AST: ''Sconcertante l'attacco del sindaco Renzi ai giornalisti''

L'Associazione Stampa Toscana scrive una lettera aperta. "Arroganza e insulti a un'intera categoria non possono essere la nuova politica. Vanno rispettate le regole di una corretta informazione pubblica".

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
21 marzo 2011 15:20
AST: ''Sconcertante l'attacco del sindaco Renzi ai giornalisti''

Cari colleghi, con questa lettera vogliamo condividere con tutti voi lo sconcerto per l'attacco all'intera nostra categoria di cui si è reso protagonista il sindaco di Firenze Matteo Renzi in un'intervista pubblicata sull'edizione di domenica del Corriere Fiorentino dal titolo “Renzi: sul Maggio polemiche meschine”. Come indica il titolo, l'intervista aveva per argomento le conseguenze che la tragedia del Giappone ha avuto sulla tournée del Maggio Musicale. Il sindaco non si è accontentato di scaricare buona parte della responsabilità delle “polemiche” sui giornalisti (“è anche colpa vostra”) secondo un antico costume del nostro paese, per cui il problema sono i giornalisti e non ciò che viene portato all'attenzione dell'opinione pubblica.

Si è spinto fino a a un'aggressione a un'intera categoria, definita “casta”, fino alla richiesta di abolizione dell'Ordine dei Giornalisti (che finora era stata avanzata solo da alcuni esponenti politici che credevamo avversari del sindaco), fino all'irrisione (questa sì meschina) dei comunicati che l'Ordine dei Giornalisti ha firmato in questi giorni, assieme al sindacato dei giornalisti, per contestare le modalità di informazione istituzionale esclusivamente per Facebook. Riteniamo che di fronte a tutto questo sia necessario fissare con estrema chiarezza alcuni punti: Il sindacato dei giornalisti è stato il primo, anche in Toscana, a lavorare per la riforma dell'Ordine.

Ma Ordine dei giornalisti significa anche libertà della professione, difesa della sua capacità di raccontare la verità dei fatti, autogoverno della categoria. Non ci risulta che un sindaco di una grande città finora si sia espresso in questo modo nei confronti del giornalismo italiano, ma è giusto ribadire, ancora una volta, che l'informazione pubblica non si fa con i talk show, non si fa imponendo ai giornalisti di diventare “amici” sul profilo di Facebook per avere le notizie, non si fa comprando le pagine di pubblicità. E' doveroso, per il sindacato dei giornalisti, contestare il sindaco quando dice “credo di poter e dover comunicare nelle forme che credo più opportune”.

Perché un sindaco, quando parla come sindaco, deve parlare in modi che sono fissati anche dalla legge (a partire dalla legge 150 sugli assetti dell'informazione e della comunicazione pubblica), usando in prima battuta i giornalisti dell'ufficio stampa istituzionale e la mediazione giornalistica che essi sono professionalmente chiamati a esercitare (è questo che disturba?), garantendo massima diffusione (che dire della metà dei fiorentini che non ha nemmeno Internet?) e imparzialità (amici sui social network e non).

Nessuno contesta Facebook e i social media, grande opportunità di comunicazione, partecipazione, democrazia, è evidente. Noi come sindacato siamo i primi a usarli. Ma ci sono tempi, modi, regole che devono essere rispettati. E per dirla tutta: con i nostri comunicati non intendiamo arrivare a Wall Street, come ironizza con pessimo gusto il sindaco, ma a quest'ultimo chiediamo una riflessione seria sull'argomento, in nome di quel dovere di informare che è un diritto di cittadinanza. E' ugualmente doveroso, come sindacato dei giornalisti, respingere un termine come “casta” , la cui arroganza e il cui contenuto offensivo è evidente.

E bisognerà spiegare, a chiunque usi questa espressione, che è davvero difficile usare questo termine per le decine e decine di colleghi senza contratto, senza diritti, che anche per 300 o 500 euro al mese lavorano per produrre contenuti informativi per quotidiani, radio, tv, testate on line, dando visibilità anche a sindaci e presidenti. E a questo proposito, se nell'intervista al Corriere Fiorentino il sindaco Renzi afferma di non volere commentare le dichiarazioni del suo assessore Da Empoli (per poi commentare però le dichiarazioni della segretaria generale della Cgil Camusso), a noi piacerebbe davvero sapere cosa pensa di altre dichiarazioni rilasciate dall'assessore per rispondere a un'interrogazione sul licenziamento della collega Susanna Colombo dall'ufficio stampa del Maggio Musicale: risposta con cui, in sostanza, ha affermato che il precariato è (deve essere?) la condizione normale di ogni giornalista. - Infine è giusto ricordarvi e ricordarci che proprio sulla questione del Maggio il nostro sindacato ha chiesto da tre mesi un incontro al sindaco Renzi, in qualità anche di presidente della Fondazione del Maggio.

Incontro che non è mai stato accordato, senza nemmeno un cenno di risposta. Nel caso, questo sì comportamento da “casta”, ben poco in linea con la correttezza delle relazioni con il mondo dei sindacati e delle professioni che riteniamo parte indispensabile di una politica rinnovata. Queste, cari colleghi, le nostre riflessioni, su un'intervista che, al di là del contesto specifico, riteniamo manifesti diversi nodi problematici nel rapporto tra istituzioni, giornalismo e opinione pubblica.

Nodi che riguardano direttamente anche il nostro lavoro, al di là delle appartenenze politiche e delle specificità professionali. Per questo riteniamo che questo possa rappresentare anche un inizio di un – difficile – confronto sia all'interno della nostra categoria che con il Comune di Firenze e le altre istituzioni. Vi chiediamo però di esser parte attiva di questo percorso. Ai cdr e ai fiduciari, in particolare, chiediamo di prendere posizione e condividere con noi le loro valutazioni.

Già in questi oggi attiveremo sul nostro sito uno spazio dedicato in cui ospitare tutti gli interventi, gli stimoli, le proposte sul tema. Il direttivo dell'Associazione Stampa Toscana

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