo Alessandro Antichi (PdL) in un referendum cui ha partecipato solo una frazione della popolazione, il piccolo scarto di duemila voti è solo significativo di una maggiore capacità organizzativa degli interessi favorevoli alla conservazione dello status quo e contrari all’innovazione.

“Non state scrivendo una bella pagina – ha concluso Antichi – Il Consiglio inspiegabilmente nega i principi che enuncia, con ragionamenti di basso profilo”. Annunciando il voto di astensione, Giuseppe Del Carlo (Udc) ha ricordato che il referendum ha interessato nove comuni con popolazione inferiore ai mille abitanti e quattro con popolazione di poco superiore. ”Siamo favorevoli alla razionalizzazione dei Comuni – ha osservato – ma operazioni di portata più ridotta hanno maggiore probabilità di successo”.“Dobbiamo fare i conti con le regole che valgono in questo momento – ha osservato Gianfranco Venturi (Pd) – Se si fa un referendum consultivo dobbiamo prendere atto dei risultati della consultazione. Altrimenti dobbiamo proporre un quesito referendario, sulla base del quale poi il Consiglio legifera, oppure fare una legge con referendum confermativo”.“Duemila voti sono un’inezia, ma i cittadini si sono espressi – ha affermato Antonio Gambetta Vianna (Lega Nord Toscana) – Ci auguriamo che anche nel caso dell’Elba si rispetti la volontà dei cittadini”. “Il Consiglio regionale doveva entrare nel merito dei contenuti, risparmiandosi questa inutile consultazione, dal costo di 170 mila euro” ha dichiarato Dario Locci (gruppo Misto), secondo il quale “è fuori dal mondo” una fusione indiscriminata di realtà eterogenee. “Era una proposta mal calibrata - ha osservato Vincenzo Ceccarelli (Pd) – Si sarebbe formato il secondo comune d’Italia dopo Roma per estensione territoriale ma con gli abitanti di un comune come Scandicci, in una realtà che ha una lunga tradizione di servizi e funzioni associate”.

A suo parere la legge regionale sull’iniziativa popolare delle leggi va rivista nel senso di un maggior rigore per la validità della raccolta delle firme

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