Via alla trasformazione dell’area delle ex Officine delle Ferrovie

Approvato dalla giunta l’avvio del procedimento di variante urbanistica. Tommaso Grassi: pur di non pagare il terreno del Parco della Musica, si monetizzano le varianti urbanistiche

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
03 gennaio 2012 18:33
Via alla trasformazione dell’area delle ex Officine delle Ferrovie

Via alla trasformazione dell’area delle ex Officine delle Ferrovie a Porta al Prato, dove già ha sede il nuovo teatro del Maggio Musicale. La giunta, su proposta dell’assessore alle politiche del territorio Elisabetta Meucci, nell’ultima seduta ha approvato l’avvio del procedimento della variante urbanistica, primo atto formale di un intervento che ha come obiettivo quello di trasformare la zona ex-ferroviaria in un quartiere vitale e accessibile, integrando le importanti funzioni culturali già presenti con nuovi servizi e attività complementari, in un contesto ben collegato ed inserito nella città.

L’intervento riguarda in particolare l’area ferroviaria dismessa retrostante l’ex stazione Leopolda, tra la linea ferroviaria per Empoli, il canale Macinante e il nuovo Teatro; un’area incompiuta, dove si trovano ancora i ruderi abbandonati delle ex Officine. Proprio l’inaugurazione della nuova struttura ha reso non più rinviabile l’avvio dell’intervento, in un progetto complessivo che coinvolge il nuovo adiacente quartiere di piazza Bonsanti, nato dalla riconversione dello Scalo merci; le Grandi Cascine, con l’allontanamento dell’ippodromo e l’ampliamento delle aree fruibili del parco; la Stazione Leopolda, con il potenziamento delle sue funzioni culturali; la mobilità urbana, con il prolungamento di via Michelucci (che diventerà la strada di penetrazione Rosselli/Pistoiese) e la trasformazione della linea ferroviaria per Empoli in linea tramviaria (la linea 4, che dovrebbe collegare Smn con la zona delle Cascine e del viadotto dell’Indiano, lungo l’attuale tracciato ferroviario). “Sul piano urbanistico gli obiettivi principali sono tre – spiega l’assessore Meucci – Il primo è quello del raggiungimento di una maggiore integrazione e coesione urbana, realizzando un quartiere che possa costituire un habitat appropriato alle grandi funzioni culturali già insediate; il secondo obiettivo è quello di risolvere i problemi connessi all’accessibilità ed alla distribuzione delle nuove funzioni, sia quelle nuove da prevedere, che quelle recenti; il terzo obiettivo, più in generale, è quello di conferire una nuova qualità all’ambiente urbano e più in particolare ricucire e collegare i diversi interventi urbanistici realizzati e in corso di realizzazione”. La vicenda della trasformazione dell’area delle ex officine parte da lontano, e passa da una lunga serie di accordi procedimentali con le Ferrovie conclusi nell’agosto scorso con l’intesa fra Comune, Provincia e Regione e Rfi per l’aggiornamento delle opere previste, dopo che nell’aprile 2009 era stato stipulato il contratto preliminare di vendita.

In quell’atto l’area veniva suddivisa in tre comparti di attuazione: il primo (lotto A) destinato ad opere infrastrutturali di carattere ferroviario e servizi connessi; il secondo (lotto B) destinato alla realizzazione di interventi pubblici tra i quali il nuovo Teatro; il terzo (lotto C) destinato ad interventi edificatori privati a destinazione residenziale e commerciale, per 39mila mq di superficie utile lorda. Interventi da realizzare attraverso una variante urbanistica, che è quella appunto oggetto del procedimento appena avviato dalla giunta. “L’importante è aprire cantieri e far girare l’economia del cemento: questo l’unica conclusione che si può trarre dall’annuncio di oggi dell’avvio della variante urbanistica dell’area di Porta al Prato.

– afferma il Consigliere comunale di Sinistra e Cittadinanza, Tommaso Grassi – Non sono ancora terminati i lavori nei comparti del PUE Leopolda e PUE Paisiello, centinaia di famiglie ancora vivono in un cantiere a cielo aperto e già si pensa ad autorizzare altre case nell’area ferroviaria di fronte.” “Dietro ad un recupero di volumi esistenti in area ferroviaria, destinati finora ad uffici delle Ferrovie, si cela l’ennesima speculazione urbanistica che aumenta in Città il numero e le superfici destinate a residenze private, sfruttando una variante urbanistica che il Comune aveva già promesso alle Ferrovie, prima nel 2008 con la firma del Protocollo sui 150.000 metri quadrati di edificazioni private e poi confermati nell’agosto scorso nell’ultimo accordo sull’Alta Velocità.” “A cosa servono e a chi conviene costruire ancora in una zona dove, proprio accanto, da anni sono invendute numerose case, e ancora altre ne saranno costruite a breve ? La sensazione, confermata dagli atti, è che pur di non pagare il prezzo concordato di circa 16 milioni di euro per il terreno dove si è costruito il Nuovo Parco della Musica, l’Amministrazione comunale abbia deciso di monetizzare la concessione edilizia avviando la variante urbanistica per la realizzazione di nuove case e spazi commerciali.

Nonostante la mancanza di soldi da parte del Comune, riteniamo che non si possa assolutamente mercificare i titoli edificatori e le varianti urbanistiche: questa politica urbanistica ci ricorda troppo un modo di operare a cui non avremmo più voluto assistere.” “Grave che si ipotizzi di effettuare varianti urbanistiche per circa 39.000 metri quadrati di case e centri commerciali, anticipando il Piano Urbanistico quando l’impegno dell’Amministrazione comunale dovrebbe essere tutto incentrato per risolvere la paradossale situazione proprio dell’area di fronte dove ancora mancano edifici da costruire, le aree da cedere al Comune ancora versano in uno stato di degrado e lo stato dei lavori è arretrato, oltre al fatto che i residenti sono costretti a convivere in una situazione di cantiere aperto e che alcune aree versano anche in assoluto degrado sanitario.

– conclude Grassi – Per renderci conto della situazione basti pensare che la viabilità della zona è priva di un accesso su Via Paisiello e che i residenti sono costretti a vivere praticamente in una zona senza sfondo: che la risposta dell'Amministrazione ai cittadini sia quella di dare nuove autorizzazioni urbanistiche nell'area limitrofa ci amareggia profondamente.”

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