Trenta disoccupati lavoreranno per 6 mesi negli uffici giudiziari

Il progetto, che è stato anche sottoscritto per adesione da Cgil, Cisl e Uil, è riservato esclusivamente ai lavoratori iscritti nelle liste di mobilità nel periodo compreso tra il primo ottobre 2009 e il 30 aprile 2010.

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
25 maggio 2010 19:41
Trenta disoccupati lavoreranno per 6 mesi negli uffici giudiziari

Una trentina di lavoratori iscritti alle liste di mobilità saranno utilizzati per smaltire le pratiche all’interno degli uffici giudiziari fiorentini. L’iniziativa sarà possibile grazie ad un accordo che il presidente della Provincia di Firenze, Andrea Barducci, ha sottoscritto oggi con il presidente della Corte d’Appello di Firenze, Fabio Massimo Drago, con il Procuratore Generale presso la Corte d’Appello di Firenze, Beniamino Deidda, il Presidente del Tribunale di Firenze, Enrico Ognibene, il Procuratore della Repubblica di Firenze Giuseppe Quattrocchi, il Presidente del Tribunale di Sorveglianza di Firenze, Antonietta Fiorillo, il Presidente del Tribunale per i Minorenni di Firenze, Gianfranco Casciano e il Giudice di Pace di Firenze, Alfredo Iorio. Il progetto, che è stato anche sottoscritto per adesione da Cgil, Cisl e Uil, è riservato esclusivamente ai lavoratori iscritti nelle liste di mobilità ai sensi dell’art.

6 e 7 della legge 223/1991 nel periodo compreso tra il primo ottobre 2009 e il 30 aprile 2010. Grazie a questa intesa una trentina di loro - residenti o domiciliati nei Comuni della provincia - saranno destinati alle strutture giudiziarie della provincia per un periodo di sei mesi. “Questo progetto – spiega il presidente Barducci – nasce da due considerazioni principali: la prima riguarda la volontà da parte dei responsabili degli uffici giudiziari fiorentini di migliorare la loro efficienza per far fronte al maggior carico di lavoro a causa della cronica carenza di personale amministrativo scaturito in conseguenza delle recenti modifiche normative.

In secondo luogo, la crisi economica che sta colpendo la nostra provincia provoca una perdita dei posti di lavoro e un massiccio ricorso ai cosiddetti ‘ammortizzatori sociali’ che comporta una significativa riduzione del reddito dei lavoratori coinvolti. A questo punto abbiamo deciso di utilizzare il fondo di solidarietà stanziato dalla Provincia per la realizzazione di un ‘progetto’ capace di far fronte, seppur in modo temporaneo, alle esigenze degli uffici giudiziari, avvalendoci dei lavoratori iscritti alle liste di mobilità”. Tali lavoratori saranno individualmente contattati dalla Provincia di Firenze ed invitati, qualora interessati al progetto, a inviare il proprio curriculum vitae per poter partecipare alla selezione.

Le persone scelte saranno impiegate nei compiti di movimentazione e fotocopiatura atti, collaborazione al servizio d’utenza, attività amministrative generali e supporto all’attività dei sistemi e servizi informatici. La partecipazione al progetto non comporterà la cancellazione dalle liste di mobilità, essendo il rapporto lavorativo a tempo determinato ed inferiore ai 12 mesi e garantirà un salario analogo a quello del contratto nazionale di categoria per gli operatori del Ministero di Grazia e Giustizia. Monica Stelloni, della Segreteria della Cgil di Firenze, dopo aver firmato questo importante accordo, ha dichiarato: “Il percorso definito nel protocollo permette di dare una prima parziale risposta alle croniche carenze di organico ed al blocco del turn-over, con l'obiettivo di migliorare la funzionalità e l'efficienza degli uffici giudiziari, gravati da un imponente mole di lavoro.

Quando si parla della giustizia, si parla sempre della durata dei processi, delle lungaggini e della burocrazia, senza guardare ai tagli degli organici e delle risorse, allo stato delle sedi ed alle condizioni dei lavoratori”. “Il protocollo offre, aggiunge Monica Stelloni, l'opportunità a lavoratori e lavoratrici che hanno perso il lavoro e che oggi percepiscono solo l'indennità di mobilità di integrare il proprio reddito e di vedere riconosciuta la dignità di un lavoro, anche se per un periodo limitato di tempo, di uno stipendio regolare e la possibilità di dare il proprio contributo a supporto del recupero di efficienza delle attività operative, presso un servizio di fondamentale importanza per la comunità, quale il servizio giudiziario".

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