Enti Locali: verso una modifica del Patto di Stabilità

Meno tagli ai Comuni virtuosi, confermando allo stesso tempo il valore complessivo delle riduzioni di spesa previste dalla manovra.

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
24 giugno 2010 15:13
Enti Locali: verso una modifica del Patto di Stabilità

Meno tagli ai Comuni virtuosi, confermando allo stesso tempo il valore complessivo delle riduzioni di spesa previste dalla manovra. Così come per le Regioni, anche per gli Enti locali, a quanto si apprende, il Governo sta studiando una misura che consenta di premiare gli enti 'virtuosi'. Secondo fonti di maggioranza, l'ipotesi su cui il Governo sta ragionando dopo l'incontro con Anci, Upi ed Uncem, è quella di prevedere una "maggiore flessibilità tenendo conto dei Comuni virtuosi e non virtuosi, ma mantenendo fermi i saldi, all'interno dell'entità dei tagli già prevista".

Un'altra ipotesi che si sta facendo strada, sempre secondo fonti di maggioranza, sarebbe quella di concedere una deroga al patto di stabilità interno per quanto riguarda le spese per gli investimenti. Un accordo si sarebbe raggiunto sulla base di "una maggiore elasticità sulle spese per investimenti per i Comuni che negli ultimi tre anni non hanno sforato il patto di stabilità interno e hanno ridotto le spese del personale in rapporto alla spesa corrente". “Più che una modifica - sostiene Oreste Giurlani, vicepresidente nazionale di Uncem e responsabile della Delegazione toscana - è necessario rivedere radicalmente il Patto di Stabilità per consentire agli enti locali di poter utilizzare appieno le potenzialità di investimento di cui dispongono per sostenere nei limiti delle loro possibilità l’economia locale, il sistema delle imprese e l’occupazione.

E’ assurdo che in presenza di una crisi così pesante come è quella che stiamo vivendo, gli enti locali che sono nelle condizioni di poter mettere in atto politiche di investimento siano impediti da un Patto di Stabilità che mantiene vincoli assurdi ed assolutamente non rispondenti alle esigenze dell’economia del territorio. In terzo luogo è necessaria una modifica della manovra finanziaria che tenga conto del ruolo importante che riveste l’assetto del territorio e la sua difesa idrogeologica.

Basti pensare alle condizioni del nostro territorio ed alla sua fragilità idrogeologica riemersa in particolare negli ultimi due anni a seguito delle ripetute calamità che hanno determinato gravi disagi e notevoli danni alla viabilità, agli abitati ed al territorio stesso nel suo complesso. Una situazione pesante che avrebbe richiesto e richiede interventi adeguati per i quali lo Stato non ha ancora provveduto a mettere i Comuni e le Province nelle condizioni”. Eppure già lo scorso anno il ministro della Difesa e coordinatore del Pdl, Ignazio La Russa, si era dichiarato favorevole per una deroga al patto di stabilità.

Poi tutto è tornato nel dimenticatoio. E nel frattempo il patto di stabilità continua ad essere una camicia di forza, una gabbia che ingessa l'attività dei Comuni sani senza produrre nessun effetto dissuasivo per chi è abituato a produrre 'finanza allegra', cioè a farsi ripianare i propri errori con i soldi di tutti i contribuenti. Giurlani ricorda che al fine di adempiere agli obblighi comunitari, i Comuni e le Province sono tenuti ad osservare il Patto di Stabilità Interno. Il Patto di Stabilità Interno ha lo scopo di coordinare la finanza degli Enti Locali con quella dello Stato, per rispettare il Patto di stabilità europeo, che deve soddisfare i parametri di Maastricht con riferimento alla finanza pubblica: un deficit pubblico non superiore al 3 per cento del prodotto interno lordo e un debito pubblico al di sotto del 60 per cento del prodotto interno lordo.

Le stesse forze di maggioranza hanno cercato, più volte in questi ultimi anni, di modificare il Patto di Stabilità Interno perché troppo rigido per le autonomie locali, Comuni in testa. Questo perché rappresenta un vero e proprio vincolo imposto agli Enti Locali, in quanto le amministrazioni virtuose (quelle con attivi di bilancio), per dover rispettare i vincoli imposti dal Patto, non possono spendere le proprie risorse finanziarie disponibili. Questo comporta l’impossibilità per tali amministrazioni locali di utilizzare i propri avanzi di bilancio, per fare opere pubbliche e per dare servizi ai propri cittadini.

Eppure è stata approvata in Parlamento una Mozione nella quale il Governo si è impegnato a prendere iniziative per rivedere i criteri su sui si basa il Patto di Stabilità, per renderlo più flessibile e per premiare gli enti virtuosi. Ma fino ad oggi senza esito. Dopo l’incontro del ministro Tremonti con Anci, Upi ed Uncem sarà la volta buona?

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