Epifani: “Straordinaria solitudine di lavoratori, precari e imprese”

Epifani: “Centralità del lavoro è responsabilità della politica”. Giorgi: “Serve una svolta, per dare valore al capitale personale e sociale che si esprime con il lavoro”

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
05 maggio 2011 19:57
Epifani: “Straordinaria solitudine di lavoratori, precari e imprese”

Prato – Gugliemo Epifani, intervenendo oggi pomeriggio al convegno di apertura della manifestazione “Il lavoro al centro”, promosso dalla Provincia di Prato ha denunciato “la straordinaria solitudine del lavoro. La solitudine dei giovani, dei precari, e anche di chi lavora e delle imprese”. L’ex segretario generale della Cgil ha affermato che “la centralità del lavoro è una responsabilità della politica che deve misurarsi con la crisi che in Italia ha fatto perdere 650 mila posti di lavoro in due anni, mentre altri 650 mila sono a rischio per lavoratori che si trovano in cassa integrazione e mobilità”. In primo piano resta il dramma dei giovani.

“Intanto – ha aggiunto Epifani- c’è da affrontare il debito pubblico e l’economia che non cresce. Di questa situazione complessa sono i giovani i primi a farne le spese. Per questo di questa crisi, anche quando ne saremo fuori, porteremo i segni per molto tempo. La dignità del lavoro non è tutta quella che ha una persona – ha sostenuto - ma senza di essa non c’è dignità piena”. Il convegno è stato aperto dall’intervento della vicepresidente della Provincia e assessore al lavoro, Ambra Giorgi, che ha spiegato l’obiettivo dell’iniziativa, destinata a diventare un appuntamento annuale.

“C’è bisogno soprattutto di una svolta culturale, che sappia valorizzare il grande capitale “personale” e “sociale”, oltre che economico, che si esprime nel lavoro – ha affermato - Da questo vogliamo partire, perché senza questa grande svolta culturale difficilmente potrà mai vedere la luce quella vera riforma organica del mercato del lavoro italiano (che abbracci il tema della flessibilità in entrata, degli ammortizzatori sociali, della regolazione dei rapporti di lavoro) di cui c'è una grande necessità ma che, non a caso, in tutti questi anni nessuno è mai riuscito a fare”. Giorgi è tornata sul tema delle aperture del Primo maggio.

“Alcuni dirigenti del centrosinistra – ha detto -si sono autoconvinti che un’adesione acritica alla cultura neo-liberale sia il requisito indispensabile per candidarsi al governo del paese; idea dalla quale scaturiscono poi proposte come quella dell’apertura dei negozi il Primo di Maggio”.

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