Rossi spiega l'applicazione dell'accisa di 5 centesimi a litro sul carburante

Il presidente illustra la legge che introduce l’aliquota sulla benzina: “Misura straordinaria e limitata da destinare a famiglie e imprese”. “Rivedere le politiche ambientali e urbanistiche”

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
04 novembre 2011 14:06
Rossi spiega l'applicazione dell'accisa di 5 centesimi a litro sul carburante

Il ricordo delle vittime si accompagna alle immagini del territorio devastato, e a quelle del lavoro imponente, massacrante, fatto da tanti, da tutti: protezione civile, volontari, forze dell’ordine, prefetture. Enrico Rossi apre con parole di solidarietà e ringraziamento la seduta straordinaria del Consiglio dedicata alla Lungiana. All’ordine del giorno c’è il contributo chiesto ai cittadini con l’applicazione per il 2012 dell’aliquota di 5 centesimi per litro di benzina.

Da questa misura “prevista in Finanziaria, che consideriamo straordinaria e limitata”, come ricorda subito il governatore, la Regione conta di ottenere un’entrata di circa 55milioni da destinare “alle emergenze”. Emergenze vere, come chiarisce il presidente facendo il punto sugli interventi svolti sino ad oggi: degli 85 milioni circa di finanziamenti disponibili, una parte sarà destinata a ricostruire cinque ponti, a garantire la possibilità di un riassetto idrogeologico per elevare il grado di sicurezza, ad interventi di rimborso ai privati e alle aziende (incluso quello di Fidi Toscana per favorire l’accesso al credito per le imprese danneggiate).

A questo si potranno aggiungere fondi agricoli comunitari, mentre sarà attivato un Ufficio di assessori tra quelli principalmente coinvolti per competenza. “Una volta alla settimana sarò nelle zone alluvionate”, ha aggiunto Rossi che ha comunque chiarito come la decisione di istituire l’aliquota sulla benzina implichi “un’assunzione di responsabilità” e “una considerazione di ordine generale: rivedere le politiche ambientali e urbanistiche”. “Dobbiamo stabilire vincoli forti e fissare un momento in cui in Toscana, tendenzialmente, non si alza un mattone nelle zone a rischio e se lo si fa si assumono responsabilità e precisi oneri in caso di danni”.

Passano all’unanimità le due proposte di legge a sostegno dei territori della Lunigiana colpiti dall’alluvione. L’Aula ha approvato l’istituzione dell’imposta regionale sulla benzina di 0,05 euro al litro per il 2012 su iniziativa della Giunta. Sì unanime anche al contributo straordinario di solidarietà di 100.000 stanziato dal Consiglio regionale. Queste la misure urgenti a sostegno della popolazione della Lunigiana, colpita dall’alluvione del 25 ottobre. La proposta di legge che stanzia 100.000 euro è di iniziativa dell’Ufficio di Presidenza del Consiglio regionale e prevede il ricorso al fondo di riserva del bilancio del Consiglio per l’esercizio 2011. “Tre le cause che hanno portato a questi eventi disastrosi – ha detto Loris Rossetti (Pd), figlio di quelle terre ed ex sindaco di Fivizzano – ritengo ci siano, al di là di un’edificazione sbagliata, eventi naturali come l’effetto serra e le elevate precipitazioni (in meno di sei ore 520 ml) ma anche la poca cura del territorio e la sua mancata manutenzione con la giusta regimazione delle acque e la decespugliazione che renderebbe il terreno permeabile”.

Rossetti ha espresso condivisione per le misure adottate dal Consiglio e dalla Giunta “per dare una risposta immediata ai danni, a sostegno di un intero territorio messo in crisi in un momento già di difficoltà economica”. Jacopo Maria Ferri (Pdl), residente a Pontremoli ha sottolineato il forte senso di coesione e di condivisione della difficoltà proprie della Toscana. “Il presidente Rossi – ha detto Ferri - ha portato la presenza immediata delle istituzioni. Adesso, bisogna far radicare l’importanza della difesa del territorio e normare per il futuro.

Il provvedimento di oggi ha finalità nobili, è da condividere in pieno per il carattere di straordinarietà e di temporaneità che rispondono ad un’esigenza specifica. Rimane però da affrontare la psicosi dei cittadini che adesso vivono con la paura della pioggia”. Ferri ha evidenziato l’importanza di far ripartire il motore legato al commercio. “Chiederei alla Regione – ha aggiunto - di coinvolgere tutte le realtà economiche territoriali, anche quelle più marginali per fare squadra”.

Totale solidarietà alle popolazioni colpite dall’alluvione anche dal consigliere Andrea Agresti (Pdl). “Non mi sento – ha detto Agresti - di mettere tra le responsabilità al primo posto quella meteorologica ma piuttosto quella nostra, di amministratori che hanno consentito di urbanizzare dove prima scorrevano i fiumi. La modernizzazione ha portato a rischi idrogeologici, adesso va ripensato il modo di costruire sul territorio”. Agresti ha evidenziato la necessità di riforme, ad esempio “va modificata – ha detto - la legge sui consorzi di bonifica.

Non ci dobbiamo fermare ai provvedimenti di emergenza ma pensare ad una politica di governo del territorio vera”. “E’ nostro dovere – ha detto Giuseppe Del Carlo (Udc) - esprimere sostegno alla popolazione duramente colpita dagli eventi calamitosi e aderire alle misure illustrate dal presidente Rossi”. Tra le priorità il capogruppo ha elencato la necessità di ripristinare l’attività economica, dare aiuti alle famiglie, monitorare l’attività di ricostruzione sul territorio e fare manutenzione del bosco.

“Dobbiamo riflettere – ha aggiunto - sulle misure preventive per la sicurezza del territorio e stanziare maggiori risorse per la difesa e la prevenzione, invece che spenderle poi per il ripristino”. La Lega Nord Toscana ha votato a favore degli interventi della Regione per l’alluvione che ha colpito la Lunigiana, ma manda il proprio monito, chiedendo «accise a tempo determinato» oltre che la fine della cementificazione «delle zone a rischio». Proprio su questo punto, il capogruppo Antonio Gambetta Vianna invita a «smetterla di costruire nelle zone a rischio.

Se ad Aulla i danni maggiori sono stati nella città nuova, un motivo ci sarà». Il leader del Carroccio in Palazzo Panciatichi si sofferma, poi, sui provvedimenti della Regione per la Lunigiana. «Anche se in passato sono già stati finanziati degli interventi che ancora oggi non sono partiti – spiega –, siamo d’accordo a sostenere un aumento delle accise sui carburanti purché il ricavato sia destinato effettivamente all’emergenza della Lunigiana e che le accise siano, quindi, a tempo determinato.

I toscani non possono essere vessati all’infinito a causa delle mancanze di chi avrebbe dovuto tutelare il territorio e, soprattutto, non possono pagare all’infinito determinate accise come stanno continuando a fare, per esempio, per il terremoto del Belice del 1968, per l’alluvione di Firenze del 1966 e per altre emergenze di molti anni fa». E proprio ricordando l’alluvione di 45 anni fa, oggi una delegazione del Carroccio, tra cui il consigliere regionale Gian Luca Lazzeri, con la presenza del principe Ottaviano de’ Medici e del gonfalone granducale mediceo donato alla Lega Nord Toscana dall’ultimo erede della nobile casata, ha lanciato una corona di fiori dal Ponte Vecchio in memoria delle 34 vittime della catastrofe che colpì soprattutto Firenze e zone limitrofe.

«45 anni dopo – spiega Lazzeri – la situazione dell’Arno non è molto migliorata. Anche le notizie sulla presenza di troppo fango presso le dighe di Levane e de La Penna non ci fanno dormire sonni tranquilli. Non c’è stata finora la volontà di fare le cose per bene e di mettere l’Arno in sicurezza. In questi giorni la sciagura dell’alluvione è toccata, purtroppo, alla Lunigiana e alla Liguria, anche qui per la non cura degli argini, dei greti dei fiumi, delle dighe… Ma ricordiamoci che anche Firenze è a rischio per l’incuria umana». “La tragedia della Lunigiana non è dovuta al caso o a un evento straordinario ma la sua causa ha nome e cognome precisi: cambiamenti climatici e cementificazione”.

Lo ha detto Mauro Romanelli (Fed. Sinistra-Verdi) che ha definito “giusta la tassa sui carburanti” proprio perché “l’industria del petrolio ha grandi responsabilità nei cambiamenti climatici”. Sulla “cementificazione e l’incuria del territorio, dovute a piani regolatori con previsioni per il doppio della popolazione attuale”, secondo Romanelli serve invece approntare un “piano per la decementificazione” e per “incentivare l’agricoltura”. Infine, ha proposto un piano di tante piccole opere “che sono più utili delle grandi opere a fare prevenzione”. Secondo Marina Staccioli (Gruppo misto), “va bene parlare di cambiamenti climatici” ma senza nascondersi “l’evidente trascuratezza del territorio e la responsabilità di aver costruito in zone a rischio”.

Sulla base dell’esperienza vissuta in Versilia, la consigliera ha affermato che “servirebbe dragare con regolarità gli alvei dei fiumi”. Annunciando il voto positivo alle proposte di legge della Giunta e del Consiglio e augurandosi “che l’accisa sui carburanti sia davvero a termine”, Staccioli ha chiesto alla Giunta di conoscere come sono stati impiegati gli stanziamenti passati in materia di difesa del suolo e di rivedere il piano di protezione civile. Paolo Marini (Fed.

Sinistra-Verdi) ha evidenziato come, ad Aulla, la tragedia “fosse prevedibile, perché la città è stata ampliata, costruendo sul letto del fiume”. E ha aggiunto “che evidente è anche l’incuria del territorio, come accade in tutto il Paese”, a causa della perdita delle conoscenze e delle pratiche delle vecchie generazioni. In questo senso, Marini ha lanciato l’idea di un progetto sperimentale di cura del territorio da attuare proprio partendo dalla Lunigiana. Marini ha infine giudicato positivamente gli interventi previsti dalla Giunta, “perché se è vero che i cittadini si sono subito rimboccati le maniche, è altrettanto vero che da soli non possono farcela” e ha invitato le istituzioni a fare “della ricostruzione un’occasione per affermare un modello di cura del territorio e di sviluppo diverso da quello del recente passato”. “Per questa ennesima tragedia ambientale e umana non basta parlare di cambiamenti climatici, che ci sono stati ma sono ormai noti da tempo”, ha detto Marta Gazzarri, capogruppo Idv.

“Ci sono cause molto umane, dove è necessario intervenire per avviare una nuova fase di prevenzione del rischio e per mettere in sicurezza il territorio, anche prevedendo di rimuovere gli abusi”. Il punto di partenza, secondo Gazzarri, sono i piani regolatori dei Comuni. Secondo Nicola Nascosti (Pdl), in alcune zone, dove si è “costruito in zone non idonee in tempi molto antichi”, serve “aumentare gli interventi di prevenzione”. Necessario anche “monitorare, come nel caso dell’Arno, che le risorse già a disposizione siano effettivamente spese”.

Nascosti ha poi citato il caso della Versilia, che si è salvata “perché ha funzionato il lavoro di piccoli interventi del Consorzio di bonifica. Stiamo attenti quindi a non farci trascinare dall’ondata dell’antipolitica dicendo che tutto va cancellato. I Consorzi vanno forse eliminati perché hanno consigli di amministrazione troppo costosi, ma le loro competenze vanno mantenute per intero”. Positivo, infine, “il pragmatismo del presidente Rossi sulla necessità di rimodulare la Protezione civile e la prevenzione”.

A dare il via alla parte finale del dibattito č stato Pieraldo Ciucchi, gruppo Misto, che ha ricordato come “purtroppo non č la prima volta che questo Consiglio deve confrontarsi con eventi calamitosi” e che “pił in generale e' dal 1966 che sentiamo invocare la necessitą di una svolta culturale”. Ciucchi, a partire da queste osservazioni, ha chiesto di “introdurre nel confronto quello che ha detto il presidente Rossi” facendo riferimento alla proposta ribadita oggi in Aula dal presidente di un patto tra Stato, Regioni e sistema delle autonomie locali per stanziare ogni anno 1 miliardo e mezzo di euro da destinare ad interventi per la sicurezza idrogeologica del nostro Paese.

“Quanto all’immediato”, ha concluso Ciucchi annunciando il voto favorevole, “da accogliere la proposta della Giunta dettata dall’emergenza e dalle regole della solidarietą”. Anche Vittorio Bugli, capogruppo Pd, ha speso parole di condivisione per la proposta di Rossi a cui il Consiglio regionale ha associato un proprio contributo di solidarietą di 100 mila euro. In particolare Bugli ha precisato che “se oggi, nel giorno dell’anniversario dell’alluvione di Firenze del 1966, chiediamo ai toscani di farsi carico di una concreta azione di solidarietą, noi dobbiamo anche assumerci maggiori responsabilitą”.

Bugli ha inoltre spostato il discorso sulle politiche di assetto del territorio: “Bisogna innalzare il tasso di sicurezza degli argini dei fiumi toscani”. A favore della proposta della Giunta si e' espresso infine pure Dario Locci, gruppo Misto, che dopo aver espresso “solidarietą alle popolazioni colpite dalla sciagura” ha chiesto di “rivedere in modo radicale tutte le politiche ambientali ed urbanistiche” affermando che “questa sciagura poteva essere evitata se in Toscana si fossero fatte, in questi anni, adeguate ed oculate politiche del territorio e di contenimento dei fiumi”. La votazione conclusiva ha visto le due proposte di legge, come detto, passare entrambe all’unanimitą.

Quella presentata dalla Giunta ha avuto 40 voti a favore su 40 votanti, quella dell’Ufficio di Presidenza del Consiglio, sulla quale si e' votato a parte, ha avuto il via libera con 39 si su altrettanti presenti in Aula

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