Nencini scrive al console: “Serve più impegno dalla comunità cinese”

Imbarazzanti i silenzi sulle violazioni dei diritti umani dei lavoratori nelle aziende del distretto pratese

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
12 novembre 2011 17:47
Nencini scrive al console: “Serve più impegno dalla comunità cinese”

FIRENZE – “Esiste una ‘questione cinese’ che va affrontata senza esitazione. La Regione Toscana, le Forze dell’ordine, le categorie economiche hanno intensificato negli ultimi mesi la reciproca collaborazione, ma l’obiettivo non potrà essere raggiunto se non ci sarà un convinto e deciso passo in avanti da parte della stessa comunità cinese”. È quanto scrive l’assessore al bilancio della Regione Toscana, Riccardo Nencini in una lettera aperta indirizzata al console cinese di Firenze, facendo riferimento ai recenti fatti di cronaca e all’operazione condotta nei giorni dalle forze dell’ordine nella provincia di Firenze, che ha fatto emergere un contesto drammatico di illegalità: un vero e proprio ‘lager’ in cui cittadini cinesi venivano tenuti segregati, costretti a lavorare in condizione di schiavitù da altri connazionali.

Una questione posta con forza da Nencini al console già in un incontro di un anno e mezzo fa, quando l’assessore sottolineò al diplomatico la necessità di concentrare gli sforzi delle istituzioni e di tutti gli attori coinvolti a vario titolo nella lotta all’evasione fiscale verso le sempre più diffuse situazioni di illegalità economica del ‘distretto cinese’ operante tra Prato e Firenze. Le azioni intraprese fino ad oggi hanno dato buoni frutti, spiega Nencini. ma episodi come quello dei giorni scorsi non consentono di abbassare la guardia: “La questione cinese va affrontata senza esitazione.

Essa investe più aspetti: la lotta ai comportamenti criminali degli imprenditori senza scrupoli, l’emersione dell’economia sommersa, l’affermazione di diritti e doveri per i lavoratori onesti”. Concludendo la lettera, Nencini chiede al console “un rinnovato ed accresciuto impegno verso tali tematiche, ribadendo la più totale disponibilità ad individuare assieme le possibili soluzioni ad un problema che rischia, se non affrontato con azioni decise, di minare la stabilità del sistema economico e sociale della Toscana”. E' di ieri la denuncia del prete cinese Don Wang sulle gravi difficoltà di esercizio del culto religioso da parte dei lavoratori cinesi a Prato.

Si è tenuta giovedì sera la camminata della legalità, indetta dalle associazioni Giovani per Prato, Nuova Prato e Prato libera e sicura. Al termine dell'iniziativa, in piazza del Comune, il sindaco Roberto Cenni ha lasciato il proprio ufficio in Palazzo Comunale e sotto la statua di Datini ha incontrato i partecipanti all'evento. A seguito delle notizie apparse sulla stampa locale l'assessore alla Sicurezza Aldo Milone, dichiara: "Dopo la denuncia del prete cinese Don Wang, con la quale afferma in maniera chiara e inequivocabile che all'interno della comunità cinese c'è una costante violazione dei diritti religiosi, con il licenziamento dei lavoratori cattolici cinesi che partecipano alla S.Messa, la Camminata della legalità, svoltasi giovedì scorso, acquista maggiore valore.

Chi non ha partecipato ha perso l'ennesima occasione per ribadire i valori che venivano rappresentati in quella manifestazione anche alla luce delle dichiarazioni di Don Wang. Adesso mi piacerebbe ascoltare e leggere cosa ne pensano quei cattolici del centrosinistra di fronte a questa clamorosa denuncia del religioso cinese. Immagino che continueranno a comportarsi, come hanno sempre fatto, come quella famosa scimmietta che non vede, non sente e non parla. Dirò di più, per usare un po' di ironia anche se c'è poco da ridere su questo problema, leggendo le affermazioni del prete cinese, credevo che quelle parole fossero state pronunciate da quel "razzista", così definito da diversi esponenti del centrosinistra, di Milone.

Queste dichiarazioni di Don Wang danno sicuramente maggiore forza alla attività di contrasto all'illegalità che sta portando avanti questa giunta, unitamente al gruppo interforze. Dimostra ancora di più che la strada intrapresa va nella giusta direzione e anche a difesa degli operai cattolici che intendono giustamente esercitare il loro sacrosanto diritto religioso. Sorprende invece il perpetrarsi del silenzio delle sinistre sulle violazioni dei diritti umani dei lavoratori cinesi nelle aziende del distretto parallelo.

Evidentemente la sinistra se da una parte è tutta intenta a fare filosofia di facciata dall'altra continua a stringere accordi per far scippare a Prato quel poco che le è rimasto. Si legga Centro di ricerca Tosco-Cinese sul tessile con sede nella nostra città".

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