Gassificatore di Testi: Esposto dei Comitati del Chianti

Presentato l'esposto sulle ceneri smaltite durante la demolizione dell'area dell'ex Gassificatore che ospiterà la nuova centrale a Turbogas. Preoccupazione tra i cittadini. La Federazione Sinistra/Verdi vuol vederci chiaro e si chiede maggiore trasparenza

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
13 luglio 2010 02:07
Gassificatore di Testi: Esposto dei Comitati del Chianti

Presentato presso la Sala Montanelli in Consiglio Regionale, l’esposto del "Coordinamento Ambientalista del Chianti Fiorentino" e del "Comitato Chianti senza inceneritore" riguardo la vicenda delle ceneri del gassificatore di Testi, smaltite insieme ai silos che le contenevano, dalla società Sacci nel Comune di Greve in Chianti. Questi i fatti a fondamento delle richieste: Nel Luglio 2009 la Provincia di Firenze ha dato autorizzazione alla costruzione di un impianto a turbogas di 50 MW all'interno dell'Area del Cementificio Sacci, un'area contigua all'impianto di Gassificazione (non più funzionante) di proprietà pubblica. Leggendo la Relazione sullo Studio di Impatto Ambientale i cittadini hanno scoperto l'esistenza dei Silos della capacità di almeno 8000 mc ripieni di ceneri.

"Di questi contenitori poi sparisce traccia nei successivi atti spiegano in una nota i cittadini - a partire dalla Via e non se ne trova riscontro neppure negli atti di controllo che sarebbero spettati a Provincia, Regione ed Arpat" Incontri con le Istituzioni e gli organi di controllo ci sono stati - come spiegano i Comitati nel loro Comunicato - e sono emersi anche dati contrastanti, ed indicazioni chiare circa l'iter da seguire in casi di tale specie, ma gli esiti incongruenti di tali discussioni sono anche le ragioni che hanno spinto gli stessi cittadini a presentare l'esposto. Presenti Monica Sgherri e Mauro Romanelli , Consiglieri Regionali della Federazione Sinistra/Verdi, Lucia Carlesi, Consigliere comunale di San Casciano, Paolo Stecchi, Consigliere comunale di Greve in Chianti, Giuseppe Pandolfi del Coordinamento Ambientalista del Chianti Fiorentino, Mariarita Signorini, Italia Nostra e Beppe Banchi di Medicina Democratica. Proprio Pandolfi che espone i fatti è un fiume in piena di nozioni e dati tecnici "Sono solo un contadino - spiega e se mi cercate non vi rispondo neppure al cellulare perché non ce l'ho, ma sono preoccupato per la salute dei miei concittadini e mi sono informato, ho chiesto, ho domandato alle Istituzioni, il non aver ricevuto risposta ci ha spinti ad indagare più a fondo.

Se ci sono atti - sottolinea - che vengano mostrati, ma è assurdo anche solo il fatto che ci si debba trovare a richiederli, dovrebbero essere forniti a prescindere" "La nostra preoccupazione è che questi Silos - continua - che non sappiamo cosa contenessero esattamente e come siano stati smaltiti e seguendo quali procedure possano esser stati sottoposti ad una normativa diversa, visto che si trattava di materiale presente in un cementificio, rispetto a quella prevista dalla tutela sanitaria inerente un sito potenzialmente pericoloso" "Una vicenda sulla quale i comitati e le associazioni ambientaliste ricorrono alla giustizia per avere certezze e trasparenza su questioni con dirette conseguenze sulla salute - sottolineano gli esponenti politici - alla data di oggi non si sa quante erano le ceneri del gassificatore e soprattutto cosa contenevano, nonché dove sono state smaltite, come è stata attuata la bonifica dei silos, quanti erano e dove sono finiti gli inerti derivanti, che cosa c’era in tali inerti e chi ha mai verificato le autoanalisi eseguite da Sacci”. Già perché poi si è parlato di autocertificazione che in assenza di ulteriori atti di controllo ha fatto suonare ulteriormente l'allarme nell'area del Chianti. Per Monica Sgherri e Mauro Romanelli anche l'occasione di ribadire una posizione congiunta e ben definita: "Condividiamo le considerazioni finali e generali espresse dal Coordinamento di associazioni e comitati, l'incenerimento dei rifiuti non risolve i problemi, anzi li complica, generando residui pericolosi il cui smaltimento è più complesso, costoso e rischioso dei rifiuti da cui essi sono generati” di Antonio Lenoci

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