La situazione occupazione alla Richard Ginori di Sesto Fiorentino

Il tavolo di concertazione è statao fissato per l’8 ottobre in modo tale che le organizzazioni sindacali abbiano anche tempo e modo di ridiscutere la proposta fatta dalla Provincia di Firenze con i lavoratori.

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
06 ottobre 2009 17:34
La situazione occupazione alla Richard Ginori di Sesto Fiorentino

L’assessore al lavoro Elisa Simoni ha risposto, in Consiglio provinciale, ad una domanda d’attualità di Calò e Verdi (Prc-Pdci-Sc) sullo sciopero di un’ora allo stabilimento Richard Ginori di Sesto Fiorentino. “Al tavolo procedurale del 2 ottobre scorso, come Provincia, abbiamo formulato una proposta di discussione da cui partire per la trattativa su un massimo di 17 lavoratori per i quali è prevista la mobilità volontaria.

Al successivo tavolo del 5 ottobre, è stata consegnata alle organizzazioni sindacali la proposta dell’azienda relativa all’incentivo all’esodo. Il prossimo incontro è previsto per l’8 ottobre in modo tale che le organizzazioni sindacali abbiano anche tempo e modo di ridiscutere la suddetta proposta con i lavoratori. Malgrado si siano rilevate difficoltà nei rapporti sindacali e alcune problematicità di metodo, il nostro impegno sarà fino all’ultimo momento utile quello di favorire la discussione sul merito del tavolo procedurale, richiamando tutti al comune senso di responsabilità”.

Calò ha sottolineato che: “Alla Ginori c’è ancora turbolenza tra i sindacati. La nuova dirigenza continua a peccare un po’ troppo di autoritarismo. Io mando un invito, forse sarebbe giusto e opportuno che si imbracasse di più la nuova azienda. Che ci spiegasse perché si fanno processi di ricapitalizzazione, perché le ricapitalizzazioni non comportano la qualificazione e più che altro anche risposte concrete sul versante occupazionale. Il vero problema sono i licenziamenti. Ogni licenziamento contrastato non è solamente un atto dovuto contro l’arroganza degli imprenditori ma è un atto per fare un’inversione di marcia.

Perché questa crisi continua a avere solamente una sola vittima: il lavoro dipendente, precario, flessibile, i disoccupati, le donne e i pensionati. E questo è una modalità che non possiamo accettare”.

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