Provincia Firenze: in Consiglio si è discusso di sicurezza sul lavoro

L’assessore provinciale Elisa Simoni ha risposto, in Consiglio, ad una domanda d’attualità di Calò e Verdi (Prc-Pdci-Sc) anche a seguito dell'incidente mortale occorso lo scorso settembre.

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
06 ottobre 2009 17:28
Provincia Firenze: in Consiglio si è discusso di sicurezza sul lavoro

La sicurezza sui luoghi di lavoro dopo l’incidente mortale avvenuto lo scorso 25 settembre a Sesto Fiorentino è stata al centro di una domanda d’attualità di Calò e Verdi (Prc-Pdci-Sc) alla quale ha risposto l’assessore al lavoro e formazione Elisa Simoni. “Il problema della sicurezza nei luoghi di lavoro necessita di azioni forti e mirate. Le parole d’ordine devono essere informare e formare. Benché la Provincia non abbia compiti di tipo ispettivo – ha spiegato l’assessore Simoni – può comunque giocare un ruolo importante.

La Sicurezza sui luoghi di lavoro è una delle priorità fondamentali della legge 236/93, normativa nazionale sulla quale la Regione emana avvisi pubblici, il cui esito, come Provincia, valutiamo e gestiamo. Per quanto riguarda invece il Fse, noi richiediamo negli avvisi sempre un modulo obbligatorio di formazione sulla Sicurezza. Alcuni dati numerici che possono far comprendere: sui 17 progetti del bando legge 236/93 presentati alla scadenza del 22 maggio 2009 e approvati il 10 ottobre 2009, 5.132 sono le ore sui temi della sicurezza, 250 le aziende coinvolte di cui la maggior parte nel settore delle costruzioni, 159 sono quelle con meno di 10 dipendenti.

Le persone da formare sono 3.334. Le risorse impiegate circa 1 milione di euro. Ricordo inoltre che il 10 luglio scorso è stato sottoscritto presso la Prefettura di Firenze un protocollo d’intesa per favorire il coordinamento delle iniziative di supporto ai familiari delle vittime di incidenti sul lavoro, il cosiddetto progetto Rocco. Il protocollo si pone l’obbiettivo, premesso il ruolo determinante della formazione e dell’informazione sulla sicurezza nei luoghi di lavoro, di definire modalità di intervento in grado di assicurare ai familiari delle vittime la conoscenza dei diritti riconosciuti e di predisporre la necessaria attività di supporto e di orientamento”.

Calò ha ribattuto che: “Le morti sul lavoro continuano a essere un dramma ed un’emergenza nazionale. Un dramma che non è causato dal caso, c’è una logica dietro. Una logica che ha portato a fare sì che uno dei primi atti che il Governo nazionale ha fatto è stato quello di depenalizzare le responsabilità dell’impresa nel testo unico per ciò che riguarda gli infortuni e la sicurezza nel luogo del lavoro. Deve rimanere costante l’iniziativa delle istituzioni che da sole non bastano ma che devono lavorare sul versante della sicurezza e sul versante della prevenzione.

I lavoratori sono ancora preda di un’impresa che spesso e volentieri non presta attenzione, nel momento dell’investimento, nella qualificazione delle infrastrutture, per ciò che riguarda il lavoro, i ritmi, per ciò che riguardano i momenti con i quali si esprimono le prestazioni lavorative. Spostiamo in avanti il livello di mobilitazione e il livello di attenzione perché dobbiamo recuperare quel danno grave che questo Governo ha fatto depenalizzando proprio nel Testo unico sulla sicurezza la responsabilità concreta delle imprese”.

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