Anche in Toscana il rischio di infiltrazioni mafiose

L’associazione internazionale Information Safety and Freedom organizza a Palazzo Medici un incontro in occasione della Giornata Mondiale Onu per la Libertà di Stampa che si celebra ogni 3 maggio

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
01 maggio 2010 00:00
Anche in Toscana il rischio di infiltrazioni mafiose

Sono 91 i giornalisti uccisi nel mondo nel corso del 2009 e già 10 quelli che hanno perso la vita nei primi mesi del 2010. È la conferma di una lunga scia di sangue che da anni colpisce in tutto il mondo gli operatori dell’informazione e che non accenna ad attenuarsi. L’associazione internazionale Information Safety and Freedom organizza a Palazzo Medici un incontro in occasione della Giornata Mondiale Onu per la Libertà di Stampa che si celebra ogni 3 maggio. Quest’anno la Cerimonia – patrocinata dalla Provincia di Firenze, Ordine dei giornalisti e Assostampa Toscana – sarà dedicata al tema: La mafia fa affari ma non fa notizia, infiltrazioni criminali nella società toscana ai tempi della crisi economica.

Ne discuteranno insieme Sindacati, Confindustria, Associazioni, Magistratura e Istituzioni. Il convegno di lunedì 3 maggio, (inizio alle ore 10), è stato illustrato da Stefano Marcelli Presidente di Information Safety and Freedom, Massimo Lucchesi, Presidente dell’Ordine dei giornalisti della Toscana, Stefano Sieni, Presidente dell’Associazione Stampa Toscana e Remo Bombardieri, consigliere provinciale del Pd. All’incontro parteciperanno: Giuseppe Nicolosi Sostituto Procuratore della Repubblica, Pietro Roselli Assessore Provincia di Firenze, Riccardo Cerza Segretario Generale CISL Toscana, Vito Marchiani Segretario Generale UIL Toscana, Luciano Silvestri Responsabile per la legalità CGIL Toscana, Stefano Sieni Presidente Associazione Stampa Toscana, Massimo Lucchesi Presidente Ordine dei Giornalisti della Toscana, Stefano Marcelli Presidente Information Safety and Freedom, Alberto Spampinato Direttore Ossigeno - Osservatorio sui cronisti.

“Le morti – ha detto Stefano Marcelli – sono il punto estremo di un’aggressione progressiva che implica leggi repressive, persecuzioni finanziarie e giudiziarie, minacce e attentati che stanno mettendo sotto pressione il mondo dell’informazione in tutto il mondo. I punti più caldi appaiono oggi il Messico e le Filippine (lo scorso anno 30 giornalisti uccisi in un solo agguato, il più grave della storia della stampa mondiale), il quasi intero continente africano, mentre Paesi importanti come Cina, Iran e Federazione Russa (300 giornalisti uccisi dal crollo dell’URSS a oggi) mantengono il primato in fatto di censura e di persecuzione dei giornalisti.

Dove non sono direttamente i governi a minacciare e sopprimere media e operatori dell’informazione – ha concluso il Presidente di Information Safety and Freedom – il principale persecutore è rappresentato dalla criminalità organizzata, nelle sue varie forme, comunemente definite come mafie”. “Il pericolo di infiltrazione criminali in un numero sempre maggiore di regioni italiane – hanno detto Massimo Lucchesi e Stefano Sieni – è stato evidenziato da più parti. L’iniziativa che oggi presentiamo a Firenze vuole essere non solo un richiamo etico al dovere dei professionisti dell’informazione ad alzare la guardia ma anche uno stimolo ai cittadini a non sottovalutare la minaccia che incombe sulla società e sulla libertà di informazione.

E’ questo il modo concreto anche di esprimere solidarietà ai colleghi che svolgono il loro lavoro in prima linea e che sono minacciati ogni giorno”. “Con il sostegno della Provincia a questa iniziativa – ha detto Remo Bombardieri – si conferma l’impegno di Palazzo Medici alla lotta contro le mafie che nei mesi scorsi si è concretizzato con l’appoggio all’attività dell’associazione Libera e con le iniziative svolte insieme al magistrato Nicola Gratteri. Il nostro supporto alla legalità andrà avanti perché non si rischia quando si parla e basta ma quando si interrompono determinati rapporti malavitosi”.

Notizie correlate
In evidenza