Unione dei comuni: sì unanime a limiti demografici per Toscana

Il Consiglio regionale licenzia la legge stralcio sulla riforma delle autonomie locali. Almeno 5000 abitanti per costituire le unioni ordinarie, almeno 1000 per le unioni dei piccoli comuni, obbligati alla gestione associata

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
08 novembre 2011 19:05
Unione dei comuni: sì unanime a limiti demografici per Toscana

Saranno necessari almeno 5000 abitanti per costituire le unioni ordinarie dei comuni, mentre ne serviranno almeno 1000 per le unioni dei piccoli comuni, obbligati a gestire in forma associata tutte le funzioni amministrative e tutti i servizi pubblici. Quest’ultimo limite può essere inferiore solo se l’unione non ha continuità territoriale con altri comuni con una popolazione fino a 1000 abitanti. E’ quanto stabilisce una legge stralcio sulle autonomie locali toscane, approvata all’unanimità dal Consiglio regionale. E’ stato il presidente della commissione Affari istituzionali, Marco Manneschi (Idv), ad illustrare il testo in aula. La normativa statale ha fissato in 10.000 abitanti il limite per le unioni ordinarie ed in 5.000 abitanti quello per le unioni dei piccoli comuni, ma consente alle Regioni di stabilire limiti diversi, purché lo facciano entro il 16 novembre 2011.

“La commissione sta lavorando sulla più complessiva riforma istituzionale delle autonomie locali, con particolare riferimento alle unioni dei comuni – ha precisato il presidente – Questa decisione non pregiudica in alcun modo le future scelte sulla legge”. “Questa normativa stralcio serve per evitare l’applicazione automatica dei limiti fissati dalla normativa statale – ha aggiunto Alessandro Antichi (PdL) – Sugli altri aspetti è necessario approfondire la riflessione. L’aggregazione dei comuni è un modo per tagliare i costi della politica”. “E’ un primo passo.

Entro l’anno dovremo definire anche gli ambiti entro cui i comuni si potranno aggregare – ha aggiunto Gianfranco Venturi (Pd) - Non veniamo meno allo spirito della legge nazionale. Veniamo invece incontro ad alcuni processi di aggregazione che sono già concretamente in corso”. (dp)

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