Rifondazione Comunista: ''A Firenze non sono 8, ma 300''

Calò e Verdi: "Disattesi obblighi di segnalazione. Ecco le lacune evidenziate in una ricerca effettuata dal procuratore Deidda".

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
13 aprile 2010 15:37
Rifondazione Comunista: ''A Firenze non sono 8, ma 300''

Da una ricerca effettuata dal Procuratore generale della Toscana Beniamino Deidda gli infortuni sul lavoro a Firenze "non sono 8 ma in realtà almeno trecento", dichiara il gruppo di Rifondazione comunista in Consiglio provinciale. Il Procuratore "dichiara la palese sottostima dei dati rispetto a quello che realmente accade e soprattutto evidenzia l’impossibilità di monitorare in modo sufficiente e attendibile il lavoro delle procedure e dei tribunali".

Una dichiarazione "grave e allarmante - secondo i Consiglieri provinciali di Rifondazione Andrea Calò e Lorenzo Verdi - poiché interviene su un problema nevralgico del lavoro, della salute e sicurezza e della scarsa prevenzione sui luoghi di lavoro che interessa fenomeni quali le morti bianche, gli infortuni sul lavoro e le malattie professionali". Nessuno è in grado "di monitorare i fenomeni, il dato, evidentemente sottostimato rispetto alla realtà è, secondo il procuratore Deidda, dovuto all’impossibilità di monitorare in modo sufficiente e attendibile il lavoro delle procure e dei tribunali su questo fronte".

Molti medici e strutture di diagnosi e cura "si sottraggono all'obbligo di inviare i referti medici che certificano la malattia o l'infortunio. I dati statistici provano che tale fenomeno è incontestabile”. Viene lamentata anche una serie di problemi tecnici che riguardano la gestione dei fascicoli che segnalano l’insorgenza di problemi sui quali poi dovrebbero essere individuati reati e compiute eventuali citazioni in giudizio. Sta di fatto che "nelle procure - sostiene Deidda - si tengono assai meno processi di quanti se ne potrebbero celebrare in base alle norme vigenti" e anche quando i referti arrivano "sono privi delle indicazioni necessarie per circoscrivere i fatti e non descrivono la dinamica; spesso non ci sono gli elementi per identificare i responsabili e non c'è nemmeno l'indicazione della ditta per cui l'infortunato o l'ammalato lavora".

Nel presentare una domanda d'attualità in Consiglio provinciale, Calò e Verdi esprimono "forte preoccupazione" per le lacune evidenziate dal Procuratore Generale della Toscana in materia di lavoro, incidenti e malattie e "per le omissioni commesse dai medici per ciò che riguarda l’invio dei referti". Rifondazione chiede al presidente della Provincia e alla Giunta di riferire sulla situazione e se, per quanto di propria competenza, sullo specifico capitolo inerente la salute e la prevenzione nei luoghi di lavoro, "l’Amministrazione Provinciale abbia rilevato anch’essa quelle incongruenze relative alla trasmissione dei dati e dei reati commessi".

Infine chiedono se l’Amministrazione Provinciale partecipa agli osservatori e attività dedicate al contrasto degli infortuni e di danno alla salute dei lavoratori, riferendo quali iniziative siano state adottate nei tavoli inerenti lo sviluppo dlle politiche legate alla sicurezza.

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