Confcooperative: ''Servono cambiamenti di mentalità e di comportamenti''

Il vicesindaco del Comune di Firenze Dario Nardella: "L'amministrazione locale guarda con attenzione al modello cooperativo come esempio di governo sostenibile".

Redazione Nove da Firenze
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04 dicembre 2010 16:39
Confcooperative: ''Servono cambiamenti di mentalità e di comportamenti''

Crisi economica, modelli cooperativi, quali cambiamenti? Così recitava il provocatorio titolo dell'annuale assemblea di Confcooperative Firenze Prato che si è svolta stamattina nell'Auditorium del Centro Tecnico di Coverciano. Interrogativi non semplici a cui ha cercato di dare una risposta il presidente di Confcooperative Firenze-Prato Stefano Meli: "Le 376 cooperative riunite nella nostra Unione Interprovinciale rappresentano una sintesi della situazione delle imprese locali, pienamente rappresentativa di quella crisi del sistema Toscana che vede, salvo qualche eccezione, venir meno quelle certezze che i successi e la popolarità dei distretti, e delle tante denominazioni di qualità, avevano garantito negli anni passati - ha spiegato Meli -.

I dati, presentati dall'Irpet alcune settimane fa ad un nostro Consiglio Regionale, sono impietosi: in tutti i settori ci sono stati cali a 2 cifre, e soprattutto con andamenti peggiori della media nazionale. Potremo ritornare alla situazione precedente al 2008, nella migliore ipotesi, non prima del 2015". "A fronte di questa crisi siamo convinti che ci sia bisogno di un cambiamento di mentalità che riscopra i valori dell'etica e della coesione, per noi essenziali, e rimetta al centro la persona, non il profitto - ha proseguito il Presidente -: certamente la capacità, per cooperative grandi e piccole, di coesistere facendo sinergia e di integrarsi senza snaturare le peculiarità e il radicamento territoriale, sarà la grande sfida che dovrà affrontare tutta la cooperazione", ha concluso Meli. Idee condivise anche da Turiddo Campaini, Presidente del Consiglio di Sorveglianza Unicoop Firenze, fra i relatori presenti all'assemblea, che proprio nel suo nuovo libro "Un'altra vita è possibile" parla di una "rivoluzione culturale contro la fine dell'etica.

L'etica in economia non è un sogno. E' possibile avere risultati economici e imprenditoriali senza dimenticare di essere un uomo fra le persone e la Coop ne è un esempio tangibile", ha detto Campaini. "Anche le cooperative avvertono la crisi - ha detto il vicepresidente del Comune di Firenze Dario Nardella - ma hanno la forza della loro base sociale e del loro modello fondato più sulla persona che sul patrimonio. Le amministrazioni locali guardano con grande attenzione a questo modello come esempio di governo sostenibile per affrontare la crisi", ha continuato Nardella.

Al dibattito hanno partecipato anche Luigi Marino, Presidente Nazionale di Confcooperative - che ha puntato l'attenzione "sull'autonomia dei soci delle cooperative e sulla coesione, vera forza della federazione", ed ha annunciato "la costituzione di un coordinamento con le altre Centrali Cooperative, primo passo verso l'unità organica del mondo della cooperazione, auspicabile per affrontare meglio la crisi" - e Giuseppe Gori, Presidente della Cooperativa CAP.

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