Ataf alla resa dei conti, cosa cambierà nell'azienda fiorentina?

"È purtroppo arrivato l'ultimo giorno di ATAF" scrive in un volantino la RSU dei dipendenti pubblici.

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
22 giugno 2012 15:20
Ataf alla resa dei conti, cosa cambierà nell'azienda fiorentina?

"È purtroppo arrivato l'ultimo giorno di ATAF: i nove Sindaci proprietari con l'avvallo politico del proprio partito (che a parole, avrebbe dovuto mettere al primo posto il lavoro e la salvaguardia dei beni comuni, ma che nei fatti ha dimostrato totale disinteresse per questi temi) si sono liberati dell'azienda di trasporto pubblico fiorentina; intendiamoci, si saranno anche tolti un “peso” come dicono loro, ma non il problema del TPL , che gli rimarrà sempre e comunque, dato che, se l'utenza non avrà un buon servizio, andrà sempre a bussare alla porta degli amministratori locali; non crediamo allora che i cittadini, infuriati per il bus che non passa, la linea soppressa o il titolo di viaggio più caro, si accontenteranno della storiella delle pensiline e delle paline nuove, tanto cara a Renzi, che l’ha rispolverata anche nelle dichiarazioni post-gara" così recita il volantino della Rsu aziendale. "Dunque ha vinto Moretti, ma qualcosa deve essere andato storto: per anni la politica fiorentina ha lavorato per un ingresso sul velluto dei transalpini, i quali non sono neppure riusciti ad aprire la busta dell'offerta, poichè considerata mancante di un requisito richiesto.

Vedremo i ricorsi.." "Palazzo Vecchio ha considerato fino ad ora ATAF un pozzo senza fondo, un inutile spreco di denaro pubblico; alla luce di ciò pare piuttosto incomprensibile l'accanimento col quale almeno 3 grandi aziende di trasporto si sono battute per avere in gestione il ramo d'azienda. Inoltre, l'offerta della vincitrice è stata di 6 milioni di euro superiore alla base d'asta, questo fa pensare che ATAF sarebbe stata una azienda che se gestita bene poteva generare utili considerevoli: di fronte a questa considerazione ci sembra doveroso chiamare in causa gli amministratori che si sono susseguiti negli anni, che hanno affossato quest’azienda sotto gestioni a dir poco discutibili, con l’assenso della politica locale che mai, nei nostri territori, ha puntato con forza e decisione sul trasporto pubblico. Alla faccia anche della clausola sociale non voluta dal buon Bonaccorsi, timoroso che, se inserita nel bando, il prezzo di ATAF sarebbe stato di pochi spiccioli; chissà perché, però, lo stesso timore non si è avuto quando si è trattato di inserire nel bando l’obbligo di affittare le infrastrutture, rimanenti in capo ai Comuni, e fonti di un pesante onere per i nuovi proprietari: “chi se ne frega” dei lavoratori, l’importante è garantire introiti ai Comuni".

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