Amianto e acqua, Firenze inizia a pensarci

I comitati cittadini pronti alla battaglia per il Diritto alla Salute

Antonio
Antonio Lenoci
28 ottobre 2014 12:48
Amianto e acqua, Firenze inizia a pensarci

I cittadini di Firenze iniziano ad interrogarsi. Le risposte di Palazzo Vecchio sono state affidate ad una nota dell'assessore al Bilancio: l'OMS non evidenzia soglie minime di concentrazione e la mancanza dell'Amianto nei parametri che rientrano nell'etichetta dell'acqua potabile, ne confermerebbe la non pericolosità. Una certezza quindi, oppure una supposizione?L'interrogazione firmata dai consiglieri di opposizione Tommaso Grassi, Donella Verdi, Giacomo Trombi, Francesco Torselli e Miriam Amato ottiene la risposta dell'assessorato economico, ma Palazzo Vecchio non ritiene opportuno sostenere una tesi talmente delicata aggiungendo una argomentazione scientifica. Quando si dice che una consulenza potrebbe essere utile.

Analisi in vista? No. Ma sarebbe possibile rilevare la presenza di amianto nell'acqua? Si, Arpa lo ha fatto con la microscopia elettronica a scansione.A Firenze non sono stati ipotizzati controlli o verifiche di alcun tipo. Restano in attesa di votazione alcune mozioni, da parte di Sel e Cinque Stelle, ma una anche del Partito Democratico, che chiedono al sindaco di attivarsi in merito al fine di fare luce sull'accaduto. Mozioni presentate ma non ancora discusse dall'aula poiché, a quanto pare, non risultate abbastanza urgenti.I fiorentini non hanno capito se dal rubinetto di casa, dalla fontana della piazza o dalla vasca ornamentale esce oppure no l'amianto.Se esce certo non si ferma nel bicchiere, ma si disperde necessariamente nell'ambiente come spiegano scienziati di qualsiasi ordine e grado.

Se c'è non svanisce, una fibra di amianto è 1300 volte più sottile di un capello umano.

Il Comitato cittadino di Gavinana ha chiamato a raccolta gli abitanti del Quartiere 3 mostrando in rete la planimetria delle tubature in amianto gestite da Publiacqua che attraversano gran parte della zona. In Emilia Romagna, dove il problema è stato sollevato mesi fa, i cittadini si sono uniti alle Associazioni per portare avanti azioni collettive e l'Autorità Idrica ha provveduto a stanziare fondi per la sostituzione delle tubature.Ma in Emilia anche ARPA ha fatto qualcosa: l'Agenzia ha prodotto un manuale informativo sull'amianto del quale vi mostriamo alcune slide.

L'immagine dell'articolo è abbastanza esplicativa anche per una classe elementare: l'amianto entra nell'organismo attraverso varie strade. Punto. Potrebbe bastare questo.Ma il manuale dice molto di più: Arpa dice che durante le operazioni di smaltimento di amianto è vietato bere. Perché?Tra le istruzioni sullo smaltimento delle fibre disperse troviamo poi: "le fibre residue possono essere trattate con acqua per produrre una fanghiglia che dovrà essere smaltita come rifiuto di amianto".Badate bene, l'amianto è pericoloso se inalato perché è stato accertato il rapporto tra causa ed effetto, diversamente avviene per altre forme di contatto.

Il Ministero della Salute ammette i propri limiti e dichiara di essere davanti ad uno studio ancora in divenire. Negli anni '80 l'amianto era il materiale del futuro, indistruttibile, perfetto, eterno. Poi si è scoperto che provocava tumori nell'organismo. Così è stato per chi lo ha avuto come copertura del tetto, nelle tubature o sul luogo di lavoro. In Italia l'argomento è stato affrontato attraverso la classe operaia ed attraverso l'Inail che si è trovata a riconoscere il 'rischio' per quei lavoratori esposti lungamente all'agente cancerogeno.Le famiglie degli operai ritenute in sede giudiziaria "comunque soggette a rischio", aspetto confermato successivamente anche dalla medicina perché "le fibre arrivavano a casa sulle tute da lavoro, attaccate ai vestiti ed ai capelli degli operai esposti" non hanno ottenuto nessun riconoscimento previdenziale. La mancanza di una statistica è dunque il vero problema.

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