Prestiti alle aziende per pagare gli stipendi

La nuova misura, contro la crisi, partirà a metà marzo. Domande in banca e a Fidi Toscana. Per un anno nessun posto di lavoro dovrà però essere tagliato.

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
23 febbraio 2010 18:59
Prestiti alle aziende per pagare gli stipendi

Un prestito per assicurare gli stipendi per dodici mesi, a patto di non tagliare nemmeno un posto di lavoro per un anno. Le piccole e medie aziende toscane in momentanea difficoltà, a corto di liquidi ma tutto sommato in buona salute e, come si dice in gergo, con “buoni fondamentali”, potranno richiedere il finanziamento in banca. A garantirlo, gratuitamente, ci penserà la Regione attraverso Fidi Toscana, la finanziaria di cui detiene il 40 per cento di azioni.

In Italia è il primo provvedimento del genere. L'accordo con le banche c'è già. Stamani il presidente della Toscana e l'assessore al bilancio e alle finanze hanno illustrato la misura a sindacati, associazioni di categoria, Camere di commercio e Province. Lunedì il provvedimento andrà in giunta e a metà marzo sarà operativo. Con un doppio beneficio, ha sottolineato il presidente: per le aziende e per i lavoratori. In un anno prestiti per 576 milioni Finora la Regione Toscana aveva riposto alla crisi garantendo alle imprese prestiti per far fronte ad una carenza di liquidità dovuta ad investimenti fatti negli ultimi tre anni, per acquistare nuove scorte, per trasformare debiti da breve a medio o lungo termine, per estinguere prestiti, più onerosi, accesi in passato ma anche per nuovi investimenti.

Con i 60 milioni messi in campo dalla Regione da febbraio dell'anno scorso – e capaci di garantire finanziamenti per oltre un miliardo di euro – sono già stati autorizzati prestiti per 576 milioni, di cui beneficeranno 2844 imprese, e tra 450 e 500 milioni quelli già erogati dalle banche. Complessivamente sono 4721 le aziende, per 1 miliardo e 150 milioni, che hanno avanzato una richiesta: la maggior parte, tre su cinque, in cerca di liquidità. Tuttora negli uffici di Fidi Toscana arrivano tra le 120 e le 150 richieste al mese.

Stanno anche partendo le misure per ricapitalizzare le imprese e attrezzare le aziende toscane per agganciare la ripresa che prima o poi arriverà. Nel mezzo è stata decisa questa nuova misura, che può essere definita di “mantenimento”. Finanziamenti più facili Con il nuovo intervento le possibilità di richiedere un prestito crescono e ottenere un finanziamento sarà anche più facile. In questo caso non varrà infatti il tetto del 5%, oltre il quale la garanzia finora non poteva essere concessa, calcolato sul rapporto tra oneri finanziari e fatturato.

L'unico requisito particolare da rispettare riguarda le imprese orafe, che dovranno possedere (e dimostrare) un indice di rotazione del magazzino non inferiore a quattro. Vale a dire evitare che le giacenze del metallo prezioso rimangano troppo a lungo in magazzino. Garanzie fino a 500 mila euro L'unico altro limite rimane quello dei 500 mila euro di garanzia per ciascuna azienda, pari ad un finanziamento di 625 mila euro. La garanzia gratuita offerta da Regione e Fidi Toscana non potrà coprire prestiti di importi superiori.

Se un'impresa ha già chiesto un finanziamento, per acquistare magari nuove scorte o per un investimento, si conteggeranno i residui. Oltre i 625 mila euro, l'azienda dovrà produrre alle banche ulteriori garanzie. Un accordo con i sindacati sui posti di lavoro Per ottenere il prestito per pagare gli stipendi fino ad un anno le aziende dovranno impegnarsi a mantenere stabili i livelli occupazionali. Per far questo dovranno firmare un accordo con le rappresentanze sindacali.

Il finanziamento non sarà comunque erogato all'azienda in un'unica soluzione ma sarà messo a disposizione dell'impresa mese dopo mese per pagare salari e contributi. Finanziamenti rimborsabili da 5 a 7 anni Il prestito potrà essere rimborsato da 60 a 84 mesi. Le aziende dovranno pagare agli istituti di credito gli interessi dovuti. Ma i tassi saranno particolarmente vantaggiosi, con spread massimi che potranno arrivare, a seconda della classi di merito dell'azienda, a 0,9 o l'1,7 per cento, da sommarsi agli indici Euribor e Irs, a seconda che il prestito sia a tasso fissi o variabile e che in questo momento sono particolarmente bassi.

Per un prestito a tasso variabile gli interessi, oggi, oscillerebbero tra l'1,6 e i l2,4 per cento: tra 3,5 e 4,3 a tasso fisso, in cinque anni. Altri contributi da Province e Camere di Commercio Le Province e le Camere di commercio, autonomamente, potranno inoltre concedere alle aziende contributi in conto interessi, riducendo ulteriormente l'onere a carico dell'azienda A chi rivolgersi Le domande saranno valutate dalle banche e da Fidi Toscana, alle quali andranno recapitate contemporaneamente e in doppia copia.

La risposta (e il finanziamento) arriverà al massimo in un mese. Fidi Toscana ha la sua sede in piazza della Repubblica a Firenze e uffici distaccati a Grosseto, Lucca, Pistoia, Pisa e Prato. Sul sito www.fiditoscana.it può essere scaricata tutta la modulistica necessaria. Le banche che hanno sottoscritto l'accordo sono praticamente tutte quelle che hanno sportelli in Toscana, tranne Unicredit. Le imprese potranno quindi rivolgersi a Banca del Monte di Lucca, Banca di Credito cooperativo di Castagneto Carducci, Cassa di risparmio di San Miniato, a tutte le banche (una trentina) che adeiscono alla Federazione toscana delle banche di credito cooperativo, Intesa San Paolo, Cassa di risparmio di Firenze, Cassa di risparmio di Pistoia e Pescia, banca Carige, Banco di Lucca e del Tirreno, Banca popolare di Lajatico, Cassa di risparmio di Carrara, Bcc di Cambiano, Cassa di risparmio di Volterra, Bcc di Fornacette, Cassa di risparmio della Spezia, Banca popolare Etica, Banca popolare dell'Emilia Romagna, Cariprato, Etruria Leasing, Banca Federico del Vecchio, Banca popolare dell'Etruria e del Lazio, Monte dei Paschi, Mps Leasing e factoring, Banca nazionale del Lavoro e Cassa di risparmio di Lucca, Pisa e Livorno, Banca Sella, banca Popolare di Cortona, banca Fises e Unipol Banca.

L'accordo resta comunque aperto alla firma di qualsiasi istituto bancario che decida di farlo in un successivo momento. di Walter Fortini

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