Morandi racconta gli italiani "contromano"

Paradossi e contraddizioni di un popolo visti da un giornalista controcorrente

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
27 maggio 2010 14:46
Morandi racconta gli italiani

Firenze, 27.05.2010- Italia, terra di santi, poeti e navigatori. E di campioni del mondo, di politici, di macchiette, di eroi, di lavoratori, di gente onesta e di truffatori. A raccontarci gli italiani è il giornalista Giovanni Morandi: fiorentino, a lungo corrispondente all'estero e inviato di guerra, si è stabilito nei primi anni '90 a Milano per seguire le inchieste di Tangentopoli e il debutto in politica di Berlusconi. Famoso anche per una sua inchiesta sulla sicurezza del Vaticano (dove entrò portando con sé una pistola), oggi dirige un importante quotidiano.

Il suo libro, Italia contromano (pp. 144, euro 10), in uscita a giugno per Mauro Pagliai Editore, è una raccolta di storie fuori dalle righe e di personaggi più o meno esemplari. "Ognuno è un mondo a sé ma tutti in fondo andiamo contromano", spiega Morandi nella prefazione, "perché è l'unico modo per salvarci, perché ci piace, perché così ci sentiamo diversi o almeno ci sembra e ci pare sia meglio". Contromano è il premier che riceve illustri ospiti internazionali con la bandana in testa, o il famoso imprenditore che auspica una "dittatura illuminata" per cambiare le cose nel suo paese.

Ma sono contromano anche l'ostaggio dei terroristi a Kabul che, una volta liberato, non si sente una star e rifugge le telecamere, o il ginecologo stressato perché l'unico a praticare l'aborto in una clinica di obiettori di coscienza. Perché l'Italia è prima di tutto un paese di contraddizioni, a volte di pericolosi paradossi: come il caso dell'aeroporto di Malpensa, che chiude proprio quando si aprono i festeggiamenti per l'Expo a Milano, o l'episodio dalla sottoscrizione parlamentare per aiutare le vedove e gli orfani degli operai della Thyssen, quando furono raccolti più soldi tra il personale di servizio che tra i 630 deputati.

"È come se un genio dispettoso si fosse divertito a mettere tutto sottosopra, a scambiare il meglio col peggio, il giusto con l'errato. A fare una nuova Babilonia", ammette l'autore. Che, nella sua ensemble di curiosi aneddoti e argute riflessioni, non manca di dedicare uno spazio speciale ai milanesi, suoi concittadini, e di rivolgere anche uno sguardo all'estero, forse per farci sentire meno soli. Gherardo Del Lungo

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