Tarceva: farmaco 'livornese' riconosciuto a livello internazionale

Parere positivo dall’Agenzia europea al medicinale per il tumore al polmone realizzato su studio del dottor Cappuzzo, direttore del reparto di Oncologia dell’Azienda USL 6 di Livorno.

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
19 marzo 2010 19:05
Tarceva: farmaco 'livornese' riconosciuto a livello internazionale

L’Agenzia Europea sul Farmaco (Emea) ha espresso oggi parere positivo all’utilizzo di un farmaco per malati di tumore al polmone realizzato sulla base di uno studio condotto da Federico Cappuzzo, direttore dell’Unità operativa di Oncologia dell’Azienda USL 6 di Livorno. “Si tratta di un risultato molto importante – spiega Cappuzzo – in quanto un trattamento orale con un farmaco che si chiama Tarceva dato subito dopo la fine di un trattamento chemioterapico tradizionale, ritarda in modo significativo lo sviluppo del tumore, aumentando la durata di vita e migliorando alcuni sintomi come tosse e dolore associati alla presenza della malattia”.

Il riconoscimento è un traguardo che oltre a dare prestigio personale al nuovo direttore dell’Oncologia livornese, arrivato nel gennaio scorso, dà lustro all’intero reparto che si pone all’avanguardia nella cura al cancro al polmone, il più comune con un milione e 500 mila nuovi casi ogni anno in tutto il mondo e che riguarda anche un alto numero di persone nella provincia. “Questa particolare tipologia di tumore, definito tecnicamente come carcinoma non a piccole cellule – continua Cappuzzo – quando si trova in fase metastatica progredisce rapidamente e permette una sopravvivenza mediana di circa un anno.

L’utilizzo di questo farmaco, dopo la chemioterapia, ne ritarda sensibilmente la diffusione permettendo di migliorare l’aspettativa e la qualità di vita”. Lo studio, condotto a livello mondiale e guidato dal dottor Cappuzzo, ha coinvolto quasi mille pazienti dimostrando una riduzione del 41% del rischio di progressione e del 23% del rischio di morte. "Si tratta – dice ancora Cappuzzo – della prima terapia orale di mantenimento che permette, inoltre, di continuare a trattare la malattia in modo aggressivo dopo la chemioterapia iniziale, senza bisogno di cure infusionali supplementari: un vantaggio non da poco nella lotta al cancro".

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