Pomodoro in Toscana, accordo per garantire qualità e lavoro

Un documento che rappresenta una pratica virtuosa per la coltivazione, il trasporto, la lavorazione del pomodoro in Toscana. Un protocollo che riunisce l’intera “filiera” del pomodoro, con impegni per tutti i contraenti

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
20 marzo 2012 14:05
Pomodoro in Toscana, accordo per garantire qualità e lavoro

Tre enti pubblici (Regione, Provincia di Livorno e Comune di Campiglia Marittima), un’azienda privata (Italian Food del gruppo Petti, industria internazionale di conserve alimentari, che in Toscana ha sede a Venturina), le aziende dell’acqua e quella dei rifiuti, le organizzazioni professionali agricole, le centrali cooperative e un’associazione locale di produttori: sono 12 i soggetti che si sono riuniti oggi intorno allo stesso tavolo per il “protocollo d’intesa per la lavorazione del pomodoro da industria”. Tutti insieme per sottoscrivere un documento che rappresenta una pratica virtuosa per la coltivazione, il trasporto, la lavorazione del pomodoro in Toscana.

Un protocollo che riunisce l’intera “filiera” del pomodoro, con impegni per tutti i contraenti volti a garantire l’occupazione, un giusto reddito per i produttori agricoli, la massima tutela dell’ambiente, la salvaguardia delle acque e il corretto smaltimento dei rifiuti e un prodotto di qualità, interamente prodotto e lavorato in Toscana. I numeri: in Toscana 2600 ettari coltivati a pomodoro La superficie coltivata a pomodoro da industria in Toscana nel 2011 è stata di oltre 2600 ettari, con 230 aziende agricole coinvolte.

La produzione è di circa 200.000 tonnellate annue, di cui oltre il 3% è rappresentato da produzione biologica. La produzione di pomodoro si concentra in cinque zone geograficamente ben definite ed in particolare nelle zone costiere delle province di Grosseto, Livorno e Pisa e nell’area della val di Chiana, fra le province di Siena ed Arezzo. Pomodoro: 6 stabilimenti di lavorazione in Toscana. A Venturina il più grandeIn Toscana si trovano 6 stabilimenti (due più grandi e quattro di dimensioni minori) per la lavorazione del pomodoro da industria.

I due stabilimenti più grandi sono: - lo stabilimento di Italian Food S.p.A. situato nell’ area di Venturina (Comune di Campiglia Marittima) durante la stagione estiva trasforma pomodoro fresco per un quantitativo giornaliero che oscilla da 1.200 a 2.500 tons. di materia prima destinata alla produzione di passata, polpa, cubettato ed altri derivati. Nella rimanente parte dell’anno i derivati del pomodoro vengono rilavorati, confezionati e immessi sul mercato; - lo stabilimento di Conserve Italia ad Albinia, comune di Orbetello (GR). I quattro stabilimenti di dimensioni minori sono: Mediterranea Belfiore s.r.l.

a Cecina (LI), la Dispensa di Campagna a Castagneto Carducci (LI), Primetta a Massarosa (LU), Toscana Pomodoro a Vada (LI). Italian Food: risorsa per l’occupazione e il territorio. Criticità per la presenza nell’abitato di Venturina Lo stabilimento di Venturina di Italian Food S.p.A. occupa un’ area di circa 34.000 mq di cui circa 8.000 mq coperti, impiega stabilmente 100 dipendenti e altri 220 come stagionali . La zona dove lo stabilimento è ubicato, divenuta nel tempo residenziale, presenta oggi difficoltà di coesistenza tra l’attività produttiva e l’abitato, in particolare per quanto riguarda i trasporti su camion del prodotto concentrati nel periodo estivo di luglio-settembre. L’attuale localizzazione dello stabilimento non consente inoltre ulteriori sviluppi della sua capacità produttiva. La presenza sul territorio ha prodotto una sinergia ritenuta importante con la parte agricola, con le associazioni di categoria e con gli organi istituzionali di riferimento.

Dal confronto fra tutti i soggetti interessati è scaturita la necessità di innovare il processo produttivo, con la prospettiva di far diventare lo stabilimento di Venturina come terminale della filiera del pomodoro toscano, con la capacità di assorbire la gran parte della produzione regionale. In questa ottica si intende completare la gamma dei prodotti, con particolare riferimento all’utilizzo di materiali di confezionamento a basso impatto ambientale. Il nuovo stabilimento: progetto da 89 mila metri quadrati a Campo alla Croce Il nuovo progetto di Italian Food riguarda un’ area di circa mq.

89.000 in località Campo alla Croce, che verrà attuato congiuntamente con la riqualificazione urbanistica dell’ area attuale a Venturina, per la quale è già prevista la trasformazione ad edilizia residenziale con una quota riservata a finalità sociali. In attesa del nuovo impianto le norme urbanistiche del Comune di Campiglia prevedono la possibilità che lo stabilimento continui la produzione e sul piano degli investimenti sono ammessi gli interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria, oltre agli adeguamenti funzionali ed igienico sanitari necessari per soddisfare i requisiti di legge. Italian Food nell’area attuale è concessionaria di pozzi di acqua di falda profonda.

L’acqua è un fattore determinante per questo tipo di industria alimentare ed il suo consumo è altissimo e concentrato prevalentemente nei tre mesi estivi della produzione ( circa 160.000 metri cubi all’anno). Un’idonea disponibilità di risorsa idrica dovrà essere assicurata anche per la nuova localizzazione. Gli impegni di tutti per il nuovo stabilimento e per risolvere le criticità Per assicurare gli interventi necessari alla realizzazione del nuovo stabilimento Italian Food di Campo alla Croce e per risolvere le criticità a Venturina, ciascuno dei 12 soggetti firmatari assume una serie di impegni, ciascuno in relazione alle proprie prerogative. Eccoli in sintesi: La Regione Toscana assume impegni per verificare e promuovere le possibilità di finanziamento per il rinnovamento tecnologico, il miglioramento del ciclo delle acque e dei rifiuti e agevolare il ricorso al credito anche con l’intervento di Fidi Toscana. La Provincia di Livorno assume impegni di coordinamento e impulso tra i vari organismi preposti per la disponibilità di acqua al nuovo stabilimento per facilitare le procedure burocratiche e autorizzative, anche attivando specifiche Conferenze di Servizio. Il Comune di Campiglia Marittima: riservare a Campo alla Croce l’area per la localizzazione del nuovo impianto, concederla in diritto di superficie per 99 anni rinnovabile per altri 99; prevedere gli strumenti per facilitare il pagamento degli oneri del diritto di superficie e quant’altro per facilitare l’insediamento in relazione alle opere di urbanizzazione. L’A.T.O.

5 Toscana Costa e e la società ASA spa assumono impegni circa lo smaltimento dei reflui (depuratore di Venturina) e l’approvvigionamento delle acque, per possibili sinergie per il trattamento dei fanghi e degli scarti di lavorazione, per massimizzare il recupero di energia e materia con impianti ubicati in prossimità dello stabilimento e del depuratore di Venturina, anche al fine di minimizzare i trasporti su gomma dei rifiuti. Gli impegni di Italian Food per lo stabilimento di Campo alla Croce - mantenere lo stabilimento nel territorio del Comune di Campiglia Marittima - mettere in campo tutte le azioni, le strategie aziendali, la ricerca di misure finanziarie per la localizzazione a Campo alla Croce del nuovo stabilimento - realizzare un intervento che preveda consistenti incrementi della produzione e dell’ occupazione, a fronte di eventuali finanziamenti del Ministero dello Sviluppo Economico. Il progetto verrà presentato entro il dicembre del 2014, prevede un investimento di 60 milioni di euro e consentirà di espandere l’occupazione a un totale di 500 addetti. L’azienda assume ulteriori impegni in relazione al trattamento di acque reflue e scarti delle lavorazione, in sinergia con i servizi pubblici locali, con l’obiettivo di ridurre gli impatti ambientali e favorire il recupero di energia e materia e preservare la disponibilità dei pozzi esistenti a beneficio dell’approvvigionamento idrico sia dei propri fabbisogni che dell’uso potabile. ASPORT, a nome dei produttori impegni per la qualità e la tutela dell’ambiente A sostegno degli accordi contenuti nel protocollo le firme dei rappresentanti delle organizzazioni professionali agricole (Cia, Coldiretti, Confagricoltura), della Lega delle Cooperative e quella di ASPORT.

Quest’ultima in particolare si impegna sul versante della produzione e del miglioramento della qualità del prodotto, per pratiche colturali e tecniche di produzione che tutelino l’ambiente e favoriscano la biodiversità, nonchè per la vendita del prodotto conferito dai soci agricoltori.

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