Brogi (Pd) in visita al carcere della Dogaia. L'incontro con Balducci

"E' assai difficile vivere in 14 metri quadri di cella, da condividere con altri due detenuti, per una persona abituata ad agio e ricchezza. Balducci sta scrivendo la sua memoria difensiva, sembra assai provato, ma sereno".

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
18 maggio 2010 19:22
Brogi (Pd) in visita al carcere della Dogaia. L'incontro con Balducci

“Il carcere della Dogaia di Prato vive una situazione meno negativa di altri carceri della Toscana, ma come ormai anche questa realtà è vicina al confine della tollerabilità. I detenuti sono 659 e il limite per il sovraffollamento è di 713. Inoltre mancano molti addetti e agenti, ne servirebbero altri 100”. Così Enzo Brogi, consigliere regionale del Pd, da sempre attento e sensibile alle realtà carcerarie della Toscana, descrive la visita di ieri pomeriggio alla casa circondariale della Dogaia di Prato nel corso della quale ha visitato molti detenuti tra cui anche Angelo Balducci, già presidente del Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici e coinvolto nell’inchiesta sulle Grandi Opere: “L’ho visto provato ma determinato – spiega Brogi – è assai difficile vivere in 14 metri quadri di cella, da condividere con altri due detenuti, per una persona abituata ad agio e ricchezza, le carceri sono posti dove normalmente rimangono solo i poveri, loro malgrado sono più avvezzi a condizioni di ristrettezza e precarietà.

Balducci sta scrivendo la sua memoria difensiva, sembra assai provato, ma sereno”. Nel corso della visita alle diverse aree di alta e media sicurezza del carcere il consigliere Brogi è tornato a trovare un detenuto albanese, iscritto all’accademia delle Belle Arti, che passa molto del suo tempo dedicandosi alla pittura, molte delle pareti del carcere hanno suoi affreschi dal puro stile realistico: “Presto – aggiunge Brogi - organizzeremo una sua mostra in Consiglio regionale. E’ importante dare opportunità e punti di riferimento a queste persone che altrimenti si ritrovano persi al rientro in società e rischiano, in altro modo, di tornare ad affollare le carceri.

La mostra può essere anche l’occasione per dare risalto alle condizioni dei detenuti nei carceri della Toscana e al lavoro dei direttori e degli agenti all’interno di queste strutture che spesso pagano tagli e scelte infelici del livello nazionale”. “Dopo la visita a Sollicciano con il presidente Enrico Rossi e Severino Saccardi dello scorso aprile per la consegna dei nuovi materassi, e questa al carcere di Prato – conclude Brogi – mi sembra giusto continuare ad incentrare l'attenzione sulla “questione carcere”.

E’ importante analizzare problemi e contraddizioni, dialogare con i detenuti, il personale di custodia ed il personale volontario che, in situazioni di grande disagio, portano avanti un lavoro di grande rilevanza”.

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