Trenitalia, operazione 'Espresso' appalti truccati, indagini partite da Firenze

Perquisizioni in svariate regioni, a seguito di un'inchiesta condotta dalla Procura fiorentina su alcuni appalti Trenitalia e Sepsa ritenuti dagli inquirenti ''truccati''. Trenitalia: ''Avevamo già denunciato i fatti, ci costituiremo parte civile''

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
04 ottobre 2011 09:00
Trenitalia, operazione 'Espresso' appalti truccati, indagini partite da Firenze

Alba all'insegna dell'operazione 'Espresso' decine di perquisizioni e catture in svariate regioni, a seguito di un'inchiesta condotta dalla Procura fiorentina su alcuni appalti Trenitalia e Sepsa ritenuti dagli inquirenti ''truccati''. Tutto ha avuto inizio da Firenze, dalla sede Trenitalia di viale Spartaco Lavagnini, dopo una serie di segnalazioni firmate e non anonime. 42 le persone finite sul registro degli indagati nell'inchiesta svolta dalla Squadra Mobile di Firenze al comando di Filippo Ferri e dal Compartimento Polizia Ferroviaria per la Toscana.

A renderlo noto la stessa Questura di Firenze, che parla di "fase conclusiva di una complessa e sofisticata attivita' investigativa che ha coinvolto a vario titolo un ''consistente gruppo'' di funzionari e dipendenti di societa' a partecipazione pubblica e imprenditori concorrenti, associati tra loro formando una vera e propria organizzazione finalizzata a falsificare le gare d'appalto''. "Diciamo ancora una volta grazie alle intercettazioni - ha sottolineato il procuratore Giuseppe Quattrocchi - che ci hanno permesso di carpire discussioni a distanza che non lasciano dubbi sull'apparato creato e ben rodato tra gli imprenditori interessati.

Non solo accordi e mazzette, ma anche truffa ai danni degli enti pubblici con forniture di materiale già usato e di qualità scadente. Si tratta di un sistema - ha spiegato - in uso negli anni '80 e '90 specie nel sud, in cui vi è una rotazione mirata nella gestione dei profitti degli appalti. Il tutto è strutturato in modo da ottenere lo stesso guadagno per tutti i soggetti coinvolti". Ovvero se una ditta vince un appaltop per 10 milioni, l'altra ne deve vincere due per un valore di 5 ciascuno, perché al pareggio del bilancio non si fanno sconti. Ma visto che si è trattato di forniture di accessori e di elementi di ricambio, sono rilevabili rischi per la sicurezza? "Non era questo il tema dell'indagine.

Non possiamo escluderlo, ma non possiamo neppure dire che sia così visto che non vi sono elementi utili a sostenere una simile tesi" spiegano dalla Questura. I fatti riscontrati: ''Dipendenti delle Aziende Pubbliche di Trasporto anticipavano informazioni riservate favorendo una cordata di imprenditori 'amici', i quali a loro volta, al fine di aggiudicarsi l'appalto, formulavano offerte abilmente pilotate e concordate. In questo modo l'ingegnoso sistema permetteva di aggirare le normative vigenti in materia di appalti, realizzando turbative d'asta attraverso 'cartelli' tra imprese, finalizzati da un lato ad aumentare le probabilita' di 'indovinare' l'offerta di aggiudicazione e dall'altro a ridistribuire all'interno della cordata il lavoro aggiudicato ad una delle societa' del gruppo''. I capi d'accusa contestati agli indagati, che definivano la loro associazione come la "Fratellanza", vanno dall'associazione a delinquere alla truffa, peculato, turbativa d'asta, corruzione, rivelazione di segreti d'ufficio e falso in atto pubblico. La risposta di Trenitalia:" L'AD Mauro Moretti, aveva pubblicamente denunciato nel 2010 l’assenza di trasparenza nelle attività svolte dalla struttura tecnica di Trenitalia di viale Spartaco Lavagnini, parlando espressamente di un “cancro da estirpare”.

Per tali dichiarazioni, Moretti veniva accusato da esponenti sindacali locali in un esposto inviato alla Procura della Repubblica di Firenze e alla Corte dei Conti e da consiglieri regionali di aver rilasciato dichiarazioni offensive sulla struttura tecnica di Spartaco Lavagnini. Successivamente a ciò, le periodiche verifiche effettuate dall’audit e dalla security hanno portato all’allontanamento di dirigenti e quadri. Questo conferma l’impegno che il Gruppo FS ha avviato per rendere assolutamente trasparenti le proprie attività, procedendo sempre secondo quanto consentito dalla legge e denunciando ogni irregolarità e abuso da chiunque provenga.

Il personale coinvolto in questa indagine sarà oggetto di ulteriore attenta analisi e di ogni eventuale conseguente provvedimento. Da questa attività ne usciamo pesantemente danneggiati - concludono da Trenitalia - nella qualità di persona offesa, ci costituiremo in giudizio come parte civile per tutelare i nostri interessi e ottenere il risarcimento dei danni". Firenze - A seguito alle dichiarazioni fatte dal Gruppo Ferrovie Italiane dello Stato in merito all’ inchiesta su appalti di Trenitalia, le OOSS Regionali Filt Fit Uiltrasporti intendono precisare che: “L’esposto presentato, in data 25 marzo 2010, presso la Procura della Repubblica di Firenze e la Corte dei Conti di Firenze era teso a fare chiarezza rispetto alle dichiarazioni dell’ AD Mauro Moretti sull’assenza di trasparenza nelle attività svolte dalla struttura tecnica di Trenitalia di V.le Spartaco Lavagnini definita espressamente come un 'cancro da Estirpare'”.

“Tali affermazioni dell’AD del Gruppo Fs furono effettuate durante il convegno” La prospettiva dopo l'aggiornamento dell'Intesa Generale Quadro tra Governo e Regione Toscana presso la Provincia di Firenze”. “Con l’esposto di cui sopra Filt Fit Uiltrasporti intendevano e intende tutelare tutto il personale che onestamente e con impegno tutti i giorni presta la propria opera per contribuire ad i buoni risultati dell’ azienda”. “Oggi apprendiamo che è in corso una inchiesta della Procura della Repubblica di Firenze manifestando piena fiducia nella magistratura auspichiamo che al più presto venga fatta chiarezza su questa vicenda”. AntLen

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