Trasferimenti regionali a Firenze: non ci sono certezze per il 2012

Ecco le risorse che la Giunta Regionale ha trasferito al Comune. Ma l’assessore Saccardi: “Noi abbassiamo le tasse e manteniamo i servizi, la Regione sul sociale ci confermi le risorse, colmando anche i tagli dello Stato”

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
07 gennaio 2012 18:23
Trasferimenti regionali a Firenze: non ci sono certezze per il 2012

FIRENZE– “I numeri lo confermano, la Regione ha mantenuto flussi di risorse costanti a Firenze, consentendole di tenere inalterati servizi, strutture e infrastrutture. “. Lo puntualizza l’assessore al bilancio e ai rapporti istituzionali della Toscana, on. Riccardo Nencini; ed è la risposta alle dichiarazioni che si sono rincorse prima della fine dell’anno. “Lo abbiamo fatto ed è giusto che sia così. Del resto – aggiunge – ci è ben chiaro che Firenze è non solo il capoluogo della Toscana, ma una città del mondo”.

“Ma se c’è un sindaco Robin Hood – prosegue l’assessore – è anche perché dietro c’è una Regione che porta i doni come i Re Magi”. I numeri Nencini spiega che vanno letti con neutralità. Sono trasparenti, “parlano chiaro” e, nel caso di Firenze, sono anche importanti. Dal 2009 al 2011 la Regione Toscana ha infatti trasferito complessivamente al Comune circa 230 milioni di euro: poco meno di 53 nel 2009, oltre 100 nel 2010 e più di 73 nel 2011. Senza considerare i contributi per la tranvia, 67 milioni, e un milione appena stanziato dalla giunta, su quattro per l’intera Toscana, destinati all’emergenza sfratti.

Risorse che sono arrivate nonostante i tagli per 560 milioni imposti dal governo centrale nell’ultimo anno, i quali hanno costretto la Regione a un bilancio difficile ma non per questo meno attento a garantire i servizi essenziali e i diritti dei più deboli. “Tutto quello che alla Regione non arriverà più – spiega Nencini – lo recupereremo infatti tagliando i costi della politica, eliminando il superfluo, riordinando e riorganizzando il sistema degli enti con la legge regionale appena approvata, la prima in Italia, e inoltre razionalizzando la spesa e intensificando l’azione di contrasto all’evasione fiscale.

Più rigore, dunque, ma anche più equità, con l’aumento dell’addizionale Irpef, che comunque resta tra le più basse d’Italia, per i redditi sopra i 75.000 euro che ci consentirà di mantenere invariato il livello di finanziamento per la spesa sanitaria e di compensare il minor gettito derivante dalla compartecipazione Iva”. Per l’assessore chi sostiene che la Regione alza le tasse per colpire i cittadini sbaglia due volte: la prima, perché il Governo non ha conferito alle Regioni nessun potere di nuova tassazione, la seconda perché nella manovra Monti si specifica che il maggior gettito di 150 milioni prodotto dall’aumento dell’aliquota base dell’addizionale regionale Irpef a partire dal 2011, salito dallo 0,9 all’1,2 per cento, è da destinarsi integralmente al servizio sanitario.

“Quanto all’ulteriore ritocco dello 0,5 per cento deciso dalla Regione per lo scaglione oltre i 75 mila euro (dal 2012) – ricorda Nencini -, questo porterà presumibilmente 11 milioni, di cui 2,6 da parte dei contribuenti fiorentini. E’ evidente che è una manovra da ‘peso piuma’ rispetto ai ‘tagli-Tyson’ del Governo”. Non autosufficienza Nelle tabelle elaborate dagli uffici della Regione si entra ancor di più nel dettaglio. Per i servizi rivolti ai non autosufficienti per ciascuno dei tre anni, dal 2009 al 2011, il Comune di Firenze ha ad esempio ricevuto dalla Regione risorse per 12,7 milioni di euro (di cui 12,4 erogati al Comune tramite la Società della salute e 0,3 trasferiti direttamente): 12,7 milioni rispetto ad un totale di risorse erogate per tutta la regione pari a 80 milioni.

Quindi, a fronte di una popolazione residente a Firenze che è il 10% di quella toscana, le risorse ricevute dal Comune per la non-autosufficienza sono pari al 15,8% del complessivo. Trasporto pubblico locale In tre anni la Regione ha trasferito al Comune di Firenze circa 110 milioni di euro (quasi 23 milioni nel 2009, 39 milioni nel 2010 e oltre 27 milioni nel 2011) e nella cifra non sono considerate le risorse, in parte regionali ed in parte comunitarie, destinate al finanziamento dei lavori della Tranvia: si tratta di 67 ml euro di cui 37 già liquidati, trasferiti a Artea e da questa pagati al Comune di Firenze. Patto di stabilità Nel corso del solo 2011, il Comune di Firenze ha potuto spendere, grazie alla Regione, anche più soldi di quelli che le maglie sempre più strette del patto di stabilità imposto dal governo consentivano.

Sono soldi del Comune che il Comune aveva già in cassa. Ma se la Regione non avesse ceduto parte del proprio plafond agli enti locali, innalzando i tetti di spesa, sarebbero rimasti lì. Per Firenze questo ha voluto dire 5 milioni in più da spendere, su un totale di 11,6 milioni ‘ceduti’ a tutti i Comuni capoluogo. E’ il 44% delle risorse complessive, a fronte di una popolazione residente a Firenze pari al 29% della popolazione residente negli altri comuni capoluogo. Le altre voci Oltre 17 milioni sono poi andati per l’ambiente, la depurazione e il settore idrogeologico (più di 8 milioni nel 2009, 2,7 milioni nel 2010 e poco meno di 6,4 milioni nel 2011); più di 9 milioni sono andati per le politiche sociali (3,1 nel 2009, 3,5 nel 2010 e 2,4 milioni nel 2011); oltre 10 milioni per il diritto allo studio (3,3 nel 2009, 3,5 nel 2010 e 3,5 nel 2011).

Nelle casse del Comune di Firenze sono arrivati dalla Regione anche 16 milioni destinati al patrimonio e al riequilibrio delle quote di proprietà della Fortezza da Basso: ma in questo caso si tratta di un acquisto, soldi che la Regione ha pagato in cambio di qualcos’altro. Dei 16 milioni, 500 mila sono stati erogati nel 2009, oltre 10 milioni nel 2010 e più di 5 nel 2011. “Questa – sottolinea in conclusione Nencini – è l’epifania, ma soprattutto la forza dei numeri. Che in tempi di crisi durissima come questi meritano sommo rispetto.

Anche perché i numeri non tradiscono e questi parlano di scelte sagge e rispettose: prima di tutto dei diritti dei cittadini, ma anche di quelli dei territori. Questa è la buona politica che abbiamo messo in campo per Firenze e per la Toscana”. “L’assessore Nencini ha parlato del passato, ma oggi non ha detto nulla sul 2012 e non ha ancora confermato se la Regione Toscana con Firenze manterrà gli impegni sulle proprie competenze e su quelle che passano attraverso la Regione stessa”.

Lo afferma l’assessore al bilancio Claudio Fantoni, dopo l’illustrazione da parte dell’assessore Riccardo Nencini di alcuni dati sui trasferimenti regionali a Firenze. “Il Comune di Firenze – dice ancora l’assessore Fantoni – ha già detto con chiarezza di voler mantenere gli impegni sul welfare e sui servizi alla persona, pur alleggerendo l’addizionale irpef di un terzo. Dalla Regione non ci aspettiamo alcun dono, ma le stesse risorse del passato. E questo lo verificheremo coi numeri”.

L’assessore Fantoni auspica inoltre che per l’emergenza sfratti i finanziamenti della Regione per affrontare il fenomeno, trovino un riscontro positivo attraverso “lo sblocco delle risorse per le politiche abitative che la Regione Toscana ha spostato su altre voci di bilancio”. Sul tema della “non autosufficienza” l’assessore alle politiche sociosanitarie Stefania Saccardi intende ricordare all’assessore regionale Nencini che “la ripartizione di risorse non va fatta attraverso la percentuale di popolazione, ma sui reali bisogni e problematiche.

Firenze ha un numero di anziani soli maggiore di altre zone della regione, cui vanno aggiunti altri fenomeni come l’immigrazione e i minori stranieri non accompagnati”. “C’è poi un altro dato – ricorda ancora l’assessore Saccardi – che riguarda il fondo sociale regionale che a Firenze è diminuito del 55% e che le quote sanitarie aggiuntive per le rsa sono passate da 300 a 191. E visto che il Comune abbassa le tasse e conferma i servizi, auspichiamo dalla Regione, che invece le alza, almeno il mantenimento degli impegni assunti in passato, colmando anche i tagli dello Stato.

Questo sarebbe il vero segnale di attenzione nei confronti del sociale”. “Sono oltre 3.000 le domande presentate dagli assegnatari di alloggi popolari del Comune di Firenze che chiedono di comprare l'appartamento dove vivono da anni ancora oggi rimaste senza esito. Si tratta di una richiesta legittima cui si deve dare una risposta. Per questo chiediamo l’Amministrazione di predisporre quanto prima il piano di alienazione degli alloggi popolari agli assegnatari”. È quanto dichiara il capogruppo del PdL Marco Stella che continua precisando: “Il Comune di Firenze è proprietario di oltre 7.000 alloggi di edilizia residenziale pubblica, ma non vuole vendere agli assegnatari che chiedono legittimamente di acquistare.

Vendere significherebbe non solo soddisfare un'esigenza da anni rimasta senza risposta, ma anche avere le possibilità di incamerare risorse per costruire nuove alloggi. Oggi più che mai è necessario affrontare il tema casa nella sua complessità, una discussione che comprenda anche la vendita degli alloggi agli assegnatari. Da troppi anni gli assegnatari che legittimamente secondo la legge hanno richiesto la vendita degli alloggi aspettano una risposta, per non parlare della questione profughi ai quali il Comune di Firenze andando anche contro la legge regionale ha sempre negato il diritto di riscattare gli alloggi dove risiedono”.

“Crediamo – aggiunge Stella – che la priorità sia vendere la casa agli assegnatari e rimettere mano alla legge regionale in materia di edilizia residenziale pubblica. Per questo chiediamo un confronto in consiglio comunale attraverso un ampio dibattito, dove le forze politiche si possano esprimere portando le proprie posizioni e sollecitando la Regione ad affrontare velocemente il tema casa. Dobbiamo partire da una semplice domanda: cosa vogliamo oggi dall’edilizia pubblica? Qual è il suo scopo? Le attuali leggi non sono più all’altezza di rispondere ad un bisogno crescente che coinvolge strati sociali differenti, che non possono più permettersi di rivolgersi al mercato dell’affitto privato”.

“Partiamo comunque da un punto fermo – precisa il capogruppo PdL – : l’Amministrazione vari quanto prima il piano di alienazione degli alloggi popolari agli assegnatari. Nel 1993 il Parlamento ha approvato un’apposita legge ma la Regione Toscana l’ha sempre disapplicata sostenendo che si tratta di una norma quadro che non produrrebbe benefici per il patrimonio abitativo generale visto che i prezzi di acquisto sono bassi. Si tratta di una posizione è assurda – sottolinea Stella – : i prezzi delle case non vengono decisi in maniera arbitraria né dagli assegnatari né dagli enti pubblici locali.

La legge pone criteri e questi ultimi devono essere applicati: peraltro anche il Tribunale Amministrativo Regionale si è pronunciato a favore degli inquilini. Molti assegnatari, peraltro, hanno effettuato migliorie e ristrutturazioni a spese proprie. Dall'ultimo piano delle vendite di alloggi popolari sono trascorsi oltre 15 anni e si fanno sempre più pressanti le legittime richieste degli affittuari di poter riscattare le proprie abitazioni nonché dei cittadini di poter accedere all'acquisto di questi appartamenti”. Per quanto riguarda i profughi assegnatari degli alloggi pubblici, Stella evidenzia come si tratti di “una vicenda ancora più eclatante.

Fin dal 1952; con la legge 137 si individuavano soluzioni abitative dedicate ai profughi. Da allora il Parlamento ha sempre ritenuto opportuno vendere agli assegnatari gli alloggi, e attraverso varie leggi ne ha individuato le modalità. Addirittura anche la Regione Toscana ha ritenuto giusto vendere ai profughi assegnatari gli alloggi: nel 2005, con la legge 59, ha fissato i criteri per la vendita degli alloggi ai profughi, invitando le amministrazioni locali a vendere. Tuttavia il Comune di Firenze ha approvato una delibera di giunta per non cedere gli alloggi ai profughi.

Riteniamo quindi urgente procedere alla vendita degli alloggi agli assegnatari” conclude il capogruppo PdL.

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